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Traversata Alpe Devero – Passo della Rossa – Lago di Geisspfad
Alpe Devero 1.634 m. – Piani della Rossa 2.051 m.
Passo della Rossa 2.474 m. – Lago di Geisspfad 2.420 m.
(Italia – Parco Naturale Veglia – Devero con sconfinamento in territorio svizzero)
lungo e impegnativo percorso di trekking che ci farà scoprire 3 laghi semi glaciali dai colori indescrivibili, rocce rosse,
pietraie, nevai, paesaggi lunari: un susseguirsi continuo di emozioni…

lago della rossa al passo della rossa


Località di partenza:
Alpe Devero 1.634 m.

Località di arrivo: Lago di Geisspfad 2.420 m.
Quota di partenza: 1.634 m.
Quota di arrivo: 2.420 m.
Dislivello complessivo: 980 m.
Posizione: il Lago di Geisspfad si trova in Svizzera sul confine di Stato con l’Italia all’inizio del
Parco Naturale Veglia – Devero
Difficoltà: EE [scala delle difficoltà]
Ore: 4 per il percorso di salita + 3 ore per il percorso di discesa
Periodo: da metà giugno a fine settembre (previa attenta verifica delle condizioni di innevamento)
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Conoscete la canzone di Vasco Rossi “vivere una favola”?
La favola l’abbiamo vissuta noi oggi, in questo lungo e impegnativo giro che richiede attenzione, preparazione fisica,
senso dell’orientamento, capacità a muoversi su terreni prevalentemente formati da pietraie e mettendo in conto alcuni
passaggi con esposizione;
ma che regala panorami, laghi semi glaciali e paesaggi di una bellezza infinita
che appagano ampiamente, portando a casa un ricordo “unico” in tutto!!
Ma andiamo per ordine.
Bentornati o benvenuti nel nostro sito internet.
Era da almeno un mese che guardavamo sulla mappa questo percorso che ci ha intrigato fin da subito, che volevamo
scoprire e curiosare, ma che abbiamo annullato.
Una prima volta nel mese di giugno abbiamo rinunciato a causa della troppa neve al suolo,
e ci siamo fermati ai Piani della Rossa (qui trovate la descrizione completa), e una seconda volta abbiamo
annullato causa cattive condizioni meteo.

E’ un sabato pomeriggio di metà luglio e stiamo raggiungendo un B&B all’Alpe Devero dove trascorrere la notte, per
poter partire presto la mattina e affrontare la nostra escursione.

Il percorso di avvicinamento in auto prevede di prendere l’autostrada in direzione Gravellona Toce e proseguire sulla
strada statale fino all’uscita di Crodo.

Da qui bisogna seguire la strada per la Val Formazza e arrivati a un tornante, poco dopo il centro di Baceno, si gira a
sinistra seguendo per l’Alpe Devero.

La strada statale che sale all’Alpe Devero è abbastanza ripida, e tortuosa, ma non presenta difficoltà, passerete in alcune
gallerie ricavate all’interno della roccia, attenzione alla presenza di buche lungo il percorso.

A un certo punto troverete una sbarra dov’è necessario ritirare un ticket e si prosegue fino ad arrivare a un ampio
parcheggio scoperto, ma volendo c’è anche coperto all’interno di un silos, dove siamo andati noi, in quanto più comodo
e più ampio, anche se poco economico: 12€ al giorno.

Va detto però, che il parcheggio è a ridosso della Piana del Devero, è molto ampio, e noi abbiamo sempre trovato posto,
anche nelle domeniche di maggior affluenza.

Sono le 17 del pomeriggio, la Piana del Devero ci appare come sempre in tutta la sua bellezza, con i suoi ruscelli ricchi
d’acqua, le caratteristiche baite, i prati verdi, estese infinte di boschi di larici, le tante panche dove sedersi e apprezzare
tutto intorno le alte vette dalle quali, nonostante sia luglio inoltrato, si intravvedono ancora ampi nevai, residui di un
inverno particolarmente ricco di precipitazioni nevose e le fontane con acqua di sorgente.

L’Alpe Devero ha tutti gli ingredienti fondamentali per rigenerarsi dopo una lunga settimana di lavoro.
Silenzio, tranquillità e pace, uniti alla possibilità di fare un ampio e semplice giro ad anello di tutta la piana, ci fanno
ambientare e ci permettono di rilassarci in un luogo molto gradevole che ti fa piangere il cuore ogni volta che devi lasciarlo,
perché da questi posti non vorresti mai andare via.

Siamo nel Parco Naturale dell’Alpe Veglia – Devero.
Raggiungiamo in circa 20 minuti il B&B, posto leggermente sopra la Piana, in un luogo appartato, con tutto attorno il
prato all’inglese, 3 casette in legno e pietra, curate, piacevoli e con tutti i comfort.

Dalla nostra camera, un’ampia vetrata si affaccia direttamente sulla Piana, permettendoci di apprezzare il tramonto e
l’imbrunire, con i colori che cambiano con il calare del sole.

Spettacolo !!

Sveglia alle 6 della mattina, dopo una buona colazione, alle 7 siamo già in marcia.
Per semplicità: suddivido in 4 tratte (supportate dalla mappa che vi allego), il percorso di salita dall’Alpe Devero
fino al Lago Geisspfad in Svizzera.

La PRIMA TRATTA (percorso verde sulla mappa), parte dal ponticello di legno che trovate in Località Ai Ponti, all’ingresso
della Piana, dove si prosegue sempre dritto su ampia mulattiera, seguendo le indicazioni (che si trovano fin da subito),
per il Passo della Rossa.

In circa 15 minuti la poderale lascia il posto al sentiero che incomincia a risalire e ad addentrarsi in un fitto bosco di larici.
Incomincia qui la SECONDA TRATTA (percorso giallo sulla mappa), che privo di difficoltà sale senza sosta e ci porterà
fino a Piani della Rossa.

La temperatura esterna è di 8° e il sole incomincia lentamente a lambire il sentiero.
Per i primi 40 minuti si attraversa tutta la pineta, il sentiero è in costante ascesa, ma la progressione non è mai
particolarmente faticosa: alle nostre spalle iniziamo a vedere verso il basso la Piana del Devero che abbiamo
da poco lasciato.

Alla nostra sinistra lungo tutta la via, ci farà compagnia il Rio della Rossa, un torrente che forma delle piacevoli
cascate e alla nostra destra fiori e tratti erbosi non mancano mai.

Superiamo un breve tratto aiutandoci con una catena fissa, che ci permette di riguadagnare facilmente il sentiero,
nulla di complicato.

I pini si fanno più radi fino a scomparire, l’ambiente si trasforma in piccoli cespugli, molte rocce, il sentiero sale a
zig – zag fino ai Piani della Rossa che si presenta con un piccolo laghetto di acqua limpidissima tra rocce. 
Tutto attorno ampi massi di colore marrone tendente al rossastro, e una piccola croce di vetta, in ricordo di un’alpinista. 
Accanto, il cartello che indica l’arrivo ai Piani della Rossa 2.051 m. che dalla Piana del Devero abbiamo raggiunto in
un’ora e venti minuti.

Guardiamo sulla destra, dove intravvediamo un sentiero che sale, supportato da cartelli e da una grande scritta su una
roccia, che in modo chiaro e inequivocabile indica la direzione da seguire per la salita al Passo della Rossa.

Inizia qui la TERZA TRATTA (percorso rosso sulla mappa), che rappresenterà la parte più impegnativa e dove avremo
il maggior dislivello, unito a passaggi esposti che richiedono particolare attenzione.
Premetto che il percorso è molto ben segnalato, con i classici simboli “rossi e bianchi” presenti ovunque, che vi invito
a seguire scrupolosamente, senza mai abbandonare la traccia indicata, onde evitare di perdersi e trovarsi in difficoltà.

Dai Piani della Rossa prendiamo il sentiero che sale in modo deciso disegnando stretti zig-zag, intravvediamo alcuni
escursionisti “diventare piccoli” man mano che procedono, qui avremo un notevole dislivello da affrontare.

Ci rendiamo conto di quanto stiamo salendo, perché i Piani della Rossa, da poco lasciati, oramai si vedono già lontani,
piccoli e molto più in basso rispetto a dove siamo noi.

Dopo circa 40 minuti di salita ininterrotta, un passaggio accanto a un primo residuo di nevaio e l’incontro ravvicinato
con un cucciolo di marmotta, il sentiero termina sotto una bastionata che a prima vista sembra invalicabile, perché la
parete da superare (anche se per un piccolo tratto), è verticale.

A nostro supporto, troviamo una scaletta in ferro, (costruita nel luglio del 1964), con una ventina di gradini ravvicinati tra
loro che uno dopo l’altro permettono una salita sicura, e che ci fa approdare su un piccolo terrazzino dov’è posta una
targa in metallo.

La targhetta ringrazia l’Enel, il membri del soccorso alpino del CAI di Devero e l’ente del turismo di Binn (Svizzera), per
aver partecipato alla costruzione di questa indispensabile scaletta in ferro.

Arrivati sul piccolo terrazzino dopo aver risalito la scaletta, troviamo una catena fissa in ferro, con la quale bisogna aiutarsi
per salire e superare alcune rocce.

Successivamente, per altri 20 minuti, si rende necessario l’uso delle mani e delle braccia per la progressione.
Si guarda in alto dove fare presa con le dita delle mani, la roccia è ben salda, sicura, asciutta e lentamente passo dopo
passo ci si arrampica risalendo i gradini che andremo a scovare tra le pareti.

Stiamo percorrendo una via di salita parzialmente attrezzata, molto ben segnalata, ma che richiede particolare attenzione.
Sconsigliata in caso di pioggia, e assolutamente da evitare nel caso di neve o ghiaccio.
Troviamo qualche residuo di nevaio lungo questa tratta, ma che riusciamo ad aggirare, garantendo una presa ben salda e indispensabile tra lo scarpone e il terreno.
La “parte difficile” è superata nell’arco di mezz’ora, tramite l’uso continuo di mani, braccia e gambe che vanno in aiuto
uno con l’altro per garantire una sicura e costante salita.

Attorno a noi e non più così alte….le vette circostanti del Monte Croce 2.331 m., e del Pizzo Bandiera 2.817 m. insieme a
decine di altre punte e creste che si disperdono all’orizzonte.

Si prosegue quindi sempre tra le rocce per ulteriori 20 minuti e si arriva in una enorme conca.
Sembra di essere sulla luna…..
Inizia qui la QUARTA TRATTA (percorso arancione sulla mappa)
Il Passo della Rossa si presenta con una distesa enorme di sassi / macigni di colore marrone tendente al rossastro,
una pietraia immensa della quale non si intravvede la fine.
E’ un grande ed esteso falso piano, anche qui molto ben segnalato, parzialmente ricoperto da ampi nevai che in alcuni
punti raggiungono spessori di 2 – 3 metri nonostante il mese di luglio inoltrato.

Seguendo sempre i bollini rossi e bianchi progrediamo per circa un’ora 1/2 in direzione della nostra meta:
il Lago di Geisspfad.

Il percorso qui non è difficile, non c’è dislivello da superare, si sale e si scende dolcemente, ma richiede attenzione
perché il sentiero è presente solo in alcuni punti, tutto il resto lo si affronta tra le rocce che superiamo come cavallette
una dopo l’altra, attenendoci scrupolosamente ai tanti bolli segnaletici presenti: veramente molto ben indicato.

A un certo punto una sorpresa inattesa.
Davanti ai nostri occhi parzialmente nascosto tra le rocce, troviamo un primo piccolo, ma profondo lago azzurro / verde
con la neve che entra direttamente dentro da un pendio: un gran bel regalo dopo tanta fatica.
Ma ci basterà superare un nevaio e altre rocce per trovare un secondo lago, ben più ampio, con un’acqua trasparente di
colore verde, dove galleggiano blocchi di ghiaccio e neve che da sopra si immergono nell’acqua e da sotto risalgono,
e dove i raggi del sole fanno brillare le piccole onde che il vento crea.
Brillano di gioia anche i nostri occhi, perché lo spettacolo è unico, sembra un film.
Ci fermiamo ad ammirare, non si può fare altro.
Ci sediamo a guardare.
Che meraviglia, che colori, che silenzio che regalo di vita.
Ci complimentiamo uno con l’altro per essere arrivati fin qui, aiutandoci a vicenda in quella che è stata una salita
impegnativa, ringraziando Andreina per la sua costanza e per avermi sempre seguito come un’ombra.
Ci fermiamo ancora qualche minuto ad ammirare, e restare a bocca aperta e gustare tanta meraviglia inattesa e
“sbucata fuori” all’improvviso, perché questo lago, non lo si nota salvo metterci quasi i piedi dentro.
E’ nascosto tra le migliaia di rocce che lo sovrastano.
Si, è vero, sulla mappa era indicato in modo sommario e senza nome, ma nella realtà è tutta un’altra cosa, tutta
un’altra emozione.
Stiamo parlando di due laghetti stranamente anonimi, o da qualcuno chiamati Laghi della Rossa, in quanto la loro
presenza è legata alla quantità di neve caduta nel periodo invernale, perché sono alimentati prevalentemente dalla
fusione della massa nevosa.
L’inverno 2020 / 2021 è stato molto abbondante di neve, e l’acqua in questo caso (per fortuna) non manca.
Momenti unici che solo la montagna può regalarti e appagarti dall’impegno messo fin qui.

Ma dobbiamo ancora andare avanti, tra decine di “ometti in pietra”, per raggiungere la meta definitiva che intravvediamo all’orizzonte su una collinetta di pietra, con un “ometto” decisamente più grande e massiccio rispetto a tutti gli altri.
Ultima salita, ultimi nevai di cui alcuni in lieve pendenza, altri in piano, ed eccoci sul confine di Stato tra Italia e Svizzera.
Attorno a noi solo silenzio, il sole caldo e ogni tanto qualche raffica di vento più o meno intensa.
Davanti a nostri occhi un’altra sorpresa.
Più in basso c’è il Lago di Geisspfad, un enorme bacino d’acqua blu scura con all’interno ampi blocchi di ghiaccio
che galleggiano.
Nell’acqua si riflettono le montagne circostanti, ossia le vette di Geisspfad e le nuvole che scorrono veloci nel cielo.
Poco più distante il Lago di Zuesee.
Grandi nevai ricoprono in parte i percorsi che scendono verso questi due laghi, formando un mix di colori pazzesco:
bianco candido della neve, blu scuro dell’acqua, grigio del ghiaccio che galleggia sopra, il marrone del terreno circostante, l’azzurro del cielo e ancora il grigio chiaro di un’altra zona montuosa in parte a ridosso dell’acqua……
Ma in quale mondo siamo?
Ma dove si trova tanta bellezza?

La risposta è una sola, scritta anche su una targa che abbiamo fotografato: è il Parco Naturale dell’Alpe Veglia – Devero….
e ogni volta che ritorniamo in queste zone, scopriamo nuovi orizzonti, nuovi percorsi, nuove vie, nuovi scenari.
Qui siamo sul confine estremo del parco, nella zona del Devero, a ridosso della Svizzera, dove si potrebbe scendere
fino al paese di Binn.
Solo per darvi una vaga idea dell’estensione di questo paradiso, dal Lago di Geisspfad all’Alpe Veglia, bisogna mettere
in conto un percorso di trekking di oltre 11 ore di cammino, attraversando passi, laghi, passando per bivacchi, pietraie,
nevai, tra decine di sentieri.
Ci fermiamo qui, sulle sponde di Lago di Geisspfad per rilassarci, e prendere un pò di sole, e mangiare qualcosa.
Tutto attorno il silenzio, davanti a noi delle immense parti di rocce levigate da precedenti ghiacciai, di cui oggi non resta
che la traccia del loro passaggio.
Ascoltiamo il “rumore della montagna”.
Apprezziamo una magia di luogo.
Ci guardiamo attorno perché vogliamo e dobbiamo catturare con gli occhi ogni angolo possibile di questo paradiso.
Una piccola colonna in cemento e pietra, posata nel lontano 1.923 da un lato ha incisa la lettera “I” di Italia e dall’altro la
lettera “S” di Svizzera, ricordando i limiti del confine di Stato.
Abbiamo trovato pochi escursionisti.
In tutto il giorno non oltre una trentina di persone che si sono ampiamente disperse in questi spazi immensi e molti di
loro sono scesi direttamente al paese svizzero di Binn, perché la traversata Devero – Binn per quanto lunga è
piuttosto ambita.

Abbiamo cercato di immortalare qualche momento di una giornata magica con le riprese dal nostro drone, che
trovate in questa pagina.

Lungo tutta l’escursione (salvo nella Piana del Devero), non c’è disponibilità (a nostra conoscenza), di acqua potabile
e nessun punto di appoggio o di ristoro quali bivacchi o rifugi è previsto.

Bisogna quindi essere autonomi, equipaggiati con tutto l’occorrente, e la copertura cellulare nel nostro caso è stata
praticamente nulla.

Restiamo 2 ore abbondanti nei pressi delle sponde del Lago di Geisspfad, in una conca naturale, dove il sole ci
riscalda e dove è piacevole chiudere un momento gli occhi per rilassarsi totalmente.

Trascorso questo tempo, a malincuore dobbiamo prepararci per tornare lentamente verso l’Alpe Devero che dista di
qui poco meno di 3 ore 1/2.

Il percorso di rientro è il medesimo dell’andata, facendo sempre attenzione ai bolli bianchi e rossi disegnati sulle rocce e indispensabili per non perdere la corretta via.
Attraversiamo nuovamente i nevai ripercorrendoli a ritroso, superiamo centinaia di massi e 
dopo circa un’ora 1/2 abbondante di cammino, ci troviamo nei pressi della grande ed esposta bastionata che
dal Passo della Rossa, scende verso i Piani della Rossa.

Facendo attenzione, passo dopo passo, posiamo bene i piedi scendendo le ripide pareti che in mattinata abbiamo
percorso risalendo.

Superiamo la scaletta, e scendiamo ai Piani della Rossa, per poi successivamente scendere verso la Piana del Devero
che ci appare dall’alto illuminata dal sole come un riflettore acceso, mentre tutto attorno alcune nuvole spengono e
scuriscono le montagne circostanti.

La natura ci insegna anche il “gioco di luci”: possiamo solo imparare.

Si conclude un giro meraviglioso che alla fine conta tra andata e ritorno oltre 7 ore di cammino.
Siamo stanchi, ma ampiamente appagati e soddisfatti del risultato che portiamo a casa e che documentiamo in
queste pagine.

Ma c’è ancora una gradevole sorpresa.
Giunti alla Piana del Devero, è in corso la mungitura delle mucche.
Approfittiamo chiedendo al pastore se è possibile avere un pò di latte appena munto, ancora tiepido del calore
della mammella della mucca.

Riempiamo la nostra borraccia, che in pochi minuti si svuota permettendoci di gustare una delizia unica.
In queste righe abbiamo cercato di spiegare e condividere tutta una serie di emozioni che apprezza chi ama e
rispetta la montagna in tutta la sua grandiosità.

Si conclude una giornata strepitosa e un giro fantastico.
Dentro di noi una grande gioia, unita un pò alla malinconia che tutto sia già svanito.
Le ore appena trascorse sono volate via una dopo l’altra, e non ci siamo assolutamente resi conto del tempo che
è passato: siamo stati troppo bene !!

Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano e Andreina Baj 


Note:
lungo giro di trekking che richiede allenamento e capacità a muoversi su terreni di vario genere, in alcuni
tratti con esposizione.

Il percorso è molto ben segnalato dall’inizio alla fine e non lascia spazio a pericolose interpretazioni che sono
assolutamente da evitare.

Restate sempre e solo sul sentiero indicato.
Paesaggi maestosi, laghi di una bellezza indescrivibile, il tutto in un ambiente selvaggio di alta montagna ancora
parzialmente ricoperto dalla neve invernale, con attorno vette e massi dei quali è difficile intravvedere la fine.

Una favola, un susseguirsi di emozioni.