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Sentiero del Tracciolino: approfondimento

Camminare lungo il Tracciolino significa percorre un piccolo pezzo della storia di queste valli che si sviluppano
intorno a Novate Mezzola.
Non sono moltissimi gli itinerari di questo tipo, soprattutto con un panorama così straordinario.
Ma cos’è realmente il Tracciolino?
E’ un sentiero che si sviluppa per circa 12 km ad una quota costante di 912 metri, dalla Val Codera alla Valle dei Ratti,
in Valchiavenna.
Intorno al 1920, su iniziativa del parroco don Milani, venne costruita la centralina per fornire energia elettrica alla Val Codera,
convogliando le acque del torrente e distribuendo tale energia ai soci della “Società Elettrica Codera”.
Poi negli anni Trenta si diede il via ai lavori per un impianto di captazione dell’acqua da parte della ditta SONDEL.
I lavori di costruzione della diga a monte di Verceia e del canale di gronda, impose alla ditta anche la costruzione di una
funicolare e di una ferrovia a scartamento ridotto, il Tracciolino appunto, che univa la presa idroelettrica di Salina,
in Val Codera, con la diga di Moledana in Valle dei Ratti.
Al termine dei lavori il tracciato della ferrovia per la manutenzione degli impianti non fu più necessario e venne
progressivamente abbandonato.
La cosa incredibile è che nella seconda parte del percorso, verso Moledana, troviamo ancora oggi i binari della ferrovia
Decauville a scartamento ridotto con tanto di traversine, che serviva il villaggio costruito per ospitare gli operai.
Su questi vagoncini venivano trasportati svariati tipi di materiali come il legno, la sabbia, i minerali e la torba.
I binari erano prefabbricati e in tal modo si potevano montare e smontare molto velocemente. 

sentiero del tracciolino

Negli ultimi anni la fama di questo percorso che corre tra le pareti della Valchiavenna è cresciuta enormemente tra
gli appassionati di escursioni, mountain-bike e trail running e i motivi sono esposti poco sopra anche se è utile ripeterli.
Un sentiero che taglia a metà queste pareti rocciose, incastonato tra la roccia, con buona parte del percorso caratterizzato
dai binari di una ferrovia e da gallerie.
A questo aggiungiamo panorami mozzafiato verso i laghi di Mezzola e di Como, così come verso la piana della
Valchiavenna e sui monti circostanti (Legnone e Berlinghera su tutti).
Paradossalmente, in certi periodi dell’anno, anche qui è diventato difficile trovare un po’ di tranquillità
camminando nel silenzio.
Grazie a questo successo le amministrazioni locali hanno provveduto a mettere in sicurezza quasi tutto il percorso.
Il fondo è sempre molto buono, largo circa 170 cm e protetto per la maggior parte da un corrimano fatto con fili di ferro.
Sebbene sia un sentiero accessibile alla maggior parte delle persone, come riporta il regolamento ufficiale esposto sulla
cartellonistica in luogo, quello del Tracciolino rimane un percorso alpinistico che attraversa pareti rocciose scoscese e
strapiombati e quindi non privo di rischi.
Se da una parte va detto che di alpinistico non c’è veramente nulla in questo tracciato, è altresì vero che il pericolo frane,
di cui tutta la zona è soggetta, esiste realmente.
Proprio per il ripetersi di eventi franosi, ad oggi 2021, il primo tratto che va da Saline alla Val Grande è ancora chiuso,
in attesa della realizzazione di un ponte tibetano.
Chi lo volesse percorrere interamente deve salire da Mezzolpiano (Novate Mezzola), fino a Codera, e poi percorrere il
Sentiero Life che passa per Cii e Cola fino ad intercettare il sentiero storico.
La variante più breve, di poco più di 10 km, prevede la salita da Mezzolpiano a San Giorgio, e da qui ancora in salita per
un breve tratto fino a portarsi sul percorso ufficiale, percorrendo il tratto tra il Vallone di Revelaso e la Val di Monte.
Chi salisse in mountain bike opterà per la salita al Tracciolino da Verceia, dove una carrozzabile porta alla sua intersezione
(da Codera e da San Giorgio, infatti, non vi sono piste percorribili con la bici).
Come detto, non solo pedoni possono usufruire di questa meraviglia, ma anche chi è dotato di mountain bike che potrà
pedalare, se non tutto, buona parte del percorso.
Va anche detto che alcune gallerie sono piuttosto lunghe (fino a 340 m.), pertanto è utile una frontale, così come diviene
necessario coprirsi un po’ al loro interno, soprattutto in altre stagioni che non siano l’estate.

Approfondimento e fotografie di: Daniele Repossi