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Lago D’Avino 2.246 m. (Italia – Alpe Veglia)
“luogo selvaggio e bellissimo di alta montagna, a ridosso del Monte Leone, isolati dal mondo”

lago davino


Località di partenza:
Ponte Campo 1.319 m.
Quota di partenza: 1.319 m.
Quota di arrivo: 2.246 m.
Località di arrivo: Lago D’Avino 2.246 m.
Dislivello: 927 m.
Posizione: Parco Naturale Alpe Veglia e Devero
Difficoltà: E [scala livelli difficoltà]
Ore: 3h 30 minuti
Periodo: da metà giugno a metà ottobre (da valutare a secondo delle condizioni di innevamento)
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

 

Il lago D’Avino si trova nella conca dell’Alpe Veglia, a ridosso delle pareti del Monte Leone.
Luogo selvaggio di alta montagna, poco frequentato e copertura cellulare completamente assente.
Curiosità: 1.550 m. sotto il lago D’Avino, troviamo il tunnel del Sempione che collega l’Italia alla Svizzera.
E’ un luogo isolato, a me è piaciuto molto anche per questo motivo.
Sono posti dove si riesce veramente ad apprezzare la montagna.
Il silenzio e la bellezza delle pareti del Monte Leone che si specchiano nel lago, unito all’ampio manto erboso
ricoperto di fiori e di colori, faranno da contorno a questa gita.

Bisogna arrivare in macchina fino a Varzo, per poi proseguire su una strada asfaltata e tortuosa fino a San Domenico.
Raggiunto San Domenico proseguire sempre in auto fino a Ponte Campo.
Il punto di partenza della nostra escursione è stato Ponte Campo 1.310 m. dove abbiamo parcheggiato in un
prato per la modica cifra di 3€ tutto il giorno.
E’ domenica mattina, siamo a metà del mese di luglio e l’obiettivo di oggi è quello di raggiungere un posto
appena sotto il Monte Leone.
Inizia qui da Ponte Campo il percorso a piedi che in circa 50 minuti su ampia strada sterrata,
ci porterà fino alla cappella del Groppallo.
Questo primo tratto è ripido, c’è parecchio dislivello, ma non presenta difficoltà.
Tuttavia sulla destra orografica c’è una forte esposizione che termina 50 metri più in basso nel torrente.
Uno sguardo all’indietro e appare meravigliosa tutta la vallata che scende fino a San Domenico.
Si resta incantati, obbligatorio fermarsi e fare qualche foto.

Proseguiamo per circa 10 minuti oltre la cappella del Groppallo, su un ampio sentiero pianeggiante che
porta alla Piana del Veglia.
Poco prima di entrare nella Piana del Veglia (posto da favola con le sue immense pinete e i suoi immensi pianori erbosi),
passiamo e superiamo un ponte in pietra.
Sulla sinistra vediamo delle casette in pietra di un piccolo paese: l’abitato di Cianciavero.
Dobbiamo quindi entrare in questo minusoclo borgo e superare Cianciavero per proseguire su un sentiero
che ci condurrà fino al Lago D’Avino.

Il sentiero è ben segnalato, ben tracciato lungo tutto il tratto, con cartelli, con i classici segni rossi e bianchi e
salendo in quota, con gli immancabili “omini in pietra”.
Tuttavia per conferma, chiediamo a una signora che troviamo nel paese di Cianciavero, che ci rassicura sulla
correttezza del percorso da noi preso.
Poco dopo l’abitato di Cianciavero, si trovano le “marmitte dei giganti”, che sono dei pozzi glaciali,
creati dall’erosione dell’acqua sulla roccia.
Immaginate come una sorta di grosse vasche in pietra naturale, piene di acqua, alimentate da una cascata continua.
Fosse acqua calda, sarebbe niente male rilassarsi e fare un bagnetto, ma è l’acqua
che arriva dai ghiacciai del Monte Leone, quindi a temperatura piuttosto fresca….
Superate le “marmitte dei giganti”, arrivati al Pian Cucco, ci sarà un bivio con due possibilità di percorso:
sentiero ripido o sentiero facile.
Il tutto scritto con vernice rossa e bianca sopra una pietra con 2 frecce o a destra o a sinistra: mitico!!
Noi abbiamo optato per il percorso “facile”, e per quasi il 50% della camminata, attraversiamo delle magnifiche
pinete, per poi essere immersi in cespugli di rododendri fino ad arrivare in quota.
Silenzio e profumi sono stati i nostri compagni di viaggio.

Terminate le piante, il sentiero si inerpica abbastanza deciso fino al lago.
Il percorso totale da Ponte Campo al lago D’Avino prevede un dislivello di quasi 1.000 m. che abbiamo percorso
in circa 3h e 30 minuti con andatura normale ma costante.
Dalle baite di Cianciavero fino al lago, abbiamo incontrato solo 2 persone: stupendo !!
Questa è la montagna che amo, poco frequentata, da apprezzare e vivere in tutta la sua bellezza !!
Praticamente nessuna traccia umana al lago, e siamo a metà luglio.
Il paesaggio è meraviglioso, con acqua azzurra/verde.
Prati pieni di fiori da un lato, e nevai ancora presenti a ridosso della zona del Monte Leone, residui di grosse slavine
scese dalle ripide pareti.
Dal lato opposto del lago si intravvede un falso piano che si perde a vista d’occhio e che andrebbe
esplorato per ammirare lo spettacolo di questi luoghi.
E’ il Passo FNE che porta ad altri laghetti e che permette un lungo giro ad anello.

Giunti al lago ci rilassiamo, ammiriamo il luogo, mangiamo qualcosa che ci siamo portati.
Ma abbiamo bisogno di fare le foto a tutti i fiori, ai loro colori, alle loro forme perfette.
Il colore dell’acqua verde / azzurra ci ha stregato.
Accanto il bianco della neve, ma anche il verde dei prati.
Un arcobaleno di colori naturali. 
Purtroppo oggi non possiamo più andare avanti, abbiamo già percorso mille metri di dislivello e
dobbiamo considerare il sentiero di discesa che ci aspetta.
Un vero peccato, perchè questi posti sarebbero da vivere per giorni.
Ci piacerebbe dormire qui, in una tenda, ascoltando il silenzio della notte, per poi ammirare l’alba.
Dal lago è ben visibile la Piana del Veglia, con le casette grandi come formiche.
Sui 360 gradi, nevai, montagne e pinete.
Giro stupendo, assolutamente da fare se amate e apprezzate il paesaggio montano e i luoghi selvaggi.
Portate con voi acqua e cibo, perchè non troverete nessun punto di ristoro e come scritto in precedenza,
la copertura cellulare è zero!
Scarponi, zaino e l’immancabile giacca a vento, completano l’equipaggiamento.

Dalla parete Est del Monte Leone sbucano i raggi del sole.
Non è un’escursione complessa.
E’ adatta a tutti gli amanti del trekking, bisogna mettere in conto i mille metri di dislivello partendo da Ponte Campo.
Consiglio di andarci e di saper ascoltare il silenzio.
Il periodo ideale per questa escursione è compreso tra metà giugno e inizio ottobre.
Bisogna però considerare l’innevamento: potrebbero essere ancora presenti nevai nel mese di giugno
e questo renderebbe complicata la salita.
Nel caso, i ramponcini sono indispensabili per garantire tenuta e sicurezza.
Che posto !!
Che bella montagna !!
Il lago ha una profondità di 30 metri e misura circa 1 km di lunghezza per 500 metri di larghezza ed è
servito come bacino idroelettrico.
Vale la pena riflettere sulla bellezza del mondo che ci circonda e imparare a rispettarlo e amarlo, perchè
questi sono i veri tesori, tutto il resto sono solo futili beni materiali.
Montagna straordinariamente pura !!!

Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Andreina Baj

lago davino


Note:
escursione molto panoramica che ci ha portato in un posto poco frequentato e dove si percepisce
il “vero valore” della montagna.

Qui regna il silenzio, la tranquillità, in un posto dove la bellezza è data dall’ambiente che ci circonda, restato ancora
“come una volta”, raggiungibile solo in alcuni periodi dell’anno e inaccessibile per molti lunghi mesi.

C’è da considerare 1.000 m. di dislivello da Ponte Campo, il sentiero è ben segnalato, anche se la
segnaletica andrebbe migliorata, in particolare in prossimità di alcuni bivi.

Luogo incantevole.