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Col des Chavannes 2.592 m. e sentiero di cresta 2.730 m.
(Italia – Alta Val Veny)

gran giro di trekking che vi porterà lungo la linea di cresta del Col des Chavannes con una visuale da film, da documentario,
da cinema…. s
tiamo parlando di uno dei panorami più belli dell’Alta Val Veny

col des chavannes


Località di partenza:
 Freney 1.589 m. (Val Veny)

la località di partenza in realtà è La Visaille 1.659 m. ma ho trovato la strada chiusa al traffico veicolare per ordinanza
del Comune e quindi mi sono dovuto fermare alla frazione prima

(circa 20 minuti in più di cammino a passo spedito per arrivare a La Visaille)
Punto di arrivo: Col des Chavannes 2.592 m. e sentiero di cresta 2.730 m. (Val Veny – Monte Bianco)
1° punto intermedio: Lago Combal 1.957 m.
2° punto intermedio: Rifugio Elisabetta Soldini Montanaro 2.195 m.
Quota di partenza: 1.589 m.
Quota di arrivo: 2.730 m.
Dislivello: 1.141 m.
Posizione: Alta Val Veny

Difficoltà: E / EE [scala delle difficoltà]
“E” il percorso dalla frazione di Freney al Col des Chavannes
“EE” il percorso lungo la linea di cresta del Col des Chavannes
Ore: 3h 40 minuti per la salita dalla frazione di Freney, fino all’arrivo al Col des Chavannes lungo l’Alta Via n° 2
e risalita lungo la linea di cresta

Circa 3h 10 minuti per la discesa che avviene lungo il medesimo percorso di salita
Periodo: da inizio giugno (previa attenta verifica delle condizioni di innevamento), a metà ottobre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking 
Segnavia: Alta Via n° 2 – Segnavia n° 2 –

Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

 

Il Col des Chavannes permette di avere una vista a 360° su montagne, ghiacciai, laghi, vette, sellette, pianori e
panorami di altissimo profilo.

Con lo sguardo si spazia dalla catena del Monte Bianco a tutta la parte Alta della Val Veny, per poi scendere verso il
percorso che sale da La Thuile, passare per le Pyramides Calcaires e proseguire lunga linea di cresta che ho in lunga
parte risalito.

Parliamo di una favola di posto, dove ho trascorso circa due ore ad ammirare dall’alto della linea di cresta l’ambiente
magico che mi circondava, e dal quale ho faticato veramente tanto ad andarmene.

Quassù è un paradiso.
Adesso vi spiego in dettaglio il giro di oggi.

Benvenuti o bentornati sul nostro sito internet.
Siamo in una splendida mattinata di fine luglio, con cielo sereno e sole pieno.
Arriviamo alla frazione di Freney sul presto, verso le ore 7:00 per sfruttare al massimo la giornata.
In realtà il punto di partenza di questa escursione sarebbe la frazione dopo il Freney, ossia La Visaille.
Ma abbiamo trovato un’ordinanza del comune, che per ragioni di viabilità, non permette con l’auto di salire e
parcheggiare a La Visaille.
Ci siamo quindi fermati al Freney, circa 20 minuti in più a piedi su strada asfaltata, da aggiungere al conteggio totale
dell’escursione.
La Val Veny, questa splendida vallata sarà la protagonista della giornata.
Parliamo di una vallata con un fascino esclusivo a ridosso della catena del Monte Bianco e accessibile solo per
pochi mesi all’anno.
Infatti all’incirca dal mese di novembre, fino al mese di maggio, non è possibile in alcun modo arrivare da queste parti:
la strada è chiusa, sommersa di neve e con pendii ripidi che portano alla formazione di frequenti slavine.
Approfittiamo quindi di questi mesi per andare ad esplorare dei posti che credetemi sono straordinari,
non deludono mai.
Al contrario, hanno il potere di “stregarvi” e di portarvi a voler ritornare il prima possibile per risalire i tanti percorsi e
i tanti sentieri ognuno con il propio fascino, con il propio ambiente, con sempre nuovi paesaggi, tutti diversi
uno dall’altro.

Per raggiungere in auto la Val Veny provenendo da Aosta, bisogna arrivare a Courmayeur tramite la SS26, oltrepassare
la rotonda che permette l’ingresso nella cittadina, e seguire in direzione del Tunnel del Monte Bianco.

Prima di arrivare alle due gallerie para-valanghe, troviamo sulla sinistra la deviazione con il cartello Val Veny.
Si risale una strada asfaltata in alcuni punti tortuosa e stretta, fino al fondo della vallata, ossia a La Visaille, dove oltre
non si può andare.

Nel nostro caso, come vi ho anticipato, ci siamo fermati alla frazione prima: Freney, dove sono disponibili ampi parcheggi.
Inizia qui il percorso di salita, che per i primi 45 minuti avviene su strada asfaltata, ed è questo l’unico tratto un pò noioso.
Ma ben presto la visuale si apre sulle Pyramides Calcaires che appaiono davanti a nostri occhi come due piramidi una
affiancata all’altra e di una bellezza indescrivibile.

Poco dopo arriveremo nei pressi di un ponticello dove svolteremo a sinistra in direzione del Rifugio Elisabetta, andando a
prendere un’ampia strada poderale che andrà a lambire il Lago Combal, nel quale si specchia l’intera catena montuosa
che troviamo alla nostra destra.

Acque limpidissime riproducono un “effetto specchio” incredibile.

L’ampia strada poderale che stiamo percorrendo, si presenta inizialmente in piano per poi iniziare a risalire con
diversi tornanti, portandoci nei pressi del Rifugio Elisabetta, dove troveremo il segnavia n° 2.

Tuttavia noi a circa metà della poderale, prendiamo sulla sinistra un sentiero che sale e che in circa 15 minuti
abbondanti ci porterà poco sotto il Rifugio Elisabetta, dove ritroveremo il segnavia n° 2 che fa parte dell’Alta Via n° 2
(il percorso che andremo a intraprendere oggi).

Accanto troviamo anche il segnavia “TMB” che invece sale al Col de La Seigne.

Noi ci sposteremo sulla sinistra, seguendo il percorso dell’Alta Via n° 2 e camminando su un sentiero pianeggiante che
si dirama lungo un’ampissima vallata di una straordinaria bellezza.

Alla nostra destra le Pyramides Calcaires, alla nostra sinistra colline erbose con svariate marmotte che corrono in
tutta libertà e all’orizzonte la traccia “TMB” che solca le montagne e che sale verso La Casermetta per poi arrivare
al Col de La Seigne.

Uno sguardo all’indietro ci appaga ampiamente con una parte magnifica della catena del Monte Bianco, dove svettano
tra tutte le Aiguille Noire de Peuterey 3.773 m. e la lunga morena del ghiacciaio e Lago del Miage. 
Come potete immaginare e vedere dalle foto, qui il paesaggio di questa parte Alta della Val Veny è da cartolina,
ma dopo passeremo dalla “cartolina” al “paradiso”.

Proseguiamo in piano su questo sentiero che con dolci curve, si disperde all’orizzonte tra centinaia di margherite e altri fiori,
alcuni dal colore giallo intenso, altri dal colore viola.

Veramente un gran bel tracciato di trekking, rilassante, piacevole e panoramico.

Dopo una quindicina di minuti, il sentiero inizia a risalire sulla sinistra con un percorso sempre ottimamente
segnalato dai bollini gialli.

Da questo punto in poi, dobbiamo considerare circa 3/4 d’ora abbondanti di salita a zig zag che per oltre metà della tratta
avviene su sentiero e per il rimanente si alterna tra pietraia e sfasciumi, con un terreno comunque sempre sicuro.

E’ questa la parte di sentiero che ci porterà ad affrontare gli ultimi 500 m. di dislivello.
In alcuni tratti alla nostra sinistra, in altri tratti alla nostra destra, a seconda di come ci giriamo, la catena del
Monte Bianco sarà sempre lì, magnifica, bellissima, maestosa.

La parte finale del sentiero si presenta con un ambiente semi roccioso, e poi ecco quasi all’improvviso comparire il
grande ometto con l’immancabile targhetta di vetta: Col des Chavannes 2.592 m. Alta Via n° 2

Ci guardiamo attorno, la visuale è da cartolina e da quassù il panorama è talmente bello che decidiamo fin da subito
di non fermarci e proseguire risalendo fin dove possibile tutta la linea di cresta (percorso giallo sulla mappa), per poter
apprezzare a pieno questo incanto.

Dall’ometto di vetta del Col des Chavannes, ci spostiamo a sinistra (in direzione del Monte Bianco), e iniziamo a risalire
un primo tratto dove il sentiero è ben visibile, in parte su roccette e in parte su terreno erboso.

La linea di cresta in alcuni tratti è abbastanza ampia, mentre in altri piuttosto “affilata”.
C’è un pò di vento, proseguiamo tenendoci sempre verso la parte meno esposta, andando successivamente a risalire
dei pendii erbosi con una pendenza piuttosto marcata e in alcuni tratti con un sentiero che “vai intuito”.

Circa 30 minuti di cammino in cresta per arrivare in quello che io ho definito “un paradiso” che vi illustro con le 7 foto che
vi riporto qui sotto, scattate in senso orario.

Zero presenza umana, silenzio assoluto, sole caldo, ambiente austero e al contempo gradevolissimo:
che posto, che bellezza!!

La montagna riesce a stupirmi ogni volta.

Col des Chavannes

a sinistra il Mont Percè 2.844 m. e il Mont Fortin 2.758 m.

Col des Chavannes

il panorama verso l’Alpe Chavannes e il percorso di salita da La Thuile

Col des Chavannes

uno sguardo verso la linea di confine con la Francia

Col des Chavannes

la linea di cresta percorsa lungo l’Alta Via n° 2 del Col des Chavannes

Col des Chavannes

all’orizzonte il percorso di salita verso La Casermetta e il Col de La Seigne

Col des Chavannes

il panorama verso la catena del Monte Bianco

Col des Chavannes

ritorno al punto di partenza dopo il giro sui 360° dalla cresta del Col des Chavannes

Il pendio dove mi fermo per rilassarmi, ha una bella pendenza e stando quasi in piedi, mi sembra di essere sdraiato,
appoggiandomi con la schiena al manto erboso e guardando in direzione di La Thuile.

Individuo una serie di sentieri che salgono e si disperdono con varie traiettorie.
Alla mia destra invece trovo una parte rocciosa dal quale intravvedo all’orizzonte almeno due laghi che mi ripropongo di
andarli a scoprire in una prossima escursione.

Ancora più a destra il Colle della Seigne e poco prima La Casermetta che sono andato a visitare negli scorsi giorni.
Alle mie spalle, poco sopra il pendio al quale sono appoggiato, trovo il Monte Bianco con i ghiacciai (che anche se
purtroppo in forte ritiro), hanno un fascino particolarissimo di alta montagna e di infiniti percorsi alpinistici.

Spostandosi ancora con lo sguardo, intravedo tutta la parte “bassa” della Val Veny.
Questo è quello che offre il Col des Chavannes, accessibile anche da La Thuile.
Da luoghi del genere e da amante della montagna e in particolare dei posti solitari, non si ha nessuna voglia di
andare via.

Qui è facile ritrovarsi con “se stessi”, riflettere e rendersi conto che abbiamo ai nostri piedi un valore di ambiente e
di ecosistema che va assolutamente preservato.

Una ricchezza di flora, di fauna, di panorami che si estende senza confini dall’Italia alla Francia.

Dopo 2 ore, con malinconia, riprendiamo il sentiero di discesa ripercorrendo a ritroso e con attenzione la linea di cresta,
e successivamente il sentiero che dall’ometto di vetta scende verso il Rifugio Elisabetta.

Mentre scendiamo si individua facilmente il lungo traverso su pendio del sentiero che a breve andremo ad affrontare
e che in circa 40 minuti ci farà ritrovare sull’ampio pianoro percorso in mattinata, e poco dopo, appena sotto al
Rifugio Elisabetta.

Una piccola e breve sosta, per poi riprendere la poderale che ci riporta al Lago Combal illuminato dai raggi del sole
di fine pomeriggio.

Successivamente in 40 minuti ripercorriamo a ritroso la strada asfaltata che scende fino al Freney dove ritroviamo
la macchina.

Si conclude così un giro di trekking veramente appagante dal punto di vista paesaggistico.
I panorami che abbiamo incontrato oggi, devono essere visti e questi luoghi vanno visitati perché sono veramente
splendidi.

A breve contiamo di ritornare in zona per una nuova escursione che abbiamo individuato guardandoci attorno, e che
ben presto troverete descritta nelle pagine del nostro sito.

Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Elfrida Martinat


Note:
appagante giro di trekking, con panorami da favola.

Un pò lunghetta la tratta considerando che siamo partiti dalla frazione di Freney.
Ma arrivati sulla cresta del Col des Chavannes, si apre uno scenario tra i più belli di tutta l’Alta Val Veny.
Se la domanda che vi ponete è: vale la pena fare 3h 40 minuti di salita per arrivare fino in cima alla cresta?
La risposta è: assolutamente si.
Il perché lo troverete davanti ai vostri occhi e vi garantisco che l’emozione sarà forte.