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Ghiacciaio Pré de Bar (Italia – Val Ferret):
“la triste evidenza del riscaldamento globale”

Val Ferret (Valle d’Aosta), una risorsa d’acqua, una meraviglia naturale, oggi purtroppo agonizzante e parzialmente scomparso

ghiacciaio pre de bar

la riduzione negli anni della massa glaciale del
Ghiacciaio Pré de Bar

il Ghiacciaio Pré de Bar ripreso dal drone in una mattina
di inizio settembre

Era il 1991, quando mi hanno scattato questa foto, accanto al Ghiacciaio Pre de Bar nell’alta Val Ferret.
Parliamo di pochi anni fa.
Oggi, giorno in cui scrivo questo articolo, (siamo nel 2020), a meno di vent’anni, la massa di ghiaccio nella conca
morenica, si è ridotta di oltre l’80%
Qui non facciamo politica con parole inutili e discorsi vuoti.
Non servono neppure gli ambientalisti con i calcoli.
Basta solo guardare.

ghiacciaio pre de bard

Il Ghiacciaio Pré de Bar è il triste ed EVIDENTE esempio, che le perenni estate e le scarse precipitazioni,
nel giro di breve tempo ci porteranno a non avere più acqua, oltre a un ecosistema distrutto, unito a
un paesaggio lunare.
Siamo nel massiccio del Monte Bianco al fondo della Val Ferret.
Il ghiaccio Pré de Bar nasce dal Mont Dolent 3.820 m. e si allargava in un’ampia conca, da dove parte uno
dei rami della Dora Baltea.
Fino a pochi anni fa, anche i bambini potevano avvicinarsi a questa enorme massa di ghiaccio, toccarla e
ammirare il luccichio del ghiaccio dai riflessi azzurri.
Pur frequentando spesso la zona, sono restato impressionato dalla rapidità con la quale è sparita completamente
la seraccata, lasciando il posto a una desolante pietraia e a un torrente impetuoso.
Chiaro segnale che lo scioglimento della massa glaciale posta molto più a nord e molto più in alto,
è anch’essa in totale decomposizione.

pre de bard ghiacciaio

Guardando più in alto, quasi al confine con l’azzurro del cielo, notiamo una enorme traccia grigia di terra e pietre
posta sopra la massa glaciale restante.
Qui il problema è un altro, più importante e drammatico.
Lo zero termico che con sempre maggior frequenza arriva oltre i 4.000 m. di altitudine, sta facendo scomparire
il permafrost, ossia il “collante” che tiene insieme le rocce montane.
La fusione e scomparsa del permafrost, è passata dai 2.300 m. di vent’anni fa, ai 3.300 m. di oggi e con una
previsione di risalita ai 4.000 m. nel giro di breve tempo.
Gli effetti sono già evidenti, anche in questo caso, non servono calcoli scientifici.
Con sempre maggiore frequenza, assistiamo al crollo di intere pareti rocciose, che frastagliate dall’erosione dei
secoli, e non tenute più insieme dal ghiaccio, cadono miseramente.
Questo è avvenuto sopra il ghiacciaio Pre de Bar e sta avvenendo in tante altre parti delle Alpi.
Credo sia inutile fare ulteriori considerazioni, salvo una domanda.
Ai nostri bambini, alle generazioni future, vogliamo lasciare una desolazione simile, per la squallida pigrizia
di non essere riusciti a cambiare il nostro stile di vita?
L’acqua, arriva dalle montagne, dall’eterno ciclo di gelo e disgelo, di precipitazioni e di sole.
Sono fragili equilibri, oggi parecchio compromessi che se non “aggiustiamo” porteranno solo catastrofi e miseria.

Relazione, video e fotografie di: Michele Giordano e Daniele Repossi