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Sorgenti del Lys 2.417 m. (Italia – Valle di Gressoney)
camminata facile e tranquilla che risale la morena del ghiacciaio del Lys fino al termine della sua cresta dalla
quale si spalanca una magnifica vista su buona parte del massiccio del Monte Rosa

sorgenti del lys


Località di partenza:
Staffal, Valle di Gressoney

Quota di partenza: 1.840 m.
Quota di arrivo: 2.417 m.
Dislivello: 577 m. 
Posizione: al termine della cresta della morena del ghiacciaio del Lys

Difficoltà: E [scala dei livelli delle difficoltà]
Ore: 2h 30’ a/r
Periodo: da giugno a fine ottobre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Discesa: per la via di salita
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Non tutti macinano chilometri e metri di dislivello in montagna e non sempre quando si va in montagna bisogna
raggiungere una cima o un rifugio.
Allo stesso tempo sarebbe un peccato limitarsi a camminare per le strade e le case dei paesi su percorsi turistici e
super affollati, soprattutto se si ha a disposizione un po’ di tempo.
Questa è quindi un’escursione “ibrida” a metà strada tra i percorsi più impegnativi e quelli molto turistici.
Una gita soft, lenta e breve, adatta a tutti che si sviluppa per boschi e morene senza tratti troppo ripidi o difficili,
ma che consente allo stesso tempo di avvicinarsi all’ambiente dell’alta montagna.
Un percorso che ho scoperto quasi per caso girando un po’ per il parcheggio di Staffal in una giornata di brutto tempo.
Per salire fino a queste sorgenti ho approfittato di una giornata un po’ incerta dal punto di vista del meteo,
compiendo l’ascesa in mattinata dove solitamente le nuvole sono ancora rade.
Dopo aver percorso interamente la Valle di Gressoney sono quindi a Staffal, dove la strada finisce e si trova anche
un grande parcheggio per le auto.
Qui iniziano vari percorsi escursionistici che portano ad esplorare da vicino il massiccio del Monte Rosa.
Lascio sulla sinistra gli itinerari che portano al Colle della Bettaforca e a quello della Bettolina e proseguo dritto
per prati e pascoli.
Il sentiero è ben segnato, facile e costeggia il torrente Lys di cui presto scoprirò la sua sorgente.
Risalgo lentamente un primo pendio portandomi su un pianoro al limitare del bosco dove si trovano
anche le baite di Courtlys.
Da questo punto vedo chiaramente la Valle di Gressoney e le rocce della Bettaforca con la stazione
a monte della funivia.
È un bellissimo balcone panoramico a pochi minuti dalla strada.
Il tempo sembra tenere e questa è un’ottima cosa.
Procedo entrando nel bel bosco di larici e abeti con un po’ di saliscendi, ma lo stupore maggiore me lo trovo davanti
oltrepassati gli ultimi alberi.
Tutta la valle si spalanca davanti ai miei occhi e vengo quasi accecato dalla bellezza dei ghiacciai del Monte Rosa che
scendono come cascate da questi versanti rocciosi.
Le nuvole che vedo lassù sono più fitte e consistenti ma non avviluppano ancora queste meravigliose vette.
Arrivo ad un bivio nel quale un cippo di pietra reca tutta la segnaletica della zona.
In realtà le direzioni che si possono prendere sono solo due.
A destra verso il Colle Salza e la Punta Alta luce, e dritto verso la morena che porta alle Sorgenti del Lys,
il percorso che seguirò.
A dire il vero non ho ancora ben capito cosa intendono qui per “Sorgenti del Lys” e sono curioso di scoprirlo.

Mi immagino di arrivare alla base di un ghiacciaio o di una roccia dove dal sottosuolo o da un piccolo laghetto di fusione,
prende vita questo torrente.
La sorgente appunto, il luogo dove ha origine quest’acqua.
Come scoprirò tra un po’, la mia idea prenderà forma ma in un altro modo, più sorprendente e spettacolare.
Continuo a camminare in direzione di queste sorgenti scendendo verso un tratto piuttosto in piano alla base di una morena,
come in una grande infossatura del terreno.
Il sentiero da lì a poco prenderà di nuovo a salire tagliando a mezza costa la morena stessa, salita però
mai ripidissima e faticosa.
Al termine di questa ascesa sono già in alto.
La visuale verso il Rosa è ancora un po’ chiusa dalle rocce che ho di fronte, ma verso valle la sensazione di
“volare” su questi pendii è davvero accentuata.
Fa un certo effetto vedere lo sviluppo di tutta la morena e della sua cresta cosparsa ora di erba e piccoli abeti.
Un tempo però il ghiacciaio scendeva fin qui.
Sullo sfondo, molto più in alto, svetta la Bettaforca.
Con un piccolo traverso tra pietre ed erba, mi porto lentamente verso un’altra morena, più vicina al ghiacciaio del Lys.
Un passo dopo l’altro la risalgo seguendo il sentiero che però stavolta mi sorprende.
Non più lungo un versante a mezza costa, ma direttamente sulla sua cresta che si mantiene sempre piuttosto
larga e mai esposta.
Lo spettacolo che ho di fronte e in basso alla mia sinistra mi lascia davvero senza parole.
C’è tutto il ghiacciaio del Lys che sembra tuffarsi con diverse colate dalle più alte cime del Monte Rosa, tra le quali
si distingue la Piramide Vincent.
In basso il ghiacciaio sfuma e si fonde con la vallata, ma è un ghiaccio diverso, nero e ricoperto interamente
di terra e pietra.
Al termine anche di queste pietraie, due piccoli laghetti di fusione dal colore verde fanno da contrasto con tutte
le sfumature dell’ambiente intorno a loro.
Quello del Lys è un ghiacciaio di tipo himalayano, costituito da più colate glaciali che confluiscono in un’unica
grande lingua valliva.
È anche tra quelli più ampi della Val d’Aosta e uno dei più grandi del versante meridionale alpino.
La mia idea di arrivare tramite questo itinerario alla fonte, all’origine del Lys, era giusta, solamente che mi trovo poco
più in alto e da una posizione privilegiata posso ammirare questo scenario.
Sono infatti sulla cresta di questa morena e vedo tutto questo spettacolo dall’alto, da una posizione migliore rispetto
alla base, un balcone panoramico che non ha eguali.

Sarebbe impensabile che un sentiero conduca la massa di gente in quella zona, certamente troppo a rischio crolli.
Una grande idea quindi a mio avviso l’aver concepito un percorso così originale.
Percorso che dopo ancora qualche metro di salita in cresta, termina nei pressi di un cippo di pietra sul quale
una targhetta gialla riporta la scritta “Sorgenti del Lys, m. 2.417 s.l.m.”.
Una grande sorpresa quindi essere giunti fino a qui e uno stupore ancora più unico dato dal panorama, in un
punto così strategico, una cima che non è una cima.
Mi godo tutto lo spettacolo di questo ghiacciaio studiandolo a fondo con gli occhi e immaginandolo solo qualche
centinaio di anni fa quando il suo limite era molto più in basso.
Immenso, era davvero impressionante.
Il tempo ha tenuto, e il sole ha fatto di nuovo capolino tra le nuvole rendendo questo paesaggio ancora più magico.
Tra i seracchi e i crepacci è tutto un gioco di luci ed ombre.
Il sole ha anche richiamato un po’ di gente che vedo risalire lungo le due morene.
D’altronde qui con poco sforzo si ha una massima resa e ne vale davvero la pena.
Vedo anche qualcuno scendere verso i laghetti, tuttavia non c’è sentiero e ci si muove su pietraie instabili portandosi
in una zona piuttosto delicata in quanto il ghiacciaio è sempre in trasformazione e in continuo movimento.
Col sopraggiungere nel primissimo pomeriggio di una copertura nuvolosa più massiccia, mi incammino lungo il
percorso di discesa verso Staffal.
Percorrendo queste creste mi sembra davvero di volare e in discesa questa sensazione è enormemente amplificata.
Provare per credere.
È proprio vero che spesso non serve ricercare la cima più alta o difficile per vivere la montagna o dire di essere
sul tetto del mondo.
Bastano anche le cose più semplici.
Che spettacolo e che posti, e pensare che si trovano davvero dietro l’angolo rispetto alle ultime case della valle.
Raggiungo il parcheggio poco dopo pranzo e prima della pioggia che guasterà poi la giornata.
Ho avuto fortuna, la mattinata è bastata per fare il pieno di alta montagna, volare e sognare!

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi


Note:
camminata facile e tranquilla che risale la morena del Ghiacciaio del Lys fino al termine della sua cresta
dalla quale si spalanca una magnifica vista su buona parte del massiccio del Monte Rosa, da dove scende la
lingua del ghiacciaio del Lys.
La gita, piuttosto breve, è adatta anche alle famiglie con bambini che già camminano.