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Punta Nordend 4.612 m. (Italia – Monte Rosa)
dislivelli himalayani e dal grande impegno fisico per la salita alla Punta Nordend, la seconda cima più alta del Monte Rosa

Difficoltà: PD + (II+/40°) [scala delle difficoltà]
Dislivello: 400 m. il primo giorno; 1.850 m. il secondo giorno per raggiungere la vetta
Tempi: 2h50′ per la Monte Rosa Hütte dal percorso basso
5h 30′ dalla Monte Rosa Hütte alla vetta
Esposizione prevalente: ovest
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

L’ascensione alla Punta Nordend consente di raggiungere la seconda cima più alta del Monte Rosa.
Domenica 12 e lunedì 13 luglio 2020 le giornate scelte assieme a Roberto Bonin per questa salita dai dislivelli
himalayani e dal grande impegno fisico.
Da Täsch 1.449 m. dove si lascia l’auto, si prende il treno per Zermatt e quindi quello per il Gornergrat.
Attenzione perché al momento fanno parcheggiare appena fuori l’abitato di Täschi, a circa 800 m, con trasporto tramite
minibus taxi fino alla partenza del treno.
Al ritorno, il pagamento del parcheggio va effettuato presso l’arrivo del treno e non presso l’area di sosta.
Il prezzo del biglietto per la tratta Täsch – Rotenboden 2.815 m, da dove inizia l’itinerario per salire alla
Monte Rosa Hütte 2.883 m. è assolutamente sproporzionato, superiore ai 100€ a testa.
Appena usciti dalla stazione di Rotenboden seguire le indicazioni per il Rifugio.
La prima parte si sviluppa su un buon sentiero in discesa, mentre al ritorno sarà pesante rifarlo in salita
dopo una scalata impegnativa.
Si scende per circa 5 km sino a raggiungere l’agonizzante ghiacciaio del Gorner.
Per salire, (così come per scendere) dalla Monte Rosa Hütte sono disponibili due soluzioni.

L’itinerario basso con discesa sul ghiacciaio utilizzando anche scale metalliche fissate alle pareti di roccia,
stante l’abbassamento esponenziale, quindi travagliato tratto sul ghiacciaio stesso che alterna tratti di misto prima di
riprendere a salire tra sfasciumi verso il Rifugio per colmare i circa 400 m di dislivello.
In alternativa si può scegliere un tracciato alto, in quota, che noi abbiamo utilizzato in discesa, meno problematico
ma più lungo.
Arrivati alla Monte Rosa Hütte è già tempo di cena.
Servita alle 18.30, quindi sistemazione in camera con tre persone per le misure anti Covid 19.
Poco tempo per riposare essendo la sveglia impostata alle ore 1 e 45 della mattina e la colazione alle 2.00.
Alle 2.30 siamo pronti per iniziare la lunghissima salita alla Punta Nordend.
Inizialmente tracce di sentiero, sfasciumi e nevai, poi inizia il ghiacciaio che a quota 3.400 propone
diversi crepacci insidiosi.
Dai 3.500 m. in su condizioni eccellenti.
Si prosegue lungo una buona traccia che propone tratti decisamente ripidi.
Si raggiunge quota 4.400 m. dove un grosso crepaccio rappresenta un passaggio delicato da superare in
arrampicata all’andata e con salto in discesa.
Oltrepassata la difficoltà si prosegue sino alla Silbersattel, ovvero sella d’argento a quota 4.515,
dove inizia la cresta finale per la Punta Nordend.
In realtà si tratta di un lungo traverso tra neve, cornici sul versante di Macugnaga e roccette affioranti sino
a raggiungere il castello roccioso, proprio sotto la vetta, che oppone un passaggio (faticoso) di II+ estremamente
esposto su Macugnaga.

punta nordend

Superato questo ostico punto, si arriva in vetta dove lo spazio è ridotto e può ospitare una persona alla volta.
In cresta e in cima un vento gelido consiglia una rapida discesa alla Monte Rosa Hütte lungo lo stesso percorso di salita.
Dal Rifugio a Rotenboden, attraverso il percorso alto, impieghiamo circa un’ora in più rispetto al tracciato basso
del giorno precedente, complice il maggior sviluppo e la stanchezza.
Ascensione dedicata a mio Papà Romano Sciandra, vittima del COVID 19, mancato il 15 aprile 2020 mentre si trovava
in casa di riposo, una tragedia che mi accompagnerà per il resto dei miei giorni.

Relazione e fotografie di: Stefano Sciandra