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Monte San Primo 1.682 m. – passaggi lungo la cresta –
(Italia – Bellagio – frazione S. Primo)

percorrere la dorsale del Triangolo Lariano che dal Monte San Primo arriva fino al Monte Ponciv, equivale ad essere
su una balconata con la vista che spazia dal Lago di Como alla Pianura Padana, dal Monte Rosa fino al Lago di Pusiano

monte san primo cresta est


Località di partenza: Frazione San Primo (Comune di Bellagio) 1.116 m.

Punto di partenza: 1.116 m.
1° Punto intermedio: Alpe dei Picett / Rifugio Martina 1.300 m. 
Punto di arrivo: Monte San Primo 1.682 m.

2° Punto intermedio: Cima del Costone 1.611 m.
3° Punto intermedio: Monte Ponciv 1.452 m.
Dislivello complessivo: 566 m.
Tempo impiegato: 1h e 25 minuti dalla Frazione San Primo, al Monte San Primo
Tempo complessivo: impiegato per l’intero giro ad anello: 2h 45 minuti
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Periodo consigliato: da metà marzo a metà novembre (previa verifica delle eventuali condizioni di innevamento)
Attrezzatura richiesta: classica da trekking

Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Con un meteo tipicamente autunnale, tra nuvole basse, qualche timida schiarita e parecchia nebbia,
siamo saliti al Monte San Primo, che sovrasta il Lago di Como nei pressi della biforcazione di Bellagio.

Il giro che vi raccontiamo oggi è un anello che ci ha riportato allo stesso punto di partenza, e permette di percorrere
una parte della dorsale che dal Monte San Primo vi farà arrivare alla Cima del Costone 1.611 m. e successivamente
al Monte Ponciv 1.452 m.

Siamo in uno tra i punti più panoramici del Triangolo Lariano, quasi sopra la biforcazione dei due rami del lago,
che regala degli scenari e delle visuali di altissimo pregio.

Nel nostro caso, le nuvole e la nebbia che andavano e venivano, hanno un pò “rovinato la festa”, ma hanno
anche saputo rendere molto caratteristico l’ambiente d’autunno inoltrato nel quale ci siamo trovati.

Inoltre i raggi del sole, cercando di intrufolarsi tra le nuvole, hanno creato un gioco di luci in “stile proiettore”,
andando a illuminare delle aree, lasciando “spente” altre zone, “accendendo” e mettendo in risalto i magnifici
colori autunnali, tipici di questa stagione.

Benvenuti o ben tornati sulle pagine del nostro sito.

monte san primo bellagio

Dopo due giorni di pioggia, una breve schiarita prevista solo per la giornata di oggi, ci ha permesso di salire
sul Monte San Primo.

Siamo sulla sponda Occidentale del Lago di Como.
I sentieri che conducono sulla vetta del Monte San Primo sono almeno 3 e partono da punti diversi.
E’ possibile salire dalla Colma di Sormano, che prevede un percorso più lungo, ma con minore dislivello,
con partenza dalla stessa Colma di Sormano 1.122 m.

E’ possibile salire dal Pian Rancio, con partenza dal borgo di Civenna, o in alternativa com’è stato nel nostro caso,
abbiamo optato per il sentiero che parte dal parcheggio del Parco Monte San Primo.

Vi andiamo a descrivere e dettagliare quest’ultima soluzione.
In auto abbiamo raggiunto la frazione San Primo tramite la strada provinciale che attraversa il paese di Canzo, Asso,
Magreglio e altri borghi intermedi.
La frazione San Primo è il punto di partenza del trekking di oggi.

Mentre con la macchina ci stavamo avvicinando, ci siamo fermati nel Parco Bellavista di Civenna, per scattare alcune
foto del sole che sorgeva e spuntava tra le nuvole sopra le acque del lago.

Vi riporto qui sotto un piccolo estratto di questa poesia.

parco bellavista civenna
parco bellavista civenna

Arrivati alla frazione San Primo, partono due differenti percorsi di salita.
Il sentiero che dal rifugio conduce al Monte San Primo, pur non presentando particolari difficoltà, è quello che
sviluppa in poco tempo un maggiore dislivello rispetto a tutti gli altri.

Dal parcheggio, ci siamo incamminati sull’ampia strada poderale che sale verso il Rifugio Martina, e che fin da subito
si addentra all’interno di un bosco.

Il tracciato che conduce al rifugio è ben evidente, oltre che ben segnalato, la poderale è ampia ed è adatta anche
alle famiglie con bambini.

Pini, castagni, querce e betulle, saranno i primi vostri compagni di salita.
Lungo il percorso, ci siamo fermati ad osservare una tela di un ragno.
Vi sembrerà banale, ma in realtà è un’opera di ingegneria, perfettamente concepita, e realizzata, per resistere
alla tensione, alla pressione e al peso, ma al contempo essere elastica e flessibile.

la tela del ragno

Superiamo e aggiriamo un cancello in legno, e proseguiamo per una quindicina di minuti su un terreno
che si alterna tra la terra battuta e il cemento, portandoci all’Alpe dei Picett e poco dopo al Rifugio Martina, del quale
intravvediamo l’ampia vetrata adibita a sala da pranzo.

Il rifugio, facilmente raggiungibile in circa 20 minuti dal parcheggio, è una struttura con un’ampia sala interna
e una terrazza esterna, dalla quale si apprezza una vista molto aperta sul Lago di Como.

La specialità del Rifugio Martina è la polenta, con varie tipologie di condimenti.
Il percorso che conduce verso il Monte San Primo prosegue aggirando il rifugio, risalendo un ripido prato erboso,
per poi addentrarsi all’interno di un fitto bosco.

I colori autunnali, le foglie alcune ingiallite e alcune già marroni, che ricoprono il terreno, rendono gradevole
questi passaggi tra gli alberi.

I raggi del sole filtrano tra i rami, ma si alternano con la nebbia che incontriamo lungo la salita e che tenta
di entrare per avvolgere tutto.

Il sentiero che risale per intero il bosco, in alcuni tratti è mascherato dalle tante foglie cadute.
La pioggia dei giorni precedenti, ha reso fangoso il terreno, che ricoperto dal fogliame, risulta essere piuttosto
scivoloso in diversi punti. 
Nulla di complicato, ma è necessario prestare attenzione.

Dal Rifugio Martina al Monte San Primo, la salita è costante.
Questo tratto della durata di circa un’ora, è quello nel quale si affronta la maggior parte del dislivello previsto.

sentiero di salita monte san primo
sentiero di salita monte san primo
sentiero di salita monte san primo

I funghi che spuntano dal terreno, le felci, il marrone del tappeto di foglie, l’azzurro del cielo, il bianco dell’umidità
della nebbia, ci hanno accompagnato lungo tutto il tragitto all’interno del fitto bosco.

Quest’ultimo si dirada fino a scomparire quando si arriva a circa 15 minuti dalla vetta.
Usciti dalla vegetazione, voltandosi e guardando all’indietro, si apprezza la punta di Bellagio che segna la
diramazione tra i due rami del lago.

Che vista, che panorama, che spettacolo.

monte san primo Bellagio Como

Tuttavia, quando ci avviciniamo e ci portiamo sulla linea di cresta della dorsale, siamo totalmente immersi tra le nuvole.
Un vero peccato, perché da qui la vista spazia dal Lago di Como alla Pianura Padana, dal Monte Rosa,
alle Prealpi Comasche, fino a intravvedere il Lago di Pusiano.

La croce di vetta, posta a 1.682 m. di altitudine, è stata posata il 14 agosto del 1971.
E’ una croce in acciaio che ha nella parte alta un piccolo sportellino, nel quale è custodito il libro di vetta,
dov’è possibile scrivere il proprio pensiero. 
Le nuvole mosse dal vento, spostandosi, aprono e chiudono il sipario come al teatro.

Lo spettacolo in questo caso, sono le colline, le montagne e i laghi che si intravvedono in alcuni spiragli.
Certamente una vista “piena” l’avremmo preferita, ma non vi nascondo che questo scenario ha comunque il suo fascino.

monte san primo Bellagio
monte san primo Bellagio
monte san primo Bellagio

Dopo una sosta nei pressi della croce, il nostro consiglio è quello di proseguire il giro ad anello, andando
in direzione della Colma di Sormano.

Dalla croce di vetta, abbiamo due differenti tracciati.
Mantenendo la sinistra, si avanza lungo la linea della cresta est che porta prima alla Cima del Costone (1.611 m.)
e successivamente al Monte Ponciv (1.452 m.) e regala degli scenari e delle visuali bellissime.

In alternativa, è possibile proseguire mantenendo la destra, seguendo un ampio sentiero (denominato
Passo di Terrabiotta – Monte San Primo) che in leggera discesa prosegue e ci accompagna dolcemente lungo
un cammino rilassante e piacevole.

In questo caso, la vista è rivolta verso il Lago di Pusiano e all’orizzonte verso la Pianura Padana.
Noi abbiamo percorso questa poderale per circa 20 minuti, arrivando a trovare delle indicazioni nei pressi di
alcuni ripetitori della televisione.

Alle indicazioni, per ritornare verso la frazione San Primo, bisogna girare a sinistra e iniziare il percorso di discesa
lungo la “Dorsale del Triangolo Lariano”.

Monte San Primo Bellaggio
Monte San Primo Bellaggio
Monte San Primo Bellaggio
Monte San Primo Bellaggio
Monte San Primo Bellaggio
Monte San Primo Bellaggio

Il sentiero di discesa inizialmente avviene su un prato erboso, che ben presto si addentra all’interno di un bosco
e in circa 40 minuti ci porta all’Alpe di Borgo 1.180 m. dove troviamo un alpeggio, e gli impianti di risalita
delle piste da sci che salgono al Monte Forcella (1.322 m.).

Piste da sci che un tempo quando nevicava abbondantemente erano in uso, oggi le scarse precipitazioni
e le temperature elevate, rendono questi impianti praticamente inutili nella stagione invernale.

Dall’Alpe di Borgo, in circa 10 minuti seguendo la poderale, si arriva alla Frazione San Primo ritrovando il parcheggio.
Si chiude così un giro ad anello che ci ha permesso di percorrere la dorsale e la cresta del Monte San Primo,
oggi con i colori tipicamente autunnali e le prime nebbie della stagione.

Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Andreina Baj

sentiero di rientro Alpe di Borgo


Note:
il Monte San Primo è uno tra i più alti del Triangolo Lariano ed è particolarmente panoramico,
inoltre la possibilità di percorrere agevolmente le dorsali in cresta, permette di ammirare il panorama da punti
di vista differenti.

Il sentiero di salita che dal Rifugio Martina ci porta fino alla croce di vetta, non presenta difficoltà.
Tuttavia, con terreno bagnato, le foglie cadute dagli alberi e il fango, possono rendere scivolosa la tratta in alcune zone.
Vi consigliamo di valutare il giro ad anello, (come indicato nella mappa) che vi porterà sulla Cima del Costone
e successivamente al Monte Ponciv, per poi scendere all’Alpe di Borgo.

Non ci sono sorgenti o fontane lungo il tracciato che, nel periodo estivo, è totalmente esposto al sole.
Consiglio quindi di portarsi le borracce.

Andreina Baj
Michele Giordano abitarelestremo