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Rifugio Dosdè 2.134 m. – Bivacco Caldarini 2.501 m. – Rifugio Viola 2.314 m.
(Italia – Valtellina)

Più volte mi sono sentito rivolgere la stessa domanda. “Sei mai stato in Val Viola?”
O ancora una frase ad effetto quale “se ami camminare devi percorrere la Val Viola”

rifugio dosde bivacco caldarini

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Località di partenza:
parcheggio di Altumeira, Arnoga

Quota di partenza: 2.065 m.
Quota di arrivo: 2.501 m. max
Dislivello: 616 m. tot. in salita
Posizione: il Rifugio Dosdè si trova nell’omonima valle tra il Pizzo di Selva e il Corno di Dosdè,
il Bivacco Caldarini è adagiato su un piccolo pianoro erboso ai piedi delle Cime di Lago Spalmo e della Vedretta di Dosdè,
il Rifugio Viola è posto anch’esso nella medesima valle, a pochi minuti dal Passo Viola che conduce in Svizzera

Difficoltà: E [livelli scala delle difficoltà]
Ore: 5h per l’anello di cui:
0h 50’ al Rifugio Dosdè,
1h 10’ dal Rifugio Dosdè al Bivacco Caldarini,
1h 45’ dal Caldarini al Rifugio Viola e 1h da quest’ultimo al parcheggio di Altumeira

Periodo: da inizio giugno a fine settembre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: si scende sempre per la mulattiera iniziale dopo aver compiuto un anello
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Mi capita spesso durante le mie escursioni in Valtellina di fermarmi a scambiare qualche chiacchiera con
gestori di rifugi o altri escursionisti percorrendo brevi tratti insieme.
Nell’oggetto dei discorsi sui luoghi visitati o da visitare, che non può mai mancare, più e più volte mi sono sentito
rivolgere la stessa domanda.
“Sei mai stato in Val Viola?”
O ancora una frase ad effetto quale: “se ami camminare devi percorrere la Val Viola”.
All’inizio non davo peso alla cosa, in fondo sono salito in tanti altri posti molto belli.
Prima o poi andrò anche in quella valle mi dicevo.
Dopo la quarta-quinta volta che mi si ponevano le stesse domande ho dovuto cedere.
E così, stranamente e senza l’influenza di nessuno, parto da Cepina in direzione Val Viola in una giornata dove
il sole e le nubi fanno la gara di presenza.
Dirigo l’auto in direzione Passo del Foscagno passando all’esterno di Bormio per evitare traffico.
Percorro la Valdidentro fin sulle prime rampe del passo fino a raggiungere la frazione di Arnoga.
Qui, ad un tornante, scendo su una stradina sterrata che porta in Val Viola.
Mi fermo dopo poco alla stazione per il pagamento del pedaggio, così tanto gettonata sulle strade delle
nostre montagne al giorno d’oggi.
Ogni volta che devo compiere questa operazione, rimango stupito non tanto dal fatto che vi sono quasi sempre solo
macchinette automatiche, ma che le stesse non danno il resto e ovviamente accettano solo chili di monetine.
Praticamente uno quando esce di casa, deve avere i soldi contati, sapendo anche quale sia la cifra da pagare.
Casualmente poi, queste macchinette spuntano dal terreno in posti appartati e il più lontano possibile da qualsiasi
casa, hotel o negozio in modo che risulta impossibile cambiare banconote in monete.
Dietro di me una famiglia col suv si ferma, scende e guarda il ritrovato tecnologico con un enorme punto
di domanda sulla testa.
Insieme scambiamo e troviamo entrambi la ferraglia magica.
E’ ora di avanzare finalmente! 

Dopo qualche chilometro di sterrato su strada stretta ma facile, arrivo alla fine di questa e posteggio in
località Altumeira dove numerose indicazioni descrivono le varie mete raggiungibili.
Non è affollatissimo il parcheggio ma di gente ce n’è.
Mi incammino per la mulattiera che sale con pochissima pendenza in mezzo ai larici.
Poco più avanti il bosco si dirada e si apre sulla sinistra un panorama su di una vallata incredibile, dove a un
ricco pascolo nel quale sono ubicati sia la malga che il Rifugio Federico al Dosdè, fanno da contorno cime
imponenti quali il Corno di Dosdè e le più lontane Cime di Lago Spalmo, ricche di neve e ghiaccio.
Arrivo ad un bivio nei pressi delle baite di Altumeira.
Continuando dritto sulla mulattiera arriverei al Rifugio Viola, mentre un sentierino sulla sinistra mi condurrebbe
verso il Rifugio Dosdè.
Decido per quest’ultima opzione che mi consente di staccarmi dalla strada larga percorsa dalla maggior
parte delle persone.
Sono in un punto molto aperto dove rimango incantato ancora una volta dal posto.
Si spalanca tutta la Valle di Dosdè col rifugio accanto ad un bel torrente già visibile nel mezzo.
A fargli da guardia il Pizzo e la Cima di Selva da una parte e il Corno di Dosdè dall’altra.
Cime toste.
La spruzzata di neve sulle vette di questi monti dà al tutto un fascino particolare.
Voltandomi si perde all’orizzonte tutta la Val Viola.
E’ proprio vero, sentieri da percorrere qui ce ne sono a volontà.
Procedo ora su questo bel sentierino tagliato di continuo da numerosi rivoli d’acqua, fino a ricongiungermi con
la mulattiera più larga che staccatasi dalla precedente porta verso l’Alpe Dosdè.
In pochi minuti sono agli alpeggi dove una baita è specializzata nella vendita diretta di prodotti caseari.
Lascio per ora sulla destra il sentiero che porta verso il Rifugio Viola e raggiungo il Rifugio Dosdè dopo aver
oltrepassato un ponticello di legno.
Posto bucolico, bellissimo, incredibile.
Il rifugio è un viavai di persone continuo, d’altronde è raggiungibile molto facilmente e in breve tempo.
Ma per un luogo così possiamo chiudere un occhio sull’affollamento.
Dopo una bella sosta a base di polenta e salsiccia (oggi non sono di fretta e non voglio “sparare” l’anello),
sono pronto a ripartire in direzione del Bivacco Caldarini.

Il Bivacco Caldarini, lo vedo dal rifugio, è un puntino rosso isolato e abbarbicato su un pianoro sotto
le Cime di Lago Spalmo.
Immagino sia molto poca la gente che percorre questo sentiero.
Mi incammino, all’inizio tenendo la destra orografica del torrente che scorre in mezzo a questa valle, poi tramite
un ponte passo sulla sinistra e mi ritrovo su una specie di mulattiera.
Davanti a me, sgombre da nubi mi osserva l’imponente gruppo delle Cime di Lago Spalmo con le loro vedrette
che brillano al sole.
Dopo qualche chilometro in salita arrivo al guado del torrente in un punto non proprio agevole dove studio i massi
migliori per bagnarmi il meno possibile, (ma più di mezzo scarpone è comunque a mollo!).
Di nuovo sulla strada, non posso non rimanere incantato dai colori della Valle di Dosdè, dove è visibile
il rifugio appena lasciato.
Tra pascoli, larici, rocce, il torrente e la neve sulle cime dei monti, mi sembra proprio di camminare in un quadro.
Poco più avanti ad un bivio prendo a sinistra in direzione del Bivacco Caldarini, lasciando sulla destra il sentiero che
porta al passo e alla Capanna Dosdè (e da qui in Val Grosina).
Il sentierino ora si fa stretto e passa sotto le rocce del promontorio dove sorge il bivacco.
Cammino accanto ad un gruppo di mucche intente a pascolare, e per fortuna non curiose della mia persona.
Superato questo tratto inizio a salire per roccette, sfasciumi ed erba, molto spesso con traccia poco chiara e
soprattutto in mezzo ad un rivolo d’acqua che mi accompagna fino alla sommità.
Importante qui è non scivolare sui sassi bagnati.
Supero un pianoro acquitrinoso, (anche qui non affondare un po’ nell’acqua è impossibile), e risalgo le ultime
rampe fino al bivacco.
E’ fatta, sono su un nido d’aquila favoloso e direttamente sotto le Cime di Lago Spalmo, mentre di fronte a
me si erge la Punta dei Sassi Rossi anch’essa leggermente imbiancata.
Come prevedevo nemmeno un’anima. 

Non ho ancora capito la quota in cui si trova questo bivacco perché, sulla targhetta fissata alla lamiera c’è
scritto 2.501 metri, sulla segnaletica a due metri dalla struttura 2.473 metri mentre sulla mia cartina 2.556 metri.
Che si mettano d’accordo!
Per comodità, non avendo con me l’altimetro, faccio riferimento a quella riportata sulla targa.
All’interno un tavolo, qualche pentola e alcune brandine fissate alle pareti.
Spartano ma funzionale, proprio come dovrebbe essere un bivacco.
Annoto sul quaderno il mio passaggio e, dopo aver richiuso le porte accuratamente, faccio ancora qualche foto a
questa bellissima valle prima di scendere nuovamente verso il rifugio, (lungo la via di salita percorsa prima), con altra
bagnata garantita al guado.
In questo punto due cani, due bulldog, giocano nel torrente vicini ai loro padroni, e quando passo mi affiancano e
vedo che mi seguono festosi.
Hanno un bel da fare i loro proprietari a richiamarli all’ordine, forse anche i cani non si vogliono perdere il giro fra questi
monti che ho in mente!
Giunto nei pressi del rifugio non attraverso più il ponte, e mi tengo sui pascoli alla sinistra fino a ricongiungermi col
sentiero che passa per le malghe Dosdè.
Qui imbocco l’altro sentierino di un’ora circa, trascurato in mattinata che mi consente di traversare
direttamente al Rifugio Viola.
Questa traversata è stupenda e a dir poco avventurosa.
Oltre alla gioia per essere in un ambiente tanto speciale, ricordo di aver camminato in questo tratto ridendo
man mano che superavo piccoli ostacoli inaspettati.
Il terreno cambia in continuazione passando dall’erba al ghiaietto, dalle rocce alla sabbia e da questa…all’acqua.
Sì, perché dopo i primi metri passati a scavalcare di continuo il tubo gigantesco che rifornisce d’acqua l’Alpe Dosdè e
che passa dritto sul sentiero (un salto all’ostacolo), il percorso si fa molto bagnato e attraversa una zona piena di
rigagnoli, torrentelli e acquitrini.
Descriverla a parole non rende, bisogna andarci in quanto è un vero spettacolo, così come lo è il percorso
arzigogolato che ha trovato l’uomo per superare questa zona.

Tramite numerosi ponticelli (o meglio assi di legno molto strette), si passa da un’isoletta erbosa all’altra
in un gioco continuo.
Il tutto in un ambiente naturale unico, spettacolo!
E il bello è che su una di queste isolette verdi, ci sono anche due panchine e un tavolo in marmo per un picnic,
incredibile davvero!
Già le vedo le famiglie coi frigobar e i cestini da picnic passare in equilibrio su queste assi per raggiungere
l’agognato tavolo!
Superata questa zona mi ritrovo di colpo sulla riva di un bellissimo laghetto, il primo della Val Viola.
La cartina topografica mostra solo due o tre laghi di questa valle, i più grandi, ma in realtà ci sono laghetti ovunque
e uno più bello dell’altro.
Dopo il primo di questi, ne supero un secondo e un terzo dalle acque stupende passando all’ombra del Corno di Dosdè.
In lontananza vedo ormai il Rifugio Viola che si trova anch’esso sulle sponde di un lago abbastanza grande il quale,
assieme a quello ubicato un po’ più in basso, formano i laghi di Val Viola.
Costeggio per buona parte la sua riva avendo di fronte il rifugio col suo bel colore arancione-rossiccio, fino a
trovarmi il sentiero che finisce nel torrente che esce dal lago.
Ecco un altro bel guado nonché l’ultima prova, questa volta ancora più tosta delle precedenti.
L’unica è un bel salto…
Dalla riva opposta arrivo al rifugio dove sul davanti vi è il classico barometro a corda.
Mitico.
Mi fermo giusto il tempo di qualche foto e di un timbro, prima di incamminarmi verso valle per la strada sterrata larga
che collega il Rifugio Viola col parcheggio di Altumeira.

Il cielo si è coperto e scendono le prime gocce.
Allungo il passo, ma non riesco a non fermarmi per qualche foto ai continui laghi che mi spuntano sotto gli occhi.
Ma quanti ce ne sono in questa valle?
In poco più di un’oretta sono di nuovo alla macchina e qui, magicamente, mi attende di nuovo un bel sole.
In definitiva una gita e un anello bellissimo che chiunque con un minimo di “gamba” può fare.
Una valle favolosa dove le possibilità per camminare ma anche fare running o alpinismo non mancano di certo.
E scommetto che d’inverno questi luoghi si ricoprono di un altro velo di magia con la neve che attende solo noi.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi


Note:
gita bellissima e facile nello scenario unico degli ambienti delle valli Viola e Dosdè, assolutamente da non mancare.
Molto bagnato il sentierino che porta al Bivacco Caldarini, qualche ponticello stretto e un guado da superare
nel tratto tra il Rifugio Dosdè e il rifugio Viola.