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Rifugio Mont Fallère 2.385 m. – Lac Mort 2.634 m.
– percorso dal sentiero – (Italia – Valle Centrale)
il Lac Mort è un lago di origine glaciale, dal colore blu scuro, poco frequentato e incastonato in una conca, tra pietraie,
nevai residui dell’inverno e lembi di prati verdi.
La vista attorno è semplicemente meravigliosa sui 360°

lac mort - lago morto


Località di partenza:
 Vetan 1.698 m. (Valle Centrale)

Punto di arrivo: Lac Mort 2.634 m.
Punto intermedio: Rifugio Mont Fallère 2.385 m.
Quota di partenza: 1.698 m.
Quota di arrivo: 2.634 m.
Dislivello: 936 m.
Posizione: Valle Centrale, lungo il percorso del <TMF> Tour Mont Fallère
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 2h 50 minuti in andata e circa 2h 30 minuti in ritorno
si parte dal parcheggio di Vetan, nei pressi dell’hotel Notre Maison, si raggiunge il Rifugio Mont Fallère e si
prosegue in direzione del Mont Fallère

Periodo: da metà giugno a metà ottobre (previa verifica delle condizioni di innevamento e della stablità
del manto nevoso)

Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: n° 13 e 13B <TMF>
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

La destinazione di oggi è il Lac Mort, che a dispetto del nome, è un lago blu scuro incastonato tra
le montagne rocciose.

Un posto isolato, poco frequentato, in un ambiente di alta montagna, dove l’unico rumore che si avverte,
è quello dei sassolini che schiacciate con gli scarponi durante la salita del ripido sentiero, alle volte interrotto
dal fischio di qualche marmotta.

Qui ci si arriva solo in due casi: o perché state facendo la salita al Mont Fallère 3.061 m. che passa accanto
a questo lago, oppure perché (come nel nostro caso), avendolo individuato sulla mappa, siamo andati a cercarlo
per scoprirlo e documentarlo.

Vi raccontiamo tutto in dettaglio, perché la giornata ha anche riservato delle piacevoli sorprese.
Benvenuti o ben tornati sulle pagine del nostro sito.

In una giornata di inizio luglio, abbiamo raggiunto Vetan un paesino ubicato a 1.698 m. di altitudine,
posto parecchio sopra Saint Pierre, per poi proseguire fino all’hotel Notre Maison, dove si parcheggia la macchina.

Per arrivare a Vetan, provenendo da Aosta o da Courmayeur sulla strada statale 26, bisogna raggiungere il paese
di Saint Pierre e seguire le indicazioni per Saint Nicolas.

Successivamente, si prosegue ancora per 7 km su ampia strada asfaltata e panoramica, fin dove questa finisce
nei pressi dell’hotel, dove troviamo un ampio parcheggio.

Oltre non si può andare.
L’hotel Notre Maison di Vetan, rappresenta il punto di partenza dell’escursione di oggi.
Seguendo le indicazioni, si percorre per pochi minuti una ripida salita che si addentra in un bosco, per poi giungere
nei pressi di una Madonnina gialla, dove si prende il sentiero a destra, che per un primo tratto in piano, ci farà
attraversare dei prati rigogliosi.

(la volta precedente, alla Madonnina anziché girare a destra, abbiamo proseguito dritto, percorrendo la poderale
che sale comunque al Rifugio Mont Fallère, in modo più dolce e graduale, ma con un percorso decisamente più lungo.
Cliccando qui, trovate la descrizione completa).

Mentre attraversiamo i prati immersi tra i fiori, le montagne innevate all’orizzonte, sembrano quasi uscire dall’erba
e dal terreno, regalando e deliziando il nostro sguardo fin da subito, con un contrasto di colori incredibile.

il panorama poco sopra vetan

Si attraversano dei pascoli e si prosegue quasi in piano per una quindicina di minuti, con un cammino rilassante
e piacevole, fino a giungere nei pressi di un fitto bosco.

Qui inizia una ripida salita che in circa 40 – 45 minuti attraversa e supera l’intero bosco portandoci su un’ampia poderale.
All’interno del bosco, troviamo tutta una serie di sculture in legno.
Parliamo di decine di piccole creature e non solo, raffiguranti in prevalenza degli animali che popolano queste zone,
ma anche dei funghi, dei fiori e dei personaggi quali il boscaiolo, il pastore, il prete, il contadino, il montanaro…..
che ci accompagneranno fino al Rifugio Mont Fallère.

Sculture che man mano che ci avviciniamo al rifugio, diventano più grosse.
Questo è il “Museo a cielo aperto”, dove un pò ovunque, tra i rami, dietro ai sassi, tra gli alberi, ma anche in bella
evidenza sul sentiero e sulla poderale, sono disseminate le sculture che “spiano” l’escursionista, rendendo il tracciato
decisamente piacevole e originale.

L’autore di questa idea così particolare è il proprietario del rifugio, il sig. Siro Viérin, che qui ha posato circa 350 opere
da lui realizzate, andando a creare il museo e l’atelier di scultura più alto in Italia e forse in Europa.

La passione per il legno, per gli attrezzi e per la montagna, ha portato a realizzare qualcosa di esclusivo, originale
e straordinario.

In particolare, le sculture di legno, raffiguranti degli animali, alle volte sono in bella evidenza, altre volte invece
nascoste, come le vere creature selvatiche di queste zone.

Riproduzioni realizzate così bene e in grandezza naturale, che ci sono sembrate vere, lasciandoci sorpresi.

Tuttavia la risalita che dal bosco conduce alla poderale, ci ha riservato un’altra sorpresa.
Pochi metri prima di arrivare alla poderale, osservando il prato accanto a noi, abbiamo trovato della magnifiche
stelle alpine.

Un fiore di straordinaria bellezza, non così comune da individuare durante i giri in montagna, in quanto qui da noi,
cresce solo sulle Alpi e nonostante sia una pianta protetta, l’assurda raccolta indiscriminata, (peraltro proibita),
ha notevolmente ridotto la sua presenza.

Le sue foglie “lanose” servono per limitare l’eccessiva traspirazione, essendo una pianta originaria di habitat aridi,
ed è un vero prodigio della natura.

Questa piantina cresce in ambienti montani e rocciosi, resistendo alle forti variazioni di temperatura, compreso
il gelo invernale.

La sua fioritura avviene solo nel periodo che va dal mese di luglio, al mese di settembre.
Vive tra i 1500 e i 3000 m. di altitudine, ed è capace di resistere sia alla neve che al sole cocente.
Qui, complice probabilmente il terreno adatto, è cresciuta, offrendoci delle composizioni naturali di grande bellezza
che abbiamo fotografato per portare dentro di noi, il ricordo di questa piccola, ma magica meraviglia.

La strada poderale che si prende dopo aver risalito per intero il bosco, rappresenta un traverso su pendio,
è di facile accesso, con poca pendenza, e si snoda tra queste montagne naturali dall’aspetto selvaggio.

All’orizzonte si intravvede il Rifugio Mont Fallère che raggiungiamo in circa 25 minuti, attraversando i pascoli
più alti d’Europa, dove si produce la Fontina.

Il Rifugio Mont Fallère nasce dal sogno del proprietario Siro Viérin, che ha voluto far conoscere al pubblico,
i luoghi della sua infanzia.

La struttura, costruita da zero in pietra e legno vecchio, è stata aperta e inaugurata il 28 luglio 2012.
Sorge nella conca compresa tra il Mont Fallère (dal quale prende il nome), il Monte Rosso e il Monte di Vertosan.
L’interno è accogliente, ottimamente rifinito, con una cura particolare di tutti i dettagli.
8 camere, 50 posti letto, bagni, docce calde, ristorante: non manca nulla.
Il menù è ampio, sfornato dalla classe della cucina valdostana e di chi conosce perfettamente il suo lavoro.
Accanto al rifugio, c’è una baita che merita una visita, in quanto al suo interno, troverete altre sculture realizzate
dal maestro e, alcune di queste, sono veramente molto belle e particolari.

Il nostro trekking prosegue in direzione del Lac Mort, sentiero 13B.
Si segue una prima indicazione che ci porta sul retro del rifugio, andando a percorrere un’ampia poderale che
termina nei pressi di due costruzioni in pietra: siamo all’alpeggio Les Crottes (2.387 m.)

Si gira a destra seguendo la freccia in direzione del Mont Fallère, andando a risalire un sentiero, dove troverete
il logo TMF (Tour Mont Fallère) e che vi farà passare tra panettoni d’erba e piccoli dossi.

TMF

Salendo, avrete alla vostra destra il rifugio da poco lasciato che si intravvede oramai in lontananza e,
successivamente quest’ultimo resterà alle vostre spalle.

Si prende quota in modo rapido, si attraversa qualche nevaio residuo, la traccia resta sempre ben evidente.
Dopo una ventina di minuti, si giunge a un bivio, dove una palina con le frecce, ci indica di girare a destra per risalire
un ripido e alto piano erboso.

Una successione di almeno 20 tornanti, con il classico sentiero a zigzag, ci farà prendere rapidamente quota,
portandoci sopra un pianoro, che andremo a percorrere per qualche minuto, fino a intravvedere il Lac Mort (2.634 m.),
incastonato tra prato e rocce e nevai residui dell’inverno trascorso.

Il Lac Mort, di origine glaciale, sembra quasi essere stato “posato” all’interno di un cratere.
Dentro al lago non sono presenti pesci e a occhio, non si rilevano torrenti o ruscelli in entrata.
Probabilmente un sistema di sorgenti sotterranee, in arrivo da chissà dove e con quali giri, vanno ad alimentare
questo spettacolo della natura.

Non ho idea di quanto sia la sua profondità e non ho trovato informazioni in merito.
Noi abbiamo risalito la parte destra di questo “cratere” per andare a vedere dall’alto il Lac Mort.
Il suo colore blu notte è particolarmente affascinante.
Il bianco della neve residua si specchia al suo interno, così come le nuvole del cielo e parte della pietraia
che lo circonda.

Acqua limpidissima con fondale trasparente, rendono questo posto un’oasi di pace e tranquillità.
Una bellezza unica.

Lac Mort
Lac Mort
Lac Mort

Poco frequentato, non abbiamo incontrato quasi nessuno sul sentiero e nessuno al lago.
Dalla piccola linea di cresta, sulla quale abbiamo trovato un ometto, la vista è un incanto.
Da una parte il lago e una fetta immensa della Valle Centrale, dalla parte opposta decine di prestigiose vette,
tra le quali individuiamo La Grivola, la Grivoletta, il Ciarforon, il Gran Paradiso, la Becca di Monciar, solo per citarne
alcune tra le più famose, ma l’elenco è ben più lungo.

“Poco prima” delle vette, venendo in qua verso di noi, le montagne della zona di Vetan, ricoperte dai fitti boschi e
attraversate da sentieri e poderali dal colore marrone che si diramano in più direzioni e risalgono i ripidi pendii,
raggiungendo mete da incanto come quella di oggi.

Credetemi: uno spettacolo senza fine, dove ci siamo seduti per contemplare.

panorama dal Lac Mort
panorama dal Lac Mort
panorama dal Lac Mort
panorama dal Lac Mort

Questi sono luoghi piuttosto appartati, vallate forse meno conosciute rispetto alla Val Veny, alla Val Ferret,
a Cervinia, ma che non hanno nulla da invidiare.

Montagne differenti, che mi hanno colpito, mi sono piaciute fin da subito, e che offrono decine di possibili escursioni
a passi, colli e sellette, tutte estremamente interessanti.

Le andremo a percorrere e a raccontare, in lungo e in largo nel corso dei prossimi mesi.
Dopo una piacevole visita al Lac Mort, complici nuvoloni piuttosto scuri in rapido avvicinamento, abbiamo ripreso
il percorso di discesa verso il Rifugio Mont Fallère.

Una breve sosta nei pressi della mostra delle sculture di legno e, successivamente, abbiamo ripercorso a ritroso
parte della strada poderale per poi incrociare il sentiero n° 13 e ridiscendere nel bosco.

Le pigne con la resina, i funghi, i fiori, gli aghi di pino dei larici, il muschio, le cortecce degli alberi, hanno
deliziato e colorato l’ultima ora di rientro.

Riuscire ad osservare l’ambiente che ci circonda, permette di scoprire la bellezza della natura, delle sue creazioni,
dei suoi colori, offrendo un ulteriore tocco di magia a una giornata meravigliosa nei pressi del Mont Fallère.

“Osservare”, questo è il punto.
Fermatevi semplicemente a guardare, senza distrazioni, quello che è accanto a voi.
Resterete stupiti, così come la montagna ogni giorno riesce a fare da millenni.

Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Elfrida Martinat

pigna e resina
fungo e aghi di pino
margherita


Note:
il Lac Mort è un lago di origine glaciale dal colore blu scuro, incastonato in una conca, tra pietraie,
nevai residui dell’inverno e lembi di prati verdi.

Ubicato in una zona poco frequentata, vanta da un lato, una vista spettacolare sulla Valle Centrale e, dal lato opposto,
su una parte immensa delle principali vette che contornano una grossa fetta della Valle d’Aosta.

Il sentiero è sempre evidente, ben tracciato, ed lo stesso che si percorre per salire al Mont Fallère.
Il punto intermedio di questa escursione è rappresentato dal Rifugio Mont Fallère, che si raggiunge prima tramite
un sentiero e poi tramite una strada poderale, disseminata da decine di sculture in legno raffiguranti gli animali e
i personaggi che frequentano la zona.

Molto particolare.

funghi in valle centrale