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Alpe Veglia – da Ponte Campo – 1.750 m. (Italia – Val Cairasca)
immensa piana a ridosso del Monte Leone, un paradiso di bellezza dove si assapora il gusto della vera montagna
e delle cose semplici

alpe veglia corpo alto


Località di partenza:
Ponte Campo 1.319 m.

Quota di partenza: 1.319 m.
Quota di arrivo: 1.750 m.
Dislivello: 431 m.
Posizione: nel Parco Naturale dell’Alpe Veglia (comune di Varzo), ai piedi del Monte Leone
Difficoltà: E [scala livelli difficoltà], ma totalmente inaccessibile per molti mesi dell’anno

Ore: 1h 15 minuti (percorso di andata)
Periodo: dalla metà del mese di maggio a fine ottobre
(previa verifica delle condizioni del manto nevoso sulla strada poderale)

Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita

Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

La montagna e il trekking in generale, hanno sempre fatto parte di me.
Ho avuto la fortuna di frequentare molte località (e tantissime altre mi mancano), ma l’Alpe Veglia è un paradiso sulla
terra, dove tutto è perfettamente inserito, dalle cascate, ai boschi, dall’immenso pianoro, ai minuscoli paesi che fanno
da contorno, dalla sorgente di acqua ferruginosa ai nevai, dalle vette altissime che avvolgono questo pianoro ai
ghiacciai, dai laghi alle cascate, dai torrenti ai fiori, dai ponticelli di legno ai sentieri…….
Mettetevi comodi, perché adesso parliamo di questo luogo e vediamo alcune riprese che descrivono le tante meraviglie
di un posto per molti e molti mesi all’anno totalmente inaccessibile…..
Buongiorno e ben tornati o benvenuti sul nostro sito.

E’ una domenica mattina di fine maggio, il meteo sarà nuvoloso fin verso le ore 11:00 e poi sereno e sole per tutto
il resto della giornata.

Decidiamo di tornare dopo due anni di assenza all’Alpe Veglia che ci piace e offre un’infinità di possibili escursioni.
Il percorso di avvicinamento in auto prevede di andare in direzione del paese di Varzo, per poi salire lungo la strada
stretta e tortuosa fino a San Domenico e successivamente proseguire sempre in macchina per ancora qualche minuto
a Ponte Campo dove la strada termina.

A Ponte Campo si può parcheggiare in un ampio prato con 4€ per l’intera giornata.
Arrivati a San Domenico la mattina sul presto, ci concediamo una sosta al Bar Larice.
Non è nostra abitudine far pubblicità, non siamo sponsorizzati da nessuno, e lavoriamo su questo sito solo per
pura passione.

Ma il Bar Larice ci piace per la terrazza rivolta verso le montagne, per l’aria frizzante e leggera, per l’accoglienza,
per l’ambiente “caldo” in legno e pietra, per l’attenzione ai dettagli e anche per i suoi croissant….

Dopo una breve sosta ripartiamo per Ponte Campo che raggiungiamo in auto in circa 5 minuti e dove parcheggiamo
nell’unico prato disponibile.

Inizia da qui, appena attraversato il ponte, il percorso di salita per l’Alpe Veglia.
La strada è un’ampia poderale che si addentra subito in un fitto bosco di larici che nel periodo primaverile ed estivo
si presenta verdissimo e con il classico profumo della resina dei pini.

Camminerete su un morbido tappeto di aghi di pino caduti precedentemente, che per una decina di minuti vi
accompagneranno all’uscita del bosco, dove la poderale inizierà a salire in modo deciso.

Incontriamo da subito i primi nevai residui di importanti slavine scese nel periodo invernale.
Questa poderale denominata “strada per il Veglia”, è l’unica via di accesso all’Alpe Veglia partendo da Ponte Campo,
e come potete vedere dalla mappa, è una sorta di “traverso” lungo tutta la linea di una montagna estremamente ripida
che termina nel torrente Cairasca.

Dalla poderale, se guardiamo verso il basso dove scorre il torrente Cairasca, restiamo impressionati dal salto nel vuoto
di decine e decine di metri.
Questo è il motivo per il quale dal mese di novembre fino al mese di maggio, non è possibile salire in alcun modo
al Veglia, in quanto i ripidi pendii favoriscono la formazione di ampie slavine lungo tutto il percorso.
Slavine che terminano la loro corsa direttamente nel torrente che resta ricoperto da diversi metri di neve anche per
una parte dei mesi estivi.
Salendo la poderale e guardando indietro, avremo un’ampia visuale su San Domenico oramai piccolo piccolo quanto un
puntino e su tutta la vallata che scende verso Varzo, tra pinete e prati.
Attraverseremo diversi corsi d’acqua e piccole cascate lungo questa prima parte del percorso dove avremo il
dislivello maggiore, ma troveremo anche la prima sorgente con un piccolo lavandino in pietra e un bicchiere di
metallo attaccato a una catenella.
La salita è continua fino alla Cappella del Groppallo 1.723 m. un piccolo edificio religioso realizzato da molto tempo per
offrire un riparo ai viandanti affaticati dalla salita.
Arrivati alla Cappella del Groppallo è possibile prendere fiato sedendosi su alcune panche e ammirando il fondo valle.

Tuttavia da qui in poi la salita è terminata, avremo percorso i 400 metri di dislivello, e la strada prosegue su un falso
piano ancora per una quindicina di minuti, dove incontreremo altri importanti residui di slavine, prima di arrivare all’ingresso
della Piana del Veglia.

Ingresso contrassegnato da una croce e da una staccionata in legno che funge da cancello sempre aperto.
Da qui in poi si apre un mondo o forse il paradiso.
Davanti ai vostri occhi un immenso e verdissimo pianoro attraversato da alcuni torrenti, tra prati e migliaia di fiori,
nel nostro caso vista la stagione quasi tutti “bucaneve”.

Per darvi un’idea dell’estensione di questa piana, considerate che per fare il giro completo, ci si impiega quasi 40 minuti.
Appena entrati nella Piana del Veglia, troveremo alla nostra sinistra l’abitato di Cianciavero, (punto 1 sulla mappa),
ossia un gruppo di una decina di case di pietra molto semplici e altrettanto caratteristiche, con alle spalle la mole
del Monte Leone 3.552 m. con pendii di neve e ghiaccio con oltre 45° di pendenza al confine tra Italia e Svizzera.

Accanto al Monte Leone la conca del Lago D’Avino, un meraviglioso specchio d’acqua che abbiamo visitato sia
nel periodo estivo che nel periodo semi-invernale.

Proseguendo sulla Piana del Veglia troveremo il minuscolo Borgo dell’Alpe Aione (punto 2 sulla mappa), con qualche
casa sparsa e il percorso di salita al Lago delle Streghe.

Lungo la piana, diverse panchine in legno permettono di rilassarsi ammirando uno spettacolo naturale di infinita bellezza,
con il silenzio interrotto solo dal rumore dei corsi d’acqua.

Ma il giro è ancora lungo, e proseguendo supereremo un ponte in pietra, percorreremo ancora una decina di minuti,
fino ad arrivare a un torrente chiamato Rio Mottiscia e poco dopo troveremo l’albergo La Fonte in località Cornù
(punto 3 sulla mappa).

Una piccola struttura dov’è possibile mangiare sulla terrazza e volendo chiedere ospitalità per la notte.

Ma perché si chiama albergo La Fonte?
Perché l’Alpe Veglia nella sua bellezza, ha anche un’altra sorpresa per voi….
Vi consiglio di abbandonare per un momento il giro che stiamo facendo e poco prima di arrivare all’albergo La Fonte,
risalire per una quindicina di minuti il sentiero lungo il Rio Mottiscia.

Troverete su un grande masso un’indicazione scritta con della vernice “La Fonte”.
Stiamo parlando di una bellezza naturale unica: ossia una fonte di acqua ferruginosa freschissima e soprattutto frizzante, conosciuta da molti, ma non da tutti, e anch’essa nascosta tra le rocce e accessibile solo nel periodo estivo
in quanto trovandosi in un canalone, è perennemente sommersa da importanti accumuli di neve.

Una meraviglia che arricchisce ulteriormente un posto da favola.

Ritornando sui nostri passi, nella zona dell’albergo La Fonte, troverete la località Cornù che mi piace particolarmente.
Stiamo parlando di circa 6 o 7 casette sparse, con una fontana e diverse panche di legno ricavate da grandi tronchi
d’albero e costruite da un artigiano che ha saputo dare forma al legno.

Qui potrete sdraiarvi, prendere il sole e guardare in tutto relax il Monte Leone davanti ai vostri occhi.
Luogo magico per riflettere, coccolarsi, pensare, vivere la vita.
Perché per me questa è la vita: immergersi in una natura incontaminata dove abbiamo poche cose, ma abbiamo tutto,
dove la semplicità è la regola principale.

Posti unici, qui si assapora la vera montagna, restata così com’era, senza costruzioni, solo con le case di pietra dalle quali
esce un pennacchio di fumo dal comignolo, dove un focolare acceso è gioia, dove un pezzo di formaggio e un piatto di
minestra è abbondanza e dove una stretta di mano vale più di mille parole.

Questa è la montagna che amo.
Il giro della Piana del Veglia prosegue, si supera la località Cornù e poco dopo troveremo il torrente Rio Frua con la
cascata della Frua, con una grande portata d’acqua.

Anche qui alcune panche e il bosco che lambisce i prati e un sentiero che sale verso il Lago del Bianco.
Abbiamo quasi concluso il giro, ma c’è ancora una sorpresa.

Poco distante da un ponte in pietra che permette di ritornare verso Cianciavero, troverete una casetta di
un’azienda agricola.
Yougurt fresco, latte appena munto e formaggi sono a disposizione: ottimo per chiudere una giornata meravigliosa
con il sole che ha brillato per tutto il tempo.
A malincuore nel tardo pomeriggio riprendiamo il percorso di discesa, che è il medesimo che abbiamo fatto mentre
salivamo, ma nel nostro cuore un ricordo di una gita in montagna con la “M” maiuscola in tutti i sensi e grandi attimi di felicità.
Come ogni volta in fase di discesa troviamo una trentina di capre che salgono da sole tutte insieme e tutti i giorni.
Ci fermiamo ad accarezzarle, alcune particolarmente socievoli, ci leccano le mani e tentano di mangiare le cinghie
degli zaini, tra loro anche molti piccoli.
Dopo una breve sosta, continuano il loro cammino di salita, non hanno tempo da perdere con noi.

Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano e Andreina Baj


Note:
percorso di salita che non presenta difficoltà e che prevede il maggior dislivello nei primi 50 minuti.

La poderale che sale è ampia, ma attenzione all’esposizione se ci si avvicina al bordo, perché in alcuni punti
un’eventuale caduta sarebbe rovinosa.

Come accennato in precedenza, la salita all’Alpe Veglia è fattibile solo ed esclusivamente dalla tarda primavera
a inizio autunno.

L’eventuale presenza di neve, rende impossibile l’accesso per l’elevato e concreto rischio di slavine.
Posto magico, da vedere, da vivere, da ammirare, da innamorarsi.