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Laghi di Fremamorta 2.360 m. – Bivacco Guiglia 2.437 m. –
Cima di Fremamorta 2.733 m.
(Italia – Parco Naturale Alpi Marittime)

montagne altissime, pareti severe, valloni isolati e selvaggi e pendii impervi dove vivono camosci, stambecchi e anche lupi

laghi di fremamorta

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Località di partenza:
Piano della Casa del Re (Valle Gesso della Valletta)

Quota di partenza: 1.762 m.
Quota di arrivo: 2.360 m. Lago mediano di Fremamorta, e 2.733 m. Cima di Fremamorta
Dislivello: 971 m.
Posizione: nel Parco Naturale delle Alpi Marittime, al confine tra la Val Gesso della Valletta e la Val Vesubie in Francia
Difficoltà: E fino al Colle di Fremamorta, EE per la cima [scala livelli difficoltà]
Ore: 7h a/r
Periodo: da metà giugno a fine settembre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: dalla cima fino al primo laghetto, poi a destra per sentiero con tornanti abbastanza ripido 
andando verso il Piano della Casa del Re, e ricongiungendosi ad un bivio col percorso di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

A dispetto del nome le Alpi Marittime non hanno nulla da invidiare rispetto ad altri gruppi montuosi.
Montagne altissime, pareti severe, valloni isolati e selvaggi e pendii impervi dove vivono tranquillamente camosci,
stambecchi e anche lupi.
Rifugi e bivacchi, anche d’alta quota, non mancano di certo.
Sono posti a torto meno frequentati, che invece meritano di essere attraversati ed esplorati.
La Val Gesso della Valletta (o della Casa) è uno di questi, e oggi con la guida Martha Consolino
(Accompagnatore di Media Montagna), saliamo da qui fin sulla Cima di Fremamorta, passando dai medesimi laghi,
da un bivacco, e da due casermette militari, (costruite per le guerre che anche qui hanno segnato il
territorio e le popolazioni).
Questi sentieri hanno anche una notevole importanza storica.
Tra l’8 e il 13 settembre 1943 circa 200 ebrei sono scesi al seguito dei reparti della IV Armata dell’Esercito Italiano.
Provenivano da diverse località d’Europa che avevano dovuto abbandonare, alla ricerca di un riparo
dalla persecuzione antisemita.

Con l’auto raggiungiamo Borgo San Dalmazzo e risaliamo la Val Gesso in direzione di Valdieri.
Passato il paese, prendiamo per Sant’Anna di Valdieri e continuiamo per le Terme di Valdieri.
Da qui una strada un po’ sconnessa (che avrebbe bisogno di essere ripristinata), conduce al parcheggio di
Pian della Casa del Re, passando prima il piccolo parcheggio di Gias delle Mosche, volendo altro punto di partenza.
E’ una splendida giornata di sole di inizio autunno, ma la temperatura alle 9 di mattina segna un grado.
Scegliamo quindi di salire la parte del pendio più assolata, partendo appunto da Pian della Casa del Re, ed evitare
tratti in ombra per la presenza di ghiaccio sul sentiero.
Il sentiero è molto facile, con pendenza regolare e moderata e dopo qualche passo iniziamo a scaldarci.
Saliamo tra larici e bassa vegetazione portandoci in direzione dei laghi di Fremamorta, fermandoci spesso ad
ammirare le montagne di una bellezza ed imponenza assoluta che caratterizzano la destra orografica della valle.
Le più famose sono sicuramente l’Argentera (con una fresca spruzzata di neve sulla punta), il Corno Stella e
la Cima di Nasta.
Sotto quest’ultima spicca il Rifugio Remondino, chiuso in ottobre, con al suo fianco la Madre di Dio,
una montagna severa.
Di fronte a noi invece si vede chiaramente il sentiero che, per sfasciumi e pietraie, sale il Vallone di Ciriegia e
attraverso l’omonimo colle scende in Francia.
Più a sinistra, la Cima di Ciriegia e la Cima di Mercantour.
Che posti e che spettacolo!
Dopo numerose foto continuiamo a salire fino ad un bivio al quale ci teniamo a destra.
Per il sentiero di sinistra, scenderemo nel pomeriggio.

Man mano che saliamo i larici scompaiono lasciando il posto all’erba e alla roccia.
Qualche camoscio davanti a noi si fa appena vedere per poi scappare via subito.
Saliamo sempre agevolmente anche su tratti che diventano mulattiera, un tempo sentieri di
caccia del re Vittorio Emanuele II.
Ci portiamo sotto la Cima Guiglia, un piccolo panettone erboso, e arriviamo al lago mediano di Fremamorta, in un
luogo magico sotto le rocce verticali del gruppo di Bresses.
Tralasciamo a destra la traccia che porta al lago sottano, al Rifugio Valasco e al Rifugio Questa, mete di
future gite e prendiamo a sinistra verso i laghi soprani.
Dopo pochi metri facciamo una piccola sosta al Bivacco Guiglia, un classico bivacco a botte di alta montagna,
colorato di un rosso acceso.
Da qui abbiamo un ampio e magnifico panorama su tutta la Valle Gesso e sui monti di fronte a noi.
Più in lontananza, lungo la strada che prenderemo, vediamo già il Colle di Fremamorta e la cima sulla destra:
la nostra meta finale.
Un vero spettacolo!
Ci portiamo verso i laghi soprani di Fremamorta passando accanto all’ex caserma Umberto I.
Costruita nel 1894, ospitava 130 uomini e 4 ufficiali.
Alcune ristrutturazioni l’hanno ampliata con locali a sè stanti e una cucina.
Nelle vicinanze vi sono anche i ruderi di un vecchio magazzino-scuderia.
Dopo ancora pochi metri raggiungiamo i laghi soprani, caratterizzati da una limpidezza e un colore delle acque unico.
Il sole che vi si riflette dona un tocco di magia a questa cartolina.

Lasciamo i laghi, ignoriamo per ora la deviazione che scende a sinistra a Pian della Casa del Re e
proseguiamo sempre sul comodo sentiero che, dopo una parte molto rilassante su questo altipiano in mezzo ai laghi,
sale ora con più decisione verso il Colle di Fremamorta.
A tornanti su pietraia affrontiamo questo pendio.
Sulla nostra destra, incredibile, ecco spuntare un altro lago di un blu intensissimo.
Pazzesco, ma quanti laghi ci sono?
La cartina purtroppo non riporta il nome esatto del lago che si trova ad una quota di circa 2.543 metri.
Raggiunto il colle abbiamo una visione più completa di questo luogo incredibile.
Un altopiano costellato di laghi, uno più bello dell’altro.
Al colle troviamo anche un piccolo posto d’osservazione militare e una casermetta difensiva, posta all’imbocco della
salita alla cima.
Questa è una struttura imponente e per fortuna ancora in ottimo stato di conservazione.
Sono ancora presenti le porte in colore mimetico, gli infissi alle finestre e anche le brandine dove dormivano i soldati.
In totale 60 uomini potevano essere ospitati qui.
A sinistra parte il sentiero, ben visibile, che conduce in cima.

Sale deciso con un po’ di esposizione e qualche tornante fino alle rocce sommitali, ma senza difficoltà tecniche.
Facendo attenzione a non scivolare e a non far cadere pietre, in breve raggiungiamo la croce di vetta.
E’ fatta e che spettacolo da quassù!
In lontananza vediamo il mare della Francia e anche un tratto di costa, mentre sotto di noi nella medesima direzione le
pareti verticali di Fremamorta scendono a picco in Val Vesubie, nel Parco del Mercantour.
Anche in questo versante notiamo numerosi laghi, bellissimi, sempre chiamati di Fremamorta con, al centro,
la traccia che risale fino al colle.
Tutto intorno siamo circondati da montagne stupende quali l’Argentera, il Corno Stella, la Cima di Nasta,
il Monte Matto, il Malinvern e il Bresses.
Da qua insomma non vorremmo più scendere.
L’arrivo della sera e la copertura nuvolosa del pomeriggio ci fanno purtroppo smettere di sognare e tornare alla realtà.
Iniziamo ad abbassarci tornando al Colle di Fremamorta e poi alla base del laghetto senza nome.
Qui al bivio prendiamo il sentiero che scende a destra, e dopo numerosi tornanti si ricongiunge col tratto di sentiero
affrontato in mattinata salendo.
Proprio in questo punto un’ultima sorpresa ci attende, un bel gruppo di camosci questa volta si fa fotografare
mettendosi in posa.
Scendiamo ancora, passiamo la deviazione che a destra conduce al Rifugio Regina Elena, e a pomeriggio
inoltrato raggiungiamo Pian della Casa del Re, ripromettendoci di tornare e portando questi luoghi nel cuore.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
Un ringraziamento particolare a: Martha Consolino


Note: un’escursione imperdibile nel cuore delle Alpi Marittime senza difficoltà tecniche, al cospetto di cime e
gruppi famosissimi quali l’Argentera, il Corno Stella, il Malinvern, il Bresses e il Mercantour.
Nei pressi dei laghi il Bivacco Guiglia offre riparo in caso di emergenza.
Il tratto finale che porta in cima è leggermente esposto e richiede un minimo di attenzione, ma il sentiero ben
tenuto non presenta alcuna difficoltà.
Lungo il percorso si possono notare i resti delle fortificazioni militari utilizzati nelle Guerre Mondiali.