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Rifugio Rosalba 1.730 m. (Italia – Como)
salita spettacolare fra i torrioni rocciosi della Grigna Meridionale e panorama unico sul Lago di Como e la Valle d’Aosta

rifugio rosalba

Clicca sulle immagini, per vedere il dettaglio del percorso


Località di partenza:
Piani dei Resinelli, Val Sassina, presso l’ex rifugio Alippi
Quota di partenza: 1.180 m.
Quota di arrivo: 1.730 m.
Dislivello: 550 m.
Posizione: alla base della Cresta Segantini, su un dosso erboso in posizione aerea e panoramica
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 3h 30’ a/r
Periodo: da metà giugno a fine settembre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Il percorso che sale dai Piani dei Resinelli al rifugio Rosalba ci consente di scoprire e ammirare uno dei
gruppi montuosi più belli d’Italia, la Grigna e in particolare i versanti di quella meridionale.
Montagne favolose nella provincia di Lecco e che tanto hanno contribuito allo sviluppo dell’arrampicata e dell’alpinismo.
Numerose vie di roccia si legano a figure come Riccardo Cassin, Carlo Mauri, Casimiro Ferrari solo per citarne alcuni,
senza contare che il famoso gruppo alpinistico dei Ragni di Lecco è nato proprio su queste pareti.
Le Grigne si innalzano improvvisamente dalla pianura accanto al lago di Como, e offrono un panorama di
prim’ordine dimostrando che non sempre occorre andare a 4.000 metri per avere una bella vista.
Caratteristica del gruppo sono le cuspidi di roccia che emergono dai prati isolate tra loro, pinnacoli che
sfidano ogni legge di gravità.
I versanti di questo gruppo montuoso sono perlopiù impervi e offrono oltre a ferrate e vie alpinistiche, 
anche sentieri escursionistici dove spesso occorre faticare, e non di rado superare qualche facile
passaggio tra le rocce.

L’ascesa al rifugio Rosalba per la via normale, il sentiero delle Foppe, rientra proprio in questa categoria, 
(al rifugio si arriva anche col sentiero della “direttissima” che parte dal rifugio Carlo Porta ai Piani dei Resinelli ed
è classificato EEA).
Dislivello contenuto e sviluppo verticale, tra boschi rocce e verdi prati.
Un percorso spettacolare a picco sul lago di Como.
Raggiungiamo la Val Sassina seguendo da Lecco le indicazioni per questa valle, arrivando a Ballabio,
il primo paese d’ingresso.
Da qui prendiamo la strada che sale con numerosi tornanti fino ai Piani dei Resinelli, un bellissimo altopiano
immerso nel verde, oggi ambita meta turistica.
Superato il grande parcheggio posto in cima, prendiamo subito oltre la strada asfaltata sulla destra
(via alla Carlanta) e la seguiamo fino al suo termine, parcheggiando a bordo strada presso l’ex rifugio Alippi.
Qui vediamo sulla destra le indicazioni per salire al rifugio.
La via normale è chiamata via delle Foppe, mentre il Sentiero dei Morti è ripido e classificato EE.

Seguiamo la strada asfaltata che dopo qualche metro si fa sterrata, passando accanto ad alcune case ed
entrando in un bellissimo bosco.
Nelle giornate più calde, il fresco di queste piante è sicuramente manna dal cielo per non grondare di
sudore dopo pochi passi.
Un cartello con l’indicazione per il rifugio, ci fa tenere la sinistra e proseguire per un tratto ancora
pianeggiante nel bosco.
Sarà il primo e l’unico.
Alla nostra sinistra appare una bella vista sul lago di Como.
Il sentiero inizia a salire decisamente da qui in poi, superando un tratto a mezza costa e affrontando un salto di
roccia attrezzato con pioli metallici e fune.
Facile e breve, iniziamo a scaldare anche i muscoli delle braccia.
Superate le rocce, troviamo il bivio per il Sentiero dei Morti sulla destra che tralasciamo,
(il nome non aiuta ad invogliarci a percorrerlo).
Proseguiamo per il sentiero delle Foppe salendo sempre di più e avvicinandoci alle rocce della Grigna.
Porzioni sempre più ampie di panorama si aprono verso il lago, i Piani dei Resinelli e più lontano il Resegone.

Siamo sempre nel fitto della vegetazione, ma praticamente stiamo salendo una piccola parete.
Poco oltre, un altro divertente salto di roccia ci attende, lo superiamo aiutandoci con le mani e con la fune.
Numerosi sono gli intagli nella roccia per mettere i piedi, e con un minimo di attenzione è impossibile scivolare
(discorso diverso in caso di rocce bagnate dove la salita diventa sconsigliabile).
Facendo attenzione anche a non inciampare nelle numerose radici degli alberi, saliamo ancora addentrandoci
in queste curiose formazioni rocciose che fuoriescono dal terreno, veri e propri campanili.
Il sentiero sale a tornanti e in questa prima parte, sempre aiutandoci con le mani qua e là ci portiamo fuori dal bosco.
Da qui in avanti, possiamo vedere di fronte e sopra di noi, tutto il percorso di salita che a tornanti porta alla base
della Cresta Segantini, dove si trova il rifugio, superando un pendio davvero ripidissimo.

La traccia in questa seconda parte diventa più agevole ma anche abbastanza esposta.
Superiamo questi ultimi metri di salita facendo lo slalom tra i campanili rocciosi, fino a ricongiungerci con il
sentiero EE che abbiamo tralasciato a fondovalle.
In breve siamo al rifugio Rosalba, su di un terrazzino aereo in una posizione incredibile con una vista
da urlo su tutti i fronti.
Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta, siamo circondati da tutte le meraviglie che la natura ha plasmato
e per questo mi sento di dire che forse per immortalarle tutte, non bastano nemmeno gli scatti fotografici di una digitale!
A poca distanza dal nostro punto di osservazione, ma molto al di sotto, il lago di Como coi suoi numerosi paesini
adagiati lungo le sue sponde, e tutto l’altopiano dei Resinelli da dove siamo partiti.
Più in lontananza la Pianura Padana, e i laghi di Annone e Alserio.

Ancora più lontano svettano le cime innevate della Valle d’Aosta con l’inconfondibile sagoma del Monte Rosa,
ma anche del Monviso e del Gran Paradiso, visibili nelle giornate più terse.
Alla sinistra del rifugio svetta invece l’imponente Torre Cecilia, alla cui base parte l’omonimo sentiero
che porta in cima alla Grigna Meridionale, (è un sentiero attrezzato classificato EEA).
Spostando lo sguardo più lontano, sempre da questa angolazione, è chiaramente visibile anche la cima
della Grigna Settentrionale con l’inconfondibile sagoma del rifugio Brioschi.
Siamo circondati da tanta bellezza, che il rientro a valle e in pianura non sarebbe nemmeno da prendere in considerazione! Accanto al rifugio sono presenti affissi sulla roccia, una cappelletta e il busto dedicati ad Antonio Stoppani,
l’abate lecchese fondatore della geologia e paleontologia italiana.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi


Note:
salita spettacolare fra i torrioni rocciosi della Grigna Meridionale, sotto la famosa Cresta Segantini.
Panorama unico sul lago di Como, la Pianura Padana e i monti della Valle d’Aosta.
La salita non è lunga, ma piuttosto impegnativa dal punto di vista fisico.
Brevi tratti attrezzati e qualche roccetta nella prima parte, in cui occorre usare le mani.
Poi sentiero agevole ma un po’ esposto poco sotto al rifugio.
Gita sconsigliata a famiglie con bambini piccoli.