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La “Scala nel Cielo” – Santa Maria del Monte – Monte Tre Croci 1.084 m.
(Italia – Parco Regionale del Campo dei Fiori – Varese)
camminando lungo un terrazzino scavato e ricavato nella parete rocciosa, per ammirare uno dei punti panoramici
più belli della zona. Il borgo di Santa Maria del Monte è un’opera d’arte… 

la scala nel cielo


Località di partenza:
Pensione Irma (1.095 m.) – Parco Regionale del Campo dei Fiori (Varese)

1° punto intermedio: la “Scala nel Cielo” 1.153 m. (Varese)
2° punto intermedio: borgo di Santa Maria del Monte 807 m. (Varese)
Punto di arrivo: Monte Tre Croci 1.084 m. (Varese)
Quota di partenza: 1.095 m.
Quota di arrivo: 1.084 m.
Dislivello complessivo: 288 m.
Segnavia: n° 301 – 303 – 306 – 308
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Periodo: tutto l’anno
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

lampione santa maria del monte

A pochi chilometri dalla città di Varese, troviamo il Parco Regionale del Campo dei Fiori.
Un’area protetta, creata nel 1984 e successivamente ampliata nel 2009, raggiungibile in auto tramite una strada
asfaltata che risale e si addentra in fitti e prestigiosi boschi.

Il Parco del Campo dei Fiori, delimitato a nord-ovest dalla Valcuvia, a est dalla Valganna e a sud dalla città di Varese,
ha 21 percorsi di trekking, ben segnalati e facilmente accessibili.

In totale l’ampiezza del Parco del Campo dei Fiori si estende per circa 6300 ettari, andando a lambire 17 comuni
e 2 comunità montane.

All’interno del parco troviamo 6 riserve naturali, tra le quali ci sono il Lago di Ganna, il Lago di Brinzio e 2 torbiere. 
Oggi abbiamo voluto risalire la “Scala nel Cielo”, (un breve, ma super panoramico sentiero, ricavato tra la parete
rocciosa e il vuoto), per poi raggiungere il caratteristico e splendido borgo di Santa Maria del Monte e successivamente
il Monte Tre Croci.

Vi raccontiamo la nostra esperienza e le nostre impressioni di un viaggio che è stato piacevole e ci ha offerto degli
scorci molto molto belli.

Nella parte iniziale dell’escursione, si rende necessaria una riflessione, per i tanti tesori che abbiamo nel nostro paese,
ma che siamo spesso incapaci di valorizzare, lasciandoli così all’abbandono e facendoli cadere miseramente
in disgrazia.

Benvenuti o ben tornati sulle pagine del nostro sito.

In una giornata di inizio maggio, con il meteo un pò incerto, abbiamo deciso di addentrarci nel Parco Regionale
del Campo dei Fiori, raggiungendo il punto di partenza del nostro trekking rappresentato dalla Pensione Irma,
che si trova sulla sommità del parco.
Provenendo da Varese, il consiglio è quello di impostare il navigatore con destinazione “Pensione / Osteria Irma”
via Belvedere – Varese, che è l’unico punto di ristoro presente in zona.
Sarà questo il punto dal quale ci incammineremo e dove troviamo diversi posti auto, dopo aver risalito per una ventina
di minuti una tortuosa ma ben asfaltata strada che attraversa una fitta boscaglia.
Dal parcheggio seguiamo a piedi una strada poderale, lasciando alla nostra sinistra la Pensione Irma.
Superiamo una sbarra in metallo che vieta l’accesso alle auto e poco dopo troviamo ancora alla nostra sinistra l’ex colonia
alpina dell’ingegnere Siro Magnaghi, una grande villa edificata negli anni 20 per la villeggiatura dei tanti milanesi che
frequentavano queste zone.
Successivamente la villa è servita come luogo di protezione per ragazzi con difficoltà.
Dal 1946 purtroppo questo edificio versa in stato di totale abbandono, dove prima i vandali e poi le intemperie,
hanno fortemente danneggiato la struttura che è stata acquistata e rilevata con diversi progetti di riqualificazione,
che però non si sono mai concretizzati.

Si prosegue lungo un viale alberato che in pochi minuti ci porta nei pressi di un altro immenso edificio abbandonato:
il Grande Hotel del Campo dei Fiori, costruito tra il 1910 e il 1912 e oramai vuoto e senza nessuno da 50 anni.

Questo hotel con oltre 200 camere, è stato meta di villeggiatura da parte della ricca borghesia soprattutto milanese
che veniva qui per trascorrere le vacanze estive.

Tutto ha funzionato fin nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, poi con la diffusione delle automobili, ben presto
i vacanzieri hanno optato per altre mete, portando negli anni successivi, alla chiusura definitiva questa enorme
struttura che versa in stato di totale abbandono.

Mi sono dilungato su questi argomenti, perché il percorso di oggi nella sua parte iniziale, passa accanto a questi
grandi edifici (che sono il simbolo dei “tempi che cambiano”) ed ho ritenuto doveroso fornire alcune spiegazioni.

Dalla zona del Grande Hotel, tenendoci sulla sinistra, prendiamo una scalinata che scende e che ci porta alla stazione
della ex funicolare (1.040 m.) che fa sempre parte del complesso del Grande Albergo.

Qui possiamo apprezzare la vista sul paese di Santa Maria del Monte che sembra quasi emergere dalla fitta
vegetazione montana.

Proseguiamo seguendo una evidente strada poderale che pur non avendo segnaletica, in pochi minuti ci porta nei
pressi di una abitazione privata che tralasceremo alla nostra sinistra, seguendo lo stretto sentiero alla nostra destra.

All’imbocco del sentiero, troviamo un cartello che ci indica la palestra di roccia che incontreremo di qui a breve.
Andiamo quindi a risalire una serie di gradini che rappresentano la porta d’ingresso della “Scala nel Cielo”.
In pochi metri raggiungiamo questo ambiente interamente scavato nella roccia, dove alla nostra sinistra avremo
la montagna con la sua parete verticale e alla nostra destra una ringhiera di protezione che ci permette di ammirare
uno dei punti panoramici più belli di tutta la provincia.

La breve via di salita è una sorta di stretto terrazzino ricavato e scavato nella roccia calcarea.
La visuale a strapiombo sulla vallata ci lascia senza parole.

percorso di salita della scala nel cielo parco regionale campo dei fiori

Apprezziamo queste infinite medie montagne ricoperte da una fitta vegetazione che rassomiglia quasi a un mantello
verde posato sulle dolci forme dai tratti sinuosi.

Davanti a noi il Sacro Monte, una parte della Pianura Padana, Varese, la Valcuvia, il Lago di Lugano e vari paesi che
“fuoriescono” dalla fitta boscaglia piuttosto vigorosa in questa stagione dell’anno, e una parte delle cime italo – svizzere.

Ben visibili la pianura Lombarda e Piemontese.
Ci fermiamo ad osservare un paesaggio molto ricco e bellissimo, tra roccia e vegetazione, tra paesi e laghi, tra cielo
e pianura: sembra quasi di essere in un altro mondo.

Lungo la ringhiera di protezione, troviamo legate le stoffe delle bandierine tibetane nei vari colori che rappresentano
i cinque elementi fondamentali:
il Giallo = Terra; il Blu = il Cielo, il Verde = l’Acqua; il Rosso = Fuoco e il Bianco = l’Aria.

La “Scala nel Cielo” è facilmente raggiungibile e rappresenta uno dei posti più panoramici della zona.
Il nostro consiglio è quello di vedere e vivere questa esperienza abbastanza fuori dal comune e che vi saprà
sicuramente emozionare e appagare.

Dopo una sosta per ammirare l’incredibile vista offerta dalla zona, riprendiamo a ritroso la strada da poco percorsa
per riportarci nello spiazzo erboso della ex stazione della funicolare.

La prossima meta sarà il borgo di Santa Maria del Monte che da qui dista circa un’ora di cammino.
Seguiamo quindi l’indicazione per il sentiero n° 308, scendiamo una scalinata che ci porterà a passare sotto il tunnel
dove scorreva una volta la funicolare, per poi proseguire in lieve discesa lungo un sentiero che si addentra in una
fitta boscaglia.

Raggiungiamo in circa 20 minuti il Valico Pizzelle 930 m. 
Guardando le indicazioni, proseguiamo lungo il sentiero che si alterna con tratti più larghi a tratti più stretti,
in direzione di Santa Maria del Monte che raggiungiamo in circa 50 minuti dopo aver lasciato la zona dell’ex funicolare.

Santa Maria del Monte, oggi patrimonio dell’Unesco, è un piccolo borgo che affonda le sue origini in secoli oramai
lontani e sorge all’interno del Parco Regionale del Campo dei Fiori.

Importante sapere che Santa Maria del Monte, non è il Sacro Monte, infatti quest’ultimo identifica l’intera montagna
che accoglie tra le varie cose, anche il borgo di Santa Maria.

Dal sentiero che abbiamo seguito per arrivare fino qui, prendiamo la strada chiamata via del Santuario che ci porta
in pochi minuti all’interno del borgo.

Risaliamo delle vie con la pavimentazione in acciottolato che ci conducono sulla balconata difronte al Santuario.
Da qui la visuale spazia dal Lago di Varese al Lago di Comabbio, dal Lago di Monate fino al Lago Maggiore e nelle
giornate più terse, è possibile scorgere i profili di Milano, Novara e Vercelli.

Il nostro consiglio è quello di “perdersi” tra le vie di questo antico borgo, passando all’interno delle varie gallerie
ricavate tra le mura in pietra degli antichi edifici.

I lampioni illuminano l’oscurità, offrendo una sensazione di poesia e di “ritorno al passato”.
Tra le spesse mura delle gallerie, troviamo piccole finestre, alcune a forma circolare, altre a semi arco, dalle quali
è possibile scorgere la visuale verso i laghi da qui ben visibili.

Sui muri di alcune case sono disegnate le “meridiane”, antichi strumenti astronomici utilizzati nel passato
per leggere l’ora tramite l’ombra proiettata dal sole.

Santa Maria del Monte si trova a un’altezza di 883 m. s.l.m. con le abitazioni del borgo che sono addossate le une
alle altre e “posate” su consistenti formazioni rocciose.

Nel 1600 per opera di un frate cappuccino, sono state costruite 14 cappelle denominate “via Sacra del Rosario”.
Questo borgo molto particolare, merita di essere visitato e abbiamo apprezzato la sua tranquillità unita a un
luogo particolarmente panoramico.

Il percorso di rientro da Santa Maria del Monte verso l’ex funicolare è lo stesso affrontato all’andata.
A ritroso andremo a ripassare all’interno del fitto bosco seguendo le indicazioni.
Il sentiero salirà dolcemente fino a riportarci dopo circa 50 minuti nel piccolo spiazzo che una volta rappresentava
il punto di arrivo della ex funicolare.

Da qui vi consigliamo di fare una breve deviazione per salire fino al Monte Tre Croci 1.084 m.
Tramite un’ampia mulattiera a scalini denominata “Via Sacra”, formata da pietre e cemento nella quale sono riportate le
targhe delle varie armi dell’esercito italiano, in circa 10 minuti dal piazzale della ex funicolare si arriva
al Monte Tre Croci.

Ci soffermiamo ad apprezzare la vista sul Lago di Varese in primo piano e su quello di Monate, Comabbio e
Maggiore “poco dietro”.

Le Tre Croci inizialmente posate in legno, sono state sostituite da importanti strutture di marmo nel 1900.

Dal Monte Tre Croci concludiamo il giro ad anello andando in direzione del vecchio albergo e successivamente
ritornando alla Pensione Irma, nostro punto di partenza di questa mattina.

Una simpatica curiosità: il sentiero n° E1 che abbiamo visto riportato sui cartelli in zona, fa parte del sentiero europeo
che attraversa tutta l’Europa, e precisamente parte da Capo Nord in Norvegia e termina in Sicilia.

Felici di aver percorso un piccolo tratto del sentiero E1, chiudiamo così un panoramico e appagante giro di trekking,
che si è alternato tra passaggi particolarmente accattivanti come la “Scala nel Cielo”, a passaggi nel fitto bosco,
per poi giungere in un borgo di alto valore e pregio.

Tutto questo a poca distanza dalla città di Varese.

Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Andreina Baj


Note:
la “Scala nel Cielo” è un breve passaggio intagliato nella roccia che vale la pena percorrere.

Ammirerete una visuale a strapiombo sulla vallata lato italiano, lato svizzero e sui tanti laghi presenti in zona.
Per giungere al borgo di Santa Maria del Monte, si passa attraverso un fitto bosco tramite una rete di sentieri ben
segnalati con indicazioni precise e chiare.

Il borgo è incantevole, poetico e romantico, oltre ad essere patrimonio dell’Unesco.
Trekking semplice, poco impegnativo a livello fisico.
La ristrutturazione e la rimessa in funzione di alcuni antichi edifici che si trovano a inizio del percorso, sono
auspicabili per dare una maggiore importanza a un luogo che merita di essere conservato come un piccolo gioiello
e, non abbandonato miseramente al suo destino.