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Bivacco delle Guide Beniamino Farello 2.447 m.
(Italia – Val Cairasca – Alpe Veglia)

il tramonto con il sole che si nasconde dietro alle vette, colora in modo impeccabile una giornata meravigliosa trascorsa in ambiente di alta montagna e in un parco naturale di grande valore naturalistico

lago bianco alpe veglia


Località di partenza:
Ponte Campo 1.319 m.

Quota di partenza: 1.319 m.
Quota di arrivo: 2.447 m.
Dislivello: 1.128 m.
Posizione: alta Val Cairasca – Località Le Caldaie – Alpe Veglia
Difficoltà: E [scala livelli difficoltà]
Ore: 4h 15 minuti (percorso di salita) – 3h 30 minuti (percorso di discesa)
Periodo: dalla metà del mese di giugno a fine settembre (previa verifica delle condizioni di innevamento)
inaccessibile per molti mesi dell’anno

Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: passando per il Pian du Scricc con arrivo alla Piana del Veglia
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Siamo nei primi giorni del mese di agosto, e oggi decidiamo di andare a visitare un bivacco di nuova concezione,
costruito recentemente, il Beniamino Farello, che si trova all’interno del Parco Naturale dell’Alpe Veglia.

La giornata si presenta con tempo variabile, l’arrivo della pioggia è annunciato solo dal tardo pomeriggio.
Il percorso di avvicinamento in auto all’Alpe Veglia, prevede di prendere l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce
e andare in direzione del paese di Varzo, per poi salire lungo la strada stretta e tortuosa fino a San Domenico e
successivamente proseguire sempre in macchina ancora per qualche minuto, fino a Ponte Campo dove la strada termina.

A Ponte Campo si può parcheggiare in un ampio prato con una modesta cifra per l’intera giornata.
Inizia da qui, appena attraversato il ponte, il percorso di salita per l’Alpe Veglia.
La strada (superato il ponte), è un’ampia poderale che si addentra subito in un fitto bosco di larici che nel periodo
primaverile ed estivo si presenta verdissimo e con il classico profumo della resina dei pini.

Questa poderale denominata “strada per il Veglia”, è l’unica via di accesso all’Alpe Veglia partendo da Ponte Campo, è
una sorta di “traverso” lungo tutta la linea di una montagna molto ripida che termina nel torrente Cairasca.

Dalla poderale, se guardiamo verso il basso dove scorre il torrente Cairasca, restiamo impressionati dal salto nel vuoto di
decine e decine di metri.

Questo è il motivo per il quale dal mese di novembre, fino al mese di maggio, non è possibile salire in alcun modo al
Veglia, in quanto i ripidi pendii favoriscono la formazione di ampie e frequenti slavine lungo tutto il percorso.

La salita è continua fino alla Cappella del Groppallo 1.723 m. un piccolo edificio religioso, tuttavia da qui in poi la
pendenza per raggiungere la Piana del Veglia è terminata, avremo percorso 400 metri di dislivello, e la strada prosegue
su un falso piano ancora per una quindicina di minuti, prima di arrivare all’ingresso della Piana.

Ingresso contrassegnato da una croce e da una staccionata in legno che funge da cancello sempre aperto, quasi
un accesso in paradiso, perché davanti ai nostri occhi si apre un immenso pianoro percorribile a piedi su mulattiera,
formando un grande anello.

Tutto attorno le imponenti cime delle Alpi, il Monte Leone, le pinete, i prati, i corsi d’acqua, i pascoli, diverse panchine, e
alcuni minuscoli borghi.

Un’oasi di pace raggiungibile solo a piedi, preservato dal caos e dall’affollamento: un grande valore aggiunto.
Dalla Piana del Veglia bisogna tenersi sulla parte destra, andando verso l’albergo Lepontino, dove troviamo le
indicazioni per il Lago del Bianco.

Il cartello indica un percorso di salita di 1h 30 minuti per raggiungere il lago, partendo dalla Piana.
La prima parte del percorso che conduce al Lago Bianco attraversa un fitto bosco di larici, successivamente si passa su
manto erboso arricchito dai rododendri e dai tanti fiori colorati, che apprezziamo e fotografiamo.

Si risale quindi il sentiero e man mano che prendiamo quota, usciamo dalla pineta, gli alberi si fanno sempre più radi,
fino a lasciare il posto solo ai prati che vengono attraversati dal nostro percorso sempre ben tracciato e marcato dai
classici bollini rossi e bianchi.

Si prende quota rapidamente e voltandosi, notiamo la Piana del Veglia diventare sempre più piccola, con le minuscole
casette in pietra e la sua strada poderale che permette di percorrerla ad anello.

La salita dalla Piana del Veglia al Lago Bianco non prevede alcuna difficoltà, ma sale costantemente e ci porterà ad
attraversare semplici pietraie.
Il tragitto è sempre marcato dagli “ometti” e dai bollini e resta evidente anche per chi non conosce il luogo.
Voltandosi indietro ci scruta in modo severo il Monte Leone, intravvediamo la Piana D’Avino alla sua sinistra e alla
sua destra la Bocchetta D’Aurona, ancora parzialmente innevata dalle abbondanti precipitazioni invernali, nonostante
il mese di agosto inoltrato.

Lungo la salita, troveremo il bivio (segnato in vernice rossa su una roccia), per la Conca di Mottiscia; ovviamente non
prenderemo per questa direzione, continuando il nostro sentiero verso il lago.

E’ mattina presto, ci guardiamo attorno.
Fino ad ora non abbiamo incontrato nessuno, il silenzio regna sovrano, interrotto solo da qualche fischio delle marmotte
che allertano “i compagni di merende” del nostro passaggio.

Il Lago Bianco compare (inizialmente piccolino), dopo aver superato una collinetta erbosa e si trova in una conca.
Man mano che ci avviciniamo, il lago diventa sempre più visibile e si presenta con acqua dal colore verde smeraldo
nella quale si rispecchiano il Monte Leone, il Terrarossa e le vette che accerchiano questo gioiello della natura.

Il Lago Bianco si trova ai piedi della bastionata di Boccareccio, è circondato da un ampio prato di erba verdissima e
rigogliosa, sulla quale è particolarmente piacevole rilassarsi e approfittare per guardarsi attorno e ammirare le
montagne che lo accolgono, oltre che l’acqua pulitissima e trasparente.

Nel mese di giugno, complice lo scioglimento dei nevai, il lago è particolarmente ricco di acqua ed è il più grande dei
23 laghi presenti nell’Alpe Veglia.

L’ambiente, dominato da pareti verticali, ricorda un angolo delle Dolomiti.
Guardando in direzione della bastionata di Boccareccio, notiamo ben visibile all’orizzonte un puntino di colore bordeaux:
ossia il Bivacco Beniamino Farello, la nostra meta, che dista da lago circa un’ora e 20 minuti.

Ci stupiamo del fatto che a oggi (agosto 2021), non abbiamo trovato nessun cartello e nessuna indicazione che fa
riferimento alla presenza di questo bivacco.

Superiamo il Lago Bianco, prima attraversando un manto erboso e successivamente una pietraia formata da grossi massi, andando in direzione del bivacco.
Nonostante l’assenza di cartelli, il sentiero resta comunque ben visibile grazie ai molti ometti e ai diffusi segni
“bianchi e rossi”.

Dopo circa 15 minuti di cammino, ci troveremo su un piano erboso, punto di partenza per il Passo di Boccareccio, ma
noi proseguiamo diritti verso il bivacco, ben visibile all’orizzonte su una montagnetta.

Voltandoci indietro, osserviamo il Lago Bianco oramai piccolino e il percorso fatto fin qui.
Troviamo un cartello con l’indicazione per scendere verso il Pian du Scricc e l’Alpe Veglia (percorso che prenderemo al
ritorno dal bivacco) e, successivamente una semplice scritta “bivacco”, con vernice rossa su una grossa pietra senza
alcun nome indicato…

Superiamo il grosso masso, seguendo fedelmente i tanti ometti e i tanti bollini rossi e bianchi presenti.
Il percorso di avvicinamento al bivacco si alterna su un terreno formato da erba misto pietre e successivamente sarà
quasi tutta pietraia fino a destinazione, è sempre ben visibile e non presenta difficoltà tecniche.

La salita è costante, ma mai particolarmente impegnativa e il colore bordeaux della vernice esterna, rende la
struttura ben visibile.

Superata l’ultima pietraia, compare davanti ai nostri occhi il Bivacco Beniamino Farello.
Inaugurato il 2 settembre 2018, quindi di recente costruzione, è stato concepito con tecnologie di ultima generazione,
un bel design e materiali di pregio.

L’interno è suddiviso in “zona giorno” e “zona notte” ed è completamente rivestito in legno.
Una grande porta ci permette di accedere all’ingresso del bivacco, dove troviamo 4 taniche riempite di acqua, la scopa e
la paletta per le pulizie.

La “zona giorno”, ha una finestra molto ampia e molto luminosa con vista invidiabile sul Monte Leone, sul Lago D’Avino,
sulla Conca D’Avino, sul Lago Bianco, sulla Piana del Veglia e su una infinità di boschi, pianori, corsi d’acqua e altre
catene montuose.

E’ meraviglioso pranzare o cenare, guardando fuori da questa grande finestra: si resta senza parole nell’ammirare un
panorama così vasto e così vario.

Veramente uno spettacolo che abbiamo apprezzato restando innamorati del luogo.

Sempre nella “zona giorno” troviamo un’ampia tavola, con due grandi panche in legno che nel caso di emergenza
possono servire come “letti di fortuna” e, sopra le panche due grandi mensole che anch’esse potrebbero venire sfruttate
come posti letto di emergenza.
C’è anche una seconda finestrella piccolina che è possibile aprire per il ricambio dell’aria.
I pannelli solari di cui il Bivacco Beniamino Farello è dotato, consentono di avere la luce all’interno di entrambe le zone.
Saggiamente è stata prevista una presa USB dalla quale escono i tre connettori per caricare gli smartphone sia
Android che Apple.
Ma le sorprese non sono ancora finite.
C’è il riscaldamento !!!
Un termostato permette di avere all’interno del bivacco una temperatura che varia dai 15 ai 20°C. in modo da non temere
il freddo la notte o nelle giornate di brutto tempo.
La “zona notte” conta 9 posti letto suddivisi su tre piani, tutti dotati di materassi, coperte e cuscini, più tre piccole finestre
apribili per il ricambio dell’aria e una scaletta in ferro per facilitare l’accesso ai posti letto.

Il “libro del bivacco” è presente sulla tavola con le firme dei vari escursionisti: quante storie di vita, quante avventure,
quante cose da raccontare…
Insieme al libro trovo un foglio di carta con una poesia “Ode al sole” scritta da un escursionista anonimo il
1° agosto dell’anno 2020
Vi riporto il testo qui:

“Cielo speranzoso, 
un cono di luce illumina 
un prode camoscio che rumina.
Sembra quasi orgoglioso (il cono di luce).

Piano piano va sparendo
come il ghiaccio si va sciogliendo
mentre noi dentro il bivacco 
ci infiliamo dentro il sacco (a pelo)

Stanno finendo oramai le scorte
siamo in balia della sorte.
Un’ode al sole quindi cantiamo
e il nuovo giorno aspettiamo”

Nei dintorni del bivacco intravvediamo un camoscio che passeggia per nulla intimorito.
Fuori l’ambiente è di alta montagna, con pietre miste a erba disseminata un pò ovunque.
Tutto attorno le imponenti vette del Passo di Boccareccio che consente l’accesso in Svizzera.
Il Bivacco Beniamino Farello è un punto di appoggio per consentire un più agevole passaggio in Svizzera, ma anche per
la traversata Veglia – Devero attraverso il Passo di Valtendra.

Ci fermiamo per un’oretta 1/2 all’interno e nei pressi della struttura.
Oggi il tempo è variabile, e purtroppo dal tardo pomeriggio è previsto l’arrivo della pioggia.
Le nuvole grigie incominciano lentamente a scendere e questo ci costringe a malincuore, ad anticipare il rientro a valle
che però faremo (in parte), su un percorso diverso da quello di salita.

Dal bivacco, scendiamo per circa 25 minuti, ripercorrendo la stessa via di salita, fino a un pianoro erboso dove troviamo
il bivio per il Pian du Scricc e successivamente per l’Alpe Veglia.

Questo ci evita di ripassare dal Lago Bianco e scoprire nuovi luoghi.
Prendiamo quindi il sentiero F22 seguendo uno dei pochi cartelli presenti in zona.
(a tal proposito, per chi fosse interessato come nel nostro caso a giri ad anello, o variazioni di percorso, consigliamo di
portare con voi una mappa della zona, perché ad eccezione degli “ometti in pietra” e dei bolli “rossi e bianchi”, in queste
zone le indicazioni sono inspiegabilmente pochissime).

Il sentiero F22 che scende verso il Pian du Scricc è ben tracciato e attraversa diversi ruscelli dall’acqua limpidissima
che scorrono nel mezzo di prati verdissimi.

Troviamo lungo il percorso qualche larice abbattuto da slavine invernali, ma che superiamo agevolmente e senza fatica.
Il panorama è stupendo, con tutta la catena montuosa del Monte Leone, unito alle pinete che man mano che perdiamo
quota, si avvicinano a noi.

In circa un’ora abbondante arriviamo senza fatica al Pian du Scricc che si presenta con un ampio pianoro erboso
attraversato da torrentelli d’acqua e adibito in parte a pascolo.

Immaginatelo come una Piana del Veglia in miniatura e posta 300 metri più in alto.
Seguiamo il sentiero sempre ben tracciato, superiamo dei tronchi d’albero posati a terra per facilitare l’attraversamento
di corsi d’acqua e scendiamo passando tutto all’interno di meravigliose pinete.

In questo modo facciamo un percorso ad anello molto vario che in circa 40 minuti ci riporta nei pressi dell’albergo Lepontino
da dove siamo saliti questa mattina.

Dalla Piana del Veglia si scende fino a Ponte Campo per raggiungere il parcheggio per ritrovare la macchina.
Nel nostro caso, ci fermiamo sulla Piana del Veglia dove soggiorniamo per una settimana approfittando di altre giornate di escursioni e di altri posti incredibili.
Il tramonto con il sole che si nasconde dietro alle vette, colora in modo impeccabile una giornata meravigliosa trascorsa in ambiente di alta montagna e in un parco naturale di grande valore naturalistico.

Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano, Gaia Giordano e Andreina Baj


Note:
il raggiungimento del Bivacco Beniamino Farello avviene sempre su sentiero ben tracciato e non presenta
difficoltà tecniche.

Va considerato un dislivello di oltre mille metri partendo da Ponte Campo, ma verrete ampiamente premiati prima
dalla Piana del Veglia (stupenda), poi dall’arrivo al Lago Bianco (dal colore verde smeraldo), e successivamente dal
bivacco (davvero bello), in posizione ultra panoramica.

Il tutto è accessibile solo per pochi mesi all’anno…. ossia da giugno a (forse) metà ottobre, previa verifica delle
condizioni di innevamento.

alpe veglia tramonto