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Rifugio Tartaglione Crispo 1.800 m. e Rifugio Del Grande Camerini 2.580 m.
(Italia – Valmalenco)
un anello bellissimo t
ra boschi, torrenti, alpeggi e pietraie in un paesaggio che cambia e si trasforma ad ogni passo

rifugio tartaglione crispo

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Località di partenza:
Chiareggio, in alta Valmalenco
Quota di partenza: 1.600 m.
Quota di arrivo: 1.800 m. (Rifugio Tartaglione Crispo) e 2.580 m. (Rifugio Del Grande Camerini)
Dislivello: 200 m. fino al Rifugio Tartaglione Crispo, 980 m. fino al Rifugio Del Grande Camerini
Posizione: il Rifugio Tartaglione è immerso in un bellissimo bosco in Val Sissone (loc. Forbicina) a pochi minuti
da Chiareggio e in posizione panoramica con vista sul Monte Disgrazia
Il Rifugio Del Grande Camerini si trova nei pressi della bocchetta Piattè di Vazzeda a cavallo tra
la Val Sissone e la Val Bona
Difficoltà: E (EE per l’eventuale tratto di ritorno per la Val Sissone e l’Alpe Sissone)
[scala delle difficoltà]
Ore: 6h a/r (anello completo)
0h 45’ (al Rifugio Tartaglione Crispo)
3h (al Rifugio Del Grande Camerini, sia partendo dal Tartaglione che da Chiareggio direttamente)
1h 40’ (discesa dal Dal Grande Camerini al Tartaglione per l’Alpe Sissone)
Periodo: da inizio giugno a metà settembre
Discesa: per l’Alpe Sissone compiendo l’anello completo e rientrando al Rifugio Tartaglione, da qui a Chiareggio.
Altrimenti dal Rifugio Dal Grande Camerini si può rientrare a Chiareggio direttamente per l’Alpe Vazzeda Superiore
e Inferiore, senza ripassare dal Rifugio Tartaglione.
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Siamo in alta Valmalenco a circa 6 km da Chiesa in Valmalenco e precisamente nel paesino di Chiareggio
dove termina la strada.
Un luogo remoto dove regna il silenzio e la natura è ancora la vera protagonista.
Un’unica stradina stretta conduce qui (e d’inverno ci si arriva solo in motoslitta o a piedi).
Non ci sono folle, rumori né impianti di risalita.
Un posto adatto per tutti i tipi di escursionismo e alpinismo.
Percorsi più facili conducono a luoghi e rifugi più bassi, ma per questo non meno spettacolari di quelli
posti a quote più elevate.
Qualunque sia il tipo di percorso intrapreso, un monte in particolare ci osserverà di continuo dai suoi 3.678 metri.
Il Disgrazia, nome che deriva non da un evento funesto ma dal toponimo lombardo “Des’giascia” cioè “Disghiaccia”.
Il percorso che ho compiuto comprende un anello che da Chiareggio sale prima al rifugio Tartaglione,
da qui al rifugio Del Grande Camerini passando per l’Alpe Vazzeda Inferiore e Superiore, 
per poi scendere sul lato della Val Sissone passando per l’Alpe Sissone, ritornando al Tartaglione e
da qui a Chiareggio.

Un percorso bellissimo anche se un po’ faticoso non tanto per il dislivello ma per la lunghezza.
Chi non se la sente può spezzare la gita in due giorni pernottando in quota o salendo i singoli rifugi.
Nei tempi di percorrenza ho indicato le ore richieste per le varie tratte.
La partenza della gita è a Chiareggio in Valmalenco dove si parcheggia sulle sponde del torrente Mallero e
a piedi si seguono le indicazioni per i rifugi.
Mentre il Rifugio Tartaglione rimane nascosto nel bosco, spostando lo sguardo in alto in direzione opposta
al Monte Disgrazia, si può già vedere il Camerini sotto l’imponente cima di Vazzeda.
Ci si incammina in un’abetaia fino a raggiungere Pian del Lupo, punto d’incontro delle valli Ventina, Muretto e Sissone,
e da qui si segue la direzione per le baite dell’Alpe Forbicina e dell’Alpe Laresin (1.720 m.), lasciando a destra
la deviazione diretta per il Camerini.
Dopo questo tratto piuttosto pianeggiante si inizia a salire a tornanti per un breve tratto ripido,
l’unico prima di arrivare al Rifugio Tartaglione dopo 45 minuti.
Un percorso facilissimo, breve e adatto a tutti.
Sulla bella terrazza soleggiata di questo rifugio si possono gustare famosi piatti tipici al cospetto della mole del
Monte Disgrazia con una bella vista sulla parte alta della Valmalenco.

Alle spalle della struttura parte il sentiero per il rifugio Camerini.
Il primo tratto taglia il versante della montagna fino a ricongiungersi con l’Alpe Vazzeda Inferiore, e in
particolare col sentiero che sale diretto da Chiareggio.
Si cammina quasi in piano, (dopo un primo strappetto in mezzo al bosco), e nel silenzio più assoluto.
Ogni tanto gli alberi si diradano e la vista si spinge sul versante opposto col Monte dell’Oro in primo piano.
Dopo aver passato un esile ponticello di legno si raggiunge l’Alpe Vazzeda Inferiore (1.832 m.).
Il sentiero da qui sale con più decisione per prati e ormai radi alberi fino all’Alpe Vazzeda Superiore (2.025 m.).
Il Camerini torna visibile sulla cresta est che scende dalla Cima Vazzeda, ma per raggiungerlo dovremo
impiegare ancora due ore.
Se da qui il Monte Disgrazia rimane un po’ nascosto, guardando in basso vediamo la Val Ventina con i
rifugi Gerli-Porro e Ventina.
Risaliamo il versante della montagna su bel sentiero per ampi pascoli e arbusti superando di tanto in tanto
dei piccoli corsi d’acqua (il loro attraversamento diventa un po’ problematico solo dopo abbondanti piogge e
nel periodo di disgelo), e da qui per facile pietrisco e roccette arriviamo al Camerini (lasciamo sulla destra
le deviazioni per la Val Bona e la Bocchetta del Forno) con le ante rosse alle finestre e la struttura in pietra.

Il panorama a 2.580 m. è di prim’ordine: di fronte il Monte Disgrazia col suo ghiacciaio alquanto tormentato,
il Pizzo Ventina, il Monte Pioda, la Cima Centrale di Chiareggio, la Cima del Duca, il Pizzo Scalino (più in lontananza).
Più defilati il Monte del Forno, la Valle del Muretto e alle spalle del rifugio la rocciosa Cima Vazzeda.
Per il ritorno prendiamo il sentiero che scende dritto davanti al rifugio e punta alla Val Sissone.
Scendiamo per un tratto su una crestina rocciosa tenendosi alle catene prima di affrontare sulla destra un
salto verticale anch’esso attrezzato col cavo metallico.
E’ il punto più delicato e tecnico del percorso e occorre fare attenzione anche se non vi sono difficoltà particolari
e non serve alcuna attrezzatura da ferrata per questi 30 metri circa.
Ai piedi delle rocce ci ritroviamo su verdi pascoli all’imbocco della Val Sissone.
Lasciamo il sentiero a mezzacosta che prosegue a destra, e scendiamo dritti puntando verso valle per traccia esile e
per bolli bianco-rossi, fino ad incontrare le baite diroccate dell’Alpe Sissone.

Continuiamo a scendere per un po’ su pascoli fino ad imboccare un canalone impressionante, dove la discesa si fa ripida.
Prestando attenzione a non scivolare, (la traccia si mantiene stretta e in alcuni punti esposta) scendiamo a tornanti
in questo ambiente impressionante e verticale, dove le rocce si alternano alla vegetazione.
Siamo proprio al centro del canalone.
Il sentiero verso valle si fa meno verticale e gli alberi tornano a ricoprire il versante della montagna.
Ad un bivio se scendiamo ancora ci ritroviamo all’Alpe Laresin e da dove si prende per Chiareggio,
oppure proseguendo in orizzontale per un sentierino nel bosco, raggiungiamo in breve il rifugio Tartaglione.
Da qui ripercorriamo il percorso fatto all’andata fino al paese.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi


Note:
un anello bellissimo, anche se lungo, in alta Valmalenco al cospetto di uno dei monti simbolo: il Disgrazia.
Tra boschi, torrenti, alpeggi e pietraie in un paesaggio che cambia e si trasforma ad ogni passo.
Data la lunghezza del percorso, lo stesso si può dividere salendo ad uno o entrambi i rifugi e
scendendo per la via di salita.
La discesa per l’Alpe Sissone richiede un minimo di cautela nel vallone ripido e sul breve tratto con catene.