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Monte delle Scale 2.495 m. (Italia – Valtellina)
Un luogo aereo e altamente panoramico. Una varietà di ambienti unica. Un percorso ricco di storia. Un tramonto magico.

monte delle scale

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Località di partenza:
parcheggio presso le Torri di Fraele

Quota di partenza: 1.939 m.
Quota di arrivo: 2.495 m.
Dislivello: 556 m.
Posizione: fra la Valle di Fraele e la Valdidentro
Difficoltà: EE [scala delle difficoltà]
Ore: 4h a/r
Periodo: da inizio giugno a metà ottobre
Attrezzatura richiesta: nessuna
Discesa: per la Valle di Fraele e il Lago delle Scale
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Un giro ad anello spettacolare, con la guida di Laura Besseghini (Accompagnatore di Media Montagna).
Un luogo aereo e altamente panoramico.
Una varietà di ambienti unica. Un percorso ricco di storia. Un tramonto magico.
Questi gli ingredienti di un’escursione che consiglio a tutti.
Solo nella prima parte, (assieme a due salti di roccia nella seconda), occorre prestare attenzione essendo un po’
tecnica ed esposta.
Per il resto è una salita grandiosa con panorami incredibili dall’inizio alla fine.
Raggiungiamo le Torri di Fraele provenendo da Bormio per il Passo del Foscagno.
In località Fiordalpe abbandoniamo la statale e seguiamo le indicazioni per i laghi di Cancano.
Dopo qualche tornante ci muniamo di biglietto alla macchinetta automatica, (la strada è a pagamento) e saliamo
superando due gallerie e le torri.
Parcheggiamo quasi subito sulla sinistra in un largo spiazzo, per poi raggiungere il Lago delle Scale.

le Torri di Fraele

Prima della salita vera e propria possiamo visitare queste torri, costruite nel 1481 da Ludovico il Moro a
difesa del percorso che collegava la Valtellina all’Engadina.
Si trovano a 1930 metri e fanno parte di una fortificazione ormai andata distrutta, che doveva garantire una
percorrenza sicura del Passo di Fraele (o delle Scale).
Il nome “Scale” deriva infatti dai traversini di legno che venivano appoggiati sul pendio sottostante per facilitarne
la percorrenza e, in caso di bisogno, tolti velocemente per ostacolare eventuali nemici.
Queste torri avevano principalmente una funzione di controllo, ma servivano anche per inviare messaggi in caso
di pericolo, tramite segnali luminosi o fuochi accesi sulla loro sommità.
Furono teatro di forti scontri militari e abbattute dai grigioni nel 1526.
Oggi, dopo un restauro, risultano visitabili.

La torre occidentale, alta 13 metri, è quella meglio conservata.
Il panorama che si gode da qui è stupendo, praticamente su tutta la Valdidentro, dove a fare da sfondo emergono
la Cima Piazzi e il Monte Vallecetta.
Dal parcheggio prendiamo la mulattiera sul lato opposto della strada che sale verso il Monte delle Scale.
Il percorso in questa prima fase, sale con pendenza regolare e a tornanti tra la vegetazione, lungo la dorsale
occidentale della montagna.
Siamo già in posizione abbastanza aerea da avere una vista superba sulla Valdidentro, i Plator e la Cima Piazzi che
andando verso il tramonto iniziano a tingersi di rosa.
La mulattiera prosegue fino al limite boschivo e arriva sotto le rocce della cima ovest.
Qui finisce la parte facile e “rilassante” e inizia un sentierino molto aereo ed esposto lungo il fianco meridionale.

Appena messo piede sul sentiero rimaniamo a bocca aperta dalla posizione in cui siamo.
Sotto di noi vediamo direttamente il paese di Isolaccia e poco più lontano Bormio, oltre 1.000 metri più in basso!
La vegetazione è scomparsa e ha lasciato il posto alla roccia e alla ghiaia.
I primi passi sono abbastanza agevoli, la traccia rimane comoda sotto la cima Ovest.
E’ un percorso incredibile, difficile da spiegare a parole.
Per rendere l’idea, sembra di percorrere la via delle Bocchette sul Brenta, solo che in questo caso,
non serve l’attrezzatura da ferrata.
Aggiriamo uno spigolo di roccia, facendo attenzione a non scivolare e a mettere correttamente i piedi.
Uno stambecco poco più in alto ci osserva incuriosito.
Affrontiamo un tratto sfasciumato in cui la traccia si restringe, poi uno attrezzato con catene.
Nulla di difficile, ci teniamo contro la roccia e dopo un successivo tratto con catene, (attenzione, non sempre
potrebbero essere tese), giungiamo alla porta di un forte militare costruito nella roccia.
Siamo fuori dal tratto più tecnico.
Entriamo direttamente nel fortino, dove sono allestiti solo alcuni pannelli informativi riguardanti la Grande Guerra,
prima di uscire…dalla parte opposta!

Siamo passati dal versante meridionale a quello settentrionale, entrando dalla porta di un fortino e
percorrendo una breve galleria.
Incredibile.
Tunnel e sentieri creati dai soldati per combattere in quota.
All’uscita della galleria una sorpresa ci accoglie, facendoci rimanere di nuovo a bocca aperta.
Niente più rocce (per il momento), o ghiaia, ma un bel pianoro verde con anche alcune panchine e tavolini da picnic.
Questo spiazzo si trova poco prima della cima, e sul sentiero che sale dal Lago delle Scale che andremo poi a
percorrere in discesa.
Tutto intorno sono evidentissimi i resti della guerra.
Trincee, spezzoni di filo spinato e ruderi di vecchi ricoveri in pietra.

Intanto il sole scende sempre di più portandoci verso il tramonto e la sera.
Voltandoci a sinistra iniziamo a vedere i laghi di Cancano e S. Giacomo di Fraele tingersi di rosa, mentre di fronte a noi
si staglia la Val Forcola e tutta la valle con la strada che conduce al Passo dello Stelvio.
A destra invece, un bel sentierino solo lievemente esposto su ghiaietto, ci conduce in breve in cima al Monte delle Scale,
(dove la roccia torna padrona) dominato dalla famosa croce che si nota chiaramente anche da tutti i paesi sottostanti.
Sotto la croce, la statua di un soldato e, nei pressi, anche una rosa dei venti che aiuta a riconoscere le vette circostanti. L’emozione di stare quassù è incredibile, con un panorama tutto intorno a noi incomparabile.
Bormio col Monte Vallecetta, la Valfurva col Sobretta, la Valdidentro con la Cima Piazzi e poco più a destra la Val Viola. Continuiamo con lo Stelvio e l’Ortles, la Punta di Rims e il Piz Umbrail, la Val Forcola e la Valle di Fraele,
con i due stupendi laghi.
Uniamo a questo incanto un tramonto spettacolare che colora le cime in modo surreale e ci avvolge di un’atmosfera fiabesca.
Non stiamo fantasticando, non stiamo sognando.
Un luogo così esiste veramente e il momento particolare della giornata in cui viverlo è questo: il tramonto, il migliore.

Abbiamo evitato il caldo della giornata ed anche la gente, che normalmente sale dal versante più dolce e si affolla in cima.
Stiamo percorrendo uno dei percorsi ad anello più belli in zona.
Dopo aver assistito ad un tramonto favoloso iniziamo la discesa.
Ripercorriamo a ritroso il sentiero fino al pianoro con le panchine, in prossimità dell’uscita del tunnel.
Da qui proseguiamo dritti seguendo il sentiero in direzione dei laghi, alternando tratti di erba e ghiaia
con pendenza moderata.
Sotto di noi, ormai in veste serale, sempre i laghi di Cancano con la diga artificiale.
La discesa non presenta particolari difficoltà lungo questo versante, occorre solo fare attenzione a due tratti tecnici su
roccia nei quali ci aiutiamo con le mani.
Superati questi punti più ripidi, la discesa è agevole fino al Lago delle Scale.
Ormai è sera e noi accendiamo i frontalini per l’ultimo pezzo nella bassa vegetazione, deviando a sinistra giunti
in prossimità del lago.
Camminiamo senza far rumore, la leggenda vuole che le sue acque siano abitate dalla figura demoniaca
dell’Angelo Nero che appare all’imbrunire, un mostro a due facce invulnerabile alle maledizioni umane e crudele con
chi accetta di servirlo e poi lo tradisce.
Il sentiero è sempre evidente e non ci si può sbagliare.
Solo negli ultimi metri qualche tronco di traverso sbarra il sentiero e bisogna scavalcarlo.
Stranamente non sono stati rimossi, così come non troviamo “aperta” la palizzata di legno che divide i prati dalla
strada sterrata, quasi a delimitare un recinto.
Scavalchiamo o passiamo in mezzo alle assi, e raggiungiamo il parcheggio da dove siamo partiti.
E’ buio e le Torri di Fraele, illuminate dai faretti, ci indicano il percorso verso il fondovalle.
Dell’Angelo Nero per fortuna nessuna traccia.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
Un ringraziamento particolare a: Laura Besseghini

camoscio monte delle scale


Note:
la salita alla croce del Monte delle Scale con questo giro ad anello, è un’escursione magnifica
e di grande soddisfazione.
Pur senza difficoltà tecniche e alpinistiche, la gita non è adatta alle famiglie coi bambini e richiede passo
sicuro e assenza di vertigini data la forte esposizione del versante che si affaccia sulla Valdidentro.
La salita si può effettuare anche dal Lago delle Scale con percorso meno tecnico.