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Rifugio Cesare Ponti 2.559 m. (Italia – Valmasino)
la salita ci consente di attraversare la bellissima valle di Preda Rossa, ai piedi di una montagna simbolo della Valtellina….

rifugio cesare ponti
rifugio cesare ponti valtellina

il percorso di salita


Località di partenza:
piana di Preda Rossa, comune di Filorera, Val Masino
Quota di partenza: 1.955 m.
Quota di arrivo: 2.559 m.
Dislivello: 604 m.
Posizione: nella Valle di Preda Rossa in Valtellina, al cospetto del Monte Disgrazia e dei Corni Bruciati.
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 3h 30’ a/r
Periodo: da metà giugno a fine settembre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Questa salita ci consente di attraversare la bellissima valle di Preda Rossa ai piedi di una montagna
simbolo della Valtellina, il Monte Disgrazia.
Il rifugio Cesare Ponti è anche il punto di partenza della via normale a questa cima, così come a molte altre mete
escursionistiche che vanno, dal Sentiero Roma, ai sentieri che toccano il Passo di Corna Rossa
o l’Alpe e il lago Scermendone.
Famosissime sono anche le vie di salita, alpinistiche che portano in cima ai Corni Bruciati, proprio di fronte al rifugio.
Il punto di partenza dell’escursione è il parcheggio antistante la Piana di Preda Rossa.
Per raggiungerla, con l’auto entriamo in Valtellina e in corrispondenza di Ardenno giriamo a sinistra per la Val Masino.
Passato il Ponte del Baffo e Cornolo, superiamo Cataeggio e arriviamo a Filorera, dove prendiamo a destra
per la Valle di Sasso Bisolo, abbandonando la strada che sale a San Martino.

La strada da qui in poi è a pagamento.
Occorre munirsi di un ticket acquistabile presso l’hotel Rustichella all’inizio della strada.
I ticket sono limitati, per questo consiglio di non fare troppo tardi la mattina specie in alta stagione.
La strada si inoltra per la valle di Sasso Bisolo fino ad un’ex cava, dove si interrompe a causa della frana degli anni ’90.
Con una deviazione sull’altro versante della montagna, ci si ricongiunge in alto al tracciato originale, fino allo
spiazzo di Preda Rossa (1.955 m.) dove lasciamo l’auto.
Ad accoglierci di fronte a noi il Disgrazia illuminato dal sole.
Ci incamminiamo a piedi sul sentiero acciottolato che segue il torrente, lasciando a destra la deviazione che porta
verso l’alpe e il lago Scermendone.
Arriviamo alla piana vera e propria che è una grandissima torbiera apparentemente non superabile.
Ci teniamo sulla sinistra passando sopra numerosissime assi di legno, che formano una lunghissima passerella
fino a raggiungere i primi larici.

Qui seguiamo sempre il sentiero e i bolli bianco-rossi sulle rocce, e costeggiando il torrente ci
portiamo alla Piana Superiore.
Il sentiero vira ora decisamente a sinistra e affronta un salto roccioso, per portarsi al pianoro sommitale
dove si trova anche il Rifugio Ponti.
Questo è sicuramente il tratto più impervio e faticoso di tutto il percorso.
Le roccette e l’erba su cui si cammina, (in realtà una lunga scalinata), sono costantemente bagnati e in alcuni punti
gli arbusti e la vegetazione intralciano la pista.
Saliamo decisamente in quota ma su fondo sconnesso, bagnato e spesso coperto dalla vegetazione.
Facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi e a non scivolare.
Arrivati ai pascoli alti, ci attende ancora un tratto in salita più tranquillo e agevole, che in breve ci porta prima ad un
masso con una madonnina e poi, poco dietro, al Rifugio Ponti.

Ci troviamo a quasi 2.600 m. in un ambiente severo e bellissimo.
Di fronte al rifugio vi sono le guglie aspre e rocciose dei Corni Bruciati, mentre alle sue spalle
il Pizzo della Remoluzza e il Pizzo Basset.
Possiamo osservare il Monte Disgrazia, la cima principale, dal versante sud e da una balconata.
Dal rifugio si vede benissimo tutta la prima parte della via normale a questa cima, che corre lungo la morena
della Vedretta di Preda Rossa.
E’ un itinerario alpinistico molto impegnativo (4 – 7 ore per l’ascensione), riservato a chi ha le adeguate
competenze e attrezzature.
Itinerari più escursionistici, con tratti esposti e attrezzati, conducono al Bivacco Kima per la Bocchetta Roma e
al Rifugio Bosio-Galli per il Passo di Corna Rossa.

La discesa avviene per la via di salita.
Scendendo non possiamo non rimanere incantati, nel vedere dall’alto questa enorme torbiera ricca di vegetazione,
con il torrente che con molte curve, vi scorre in mezzo.
E’ un ambiente unico e protetto.
Proprio per questo motivo, qualche anno fa si è deciso di spostare il sentiero che saliva al rifugio, dal centro,
ad un lato di questa piana.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi


Note:
la salita al Rifugio Ponti consente di arrivare ai piedi del Monte Disgrazia, e di ammirarne
l’immensa mole dal lato sud.
Il dislivello, la fatica e i tempi di marcia sono contenuti, ma il sentiero è costantemente bagnato e malmesso
nel tratto dalla Piana Superiore, fino ai prati sopra il salto roccioso prima del rifugio.
Fare attenzione a dove si mettono i piedi, sia per non scivolare, sia per l’alta vegetazione in alcuni punti.
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