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Lago Tzanteleina o Lac Tzanteleina 2.696 m. (Italia – Valle di Rhemes)
parliamo di un lago a forma di cuore, incastonato tra le rocce e la pietraia, meno frequentato rispetto ad altri perché
in posizione defilata, con colori dell’acqua “da catalogo”, nel pieno del Parco Nazionale del Gran Paradiso

lago tzanteleina percorso di salita


Località di partenza:
 Thumel 1.889 m. (Valle di Rhemes)
Punto di arrivo: Lago Tzanteleina o Lac Tzanteleina 2.696 m.
Quota di partenza: 1.889 m.
Quota di arrivo: 2.696 m.
Dislivello: 807 m. 
Posizione: Valle di Rhemes – Parco Nazionale del Gran Paradiso
Difficoltà: E / EE [scala delle difficoltà]
“E” da Thumel fino al Rifugio Benevolo
“EE” dal Rifugio Benevolo al Lago Tzanteleina
Ore: 2h 50 minuti in andata
Si parte dal parcheggio di Thumel e si raggiunge il Rifugio Benevolo
Successivamente si scende lungo un piano erboso, si attraversa un ponticello in legno e si risale seguendo
le indicazioni
Percorso di discesa, in parte differente dal percorso di salita (vedi mappa)
Periodo: da inizio giugno (previa verifica delle condizioni di innevamento), a metà ottobre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking 
Segnavia: n° 13 e 13C
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Il Lago Tzanteleina si trova nell’Alta Valle di Rhemes, nel pieno del Parco Nazionale del Gran Paradiso, circondato da
pietraie, grandi ed estese morene, nei pressi dell’omonimo ghiacciaio e a ridosso della Granta Parei 3.387 m.
Acqua dal colore incredibilmente azzurro / verde smeraldo: una favola e non molto frequentato, in quanto rimane in
una posizione più defilata rispetto al Lago Goletta.
Il percorso di discesa volendo, è in parte differente dal percorso di salita, e offre scenari di una bellezza grandiosa.
Sono salito in solitaria in una calda giornata di fine luglio.
Bellissimo, un incanto.
Ma appena dopo il lago, mi sono reso conto, toccando con mano e vedendo con gli occhi, la tragedia che stiamo
vivendo e la decomposizione quasi totale dei ghiacciai.
Questa relazione e questo documento deve far riflettere.
Perché se da una parte abbiamo l’incantesimo, appena dopo, abbiamo la distruzione totale di ambienti di altissimo
profilo, di altissimo valore e soprattutto fondamentali per la nostra esistenza.

lago tzanteleina

Benvenuti o bentornati sulla pagine del nostro sito.
Era da un po’ di tempo che avevo in mente di salire al Lago Tzanteleina, e anche questa volta la montagna ha saputo
stupirmi con il suo incanto, con il suo ambiente, con i suoi colori, con gli animaletti che popolano questi luoghi protetti.

Oggi è una calda giornata estiva.
Arrivo a Thumel verso le ore 7 1/2 di una mattina infrasettimanale.
Poche macchine nel grande posteggione.
Il percorso di avvicinamento, prevede di prendere la SS26 che da Aosta porta verso Courmayeur e quando si arriva al
bivio per Introd, seguire per la Valle di Rhemes, che percorreremo fino al fondo, giungendo al parcheggio di Thumel:
oltre non si può andare.

Inizia a Thumel il percorso di salita che nei primi 300 m. avviene su strada asfaltata, per poi addentrarsi e risalire per
qualche minuto un bosco.

Non troveremo subito le indicazioni per il Lago Tzanteleina.
Nessun problema: in questo primo tratto seguite per il Rifugio Benevolo che rappresenterà il nostro punto intermedio.

La prima parte del sentiero, fino ad arrivare alla cascata della Dora di Goletta, è quasi completamente pianeggiante,
con una vista molto aperta sulla zona alta della Valle di Rhemes, con al fondo la maestosa Granta Parei 3.387 m.  
Il sentiero attraversa grandi spazi erbosi, in parte adibiti al pascolo, lambisce per tutta la tratta la Dora di Rhemes e
ci porta in direzione del Rifugio Benevolo, distante da Thumel circa un’ora e 10 minuti di semplice e piacevole cammino.
L’unica parte in salita è il breve tratto, circa 20 minuti, che dalla cascata della Dora di Goletta porta al rifugio.
Questo percorso è possibile “tagliarlo” risalendo il sentiero, oppure si può seguire l’ampia strada poderale che ci porterà
nei pressi di vecchie malghe semi diroccate, con una vista stupenda sul fondovalle.

Arrivo al Rifugio Benevolo sul presto della mattina, in un ambiente che si è appena svegliato, mentre dalla porta aperta
del rifugio esce un profumo di dolci, molto invitante.

Nei pressi del rifugio troviamo una palina segnaletica con diversi percorsi, tra cui la nostra destinazione, il Lago Tzanteleina,
che da qui dista circa 1h 45 minuti, contrassegnato con un livello di difficoltà EE, segnavia 13C.

Guardando in direzione della Granta Parei e lasciando alle nostre spalle il Rifugio Benevolo, inizialmente il sentiero
scende tra grandi conche erbose di origine glaciale, facendomi attraversare un piccolo ponticello di legno, per poi
iniziare a risalire.

L’ambiente qui è popolato da camosci, stambecchi, marmotte, lepri, ermellini e anche dall’aquila reale, che possono
migrare in altre zone limitrofe del Parco Nazionale del Gran Paradiso, o nel vicino Parco della Vanoise in Francia.

Inizio a risalire il sentiero che in poco tempo mi farà prendere quota, e il Rifugio Benevolo incomincio a vederlo piccolino
così come la strada poderale che permette l’accesso e “appena dietro”, tutta una serie di vallate che scendono verso
Rhemes Notre Dame.

Una vista grandiosa !!
Continuo con la risalita del sentiero tra ampie zone erbose, fino a giungere a un bivio dove attaccati a una roccia
troviamo diverse indicazioni con diverse possibili destinazioni.

Al bivio proseguire dritti andando in direzione del Lago Tzanteleina.

La prima parte del sentiero dopo il bivio, avanza con una leggera pendenza sempre immerso tra colline erbose.
Le indicazioni e i segnavia sono sempre presenti, e la traccia da seguire è facilmente intuibile.
Dopo una quindicina di minuti, arriviamo nei pressi di un breve tratto attrezzato con un cavo di acciaio.
Nulla di complicato.
E’ un passaggio che presenta una lieve esposizione, e il cavo permette di poter proseguire il nostro cammino,
tenendosi con le mani per avere una maggiore sicurezza.
Subito dopo, ritroviamo l’ampio sentiero che sale portandoci nei pressi di un ruscello che si apre formando un
“mini laghetto”, con accanto decine di fiori bianchi a forma di piumino.

Da qui in avanti, l’ambiente si trasforma.

Si passa dalle colline erbose, alla risalita di un lungo tratto formato esclusivamente da terreno morenico, e
cammineremo fino a destinazione su una immensa pietraia di formazione glaciale.

Il sentiero che fa lo slalom tra massi di media dimensione, è sempre ben indicato con decine di “ometti” e con bollini e
frecce di colore giallo.

All’orizzonte ecco comparire il Ghiacciaio di Tzanteleina.
Già al primo sguardo non lo vediamo ricoperto di neve bianca, ma con un aspetto grigiastro, questo a causa delle
scarse precipitazioni invernali, che hanno lasciato un residuo di neve insufficiente per “proteggere” il ghiacciaio dai
raggi solari…..
Proseguiamo il nostro cammino su questo terreno formato prevalentemente da detriti, quando quasi all’improvviso
ci appare l’azzurro delle acque del Lago Tzanteleina.

lago tzanteleina

Inizialmente il lago sembra piccolino, ma avvicinandomi, lo scopro ben più ampio, perché appena dietro una semi curva
si estende e si allarga.

Resto stupito fin da subito dal colore straordinario di quest’acqua azzurra / verde smeraldo che contrasta con la parete
rocciosa accanto e con il colore bianco e grigio del terreno detritico nel quale è incastonato.

Un’acqua così bella, così limpida e trasparente di questo colore, la vediamo sui cataloghi che illustrano i “paradisi esotici”,
ma che oggi abbiamo trovato qui nell’Alta Valle di Rhemes.

Resto “abbagliato” dalla bellezza del luogo, selvaggio e brullo, ma straordinariamente bello, con un orizzonte che si
“fonde” e si mescola tra ghiaccio e rocce.

L’azzurro del cielo, il verde smeraldo dell’acqua, il granito delle pareti rocciose, il bianco e il grigio di alcune parti
dell’immenso terreno morenico, genera un mix di colori da farmi restare estasiato.

Lentamente percorro l’intero perimetro del lago, che presenta una conformazione a forma di cuore e che in alcuni punti
offre delle pietre di colore bianco piuttosto ampie sulle quali è possibile sdraiarsi e approfittare di un momento magico, meraviglioso, con pochissime persone, peraltro “disperse” in un luogo decisamente vasto.

Mi rilasso godendomi l’ambiente, i colori, la pace e il silenzio.
Sulla roccia “preparo la tavola” per un meritato spuntino con vista lago e vista montagne….
Non voglio e non cerco nulla di più di questo.

lago tzanteleina

Se ci fermiamo al Lago Tzanteleina, la “fotografia” della giornata sarà da favola.
Le cose (purtroppo) cambiano completamente se come nel mio caso, si decide di salire oltre il lago e portarsi quasi a
ridosso del Ghiacciaio Tzanteleina, o di quello che rimane di esso….

E’ stato sufficiente percorrere una ventina di minuti in direzione del Ghiacciaio Tzanteleina, incuriosito anche dal forte
rumore generato da un torrente in piena, per rendermi conto e toccare con mano la gravità della situazione.

Il ghiacciaio oltre ad essersi ritirato di diverse centinaia di metri, si è notevolmente assottigliato.
Parzialmente ricoperto da detriti e pietre, senza più neve a proteggerlo, è in fase di completo smembramento e
decomposizione.
La fusione dovuta al caldo del sole e a temperature assurde a queste quote, genera un torrente in piena di acqua grigia
scura che corre miseramente verso valle insieme a decine di altri torrentelli sparsi un pò ovunque.

Questo correre dell’acqua è il ghiacciaio che se ne sta andando….
Si, è vero, ho fatto questa escursione in un giorno estivo di fine luglio.
Ma a quasi 3.000 m. di quota, si restava tranquillamente in maniche corte.
Lo “zero termico” nelle ultime settimane supera sempre più spesso i 5.000 m. e sta distruggendo un habitat che
esiste da millenni.
Questo è l’evidente segnale di temperature troppo elevate, che unite alle scarse precipitazioni invernali, generano un
mix micidiale per queste eterne riserve d’acqua che stanno scomparendo, lasciando spazio a immense pietraie
e sfasciumi.

In tanti anni che salgo e scendo per le montagne, ammetto che è la prima volta che assistito a questa situazione che
possiamo tranquillamente definire drammatica e purtroppo penosa.

Dopo aver trascorso due orette sulle sponde del Lago Tzanteleina, riprendo la via del rientro che ripercorro a ritroso
per una quindicina di minuti, fino a giungere nei pressi di un palo di legno con varie indicazioni.

Per arrivare al Rifugio Benevolo, prendo un percorso differente rispetto a quello affrontato in salita.
Quindi anziché proseguire dritto, svolto a destra scendendo per un sentiero che in parte da un lato costeggia la morena,
e dall’altro lato costeggia il Truc de Tzanteleina 2.640 m.

Parliamo di un sentiero estremamente panoramico che si affaccia verso il Ghiacciaio di Lavassey e verso
il Ghiacciaio di Fond.
Non incontro nessuno lungo questo percorso di circa un’ora che mi conduce verso il Rifugio Benevolo.
In fase di discesa, mi fermo per una mezz’oretta, semi sdraiato sul sentiero e in silenzio, per tentare di fotografare tre
meravigliosi ermellini che si rincorrono tra le rocce.
Animaletti fantastici, che però corrono e si spostano con la stessa velocità di una pallina impazzita nel flipper.
Ma qualche immagine sono riuscito a catturarla.
Vi riporto qualche fotografia…..unita a una gran bella esperienza.

Una volta giunto al Rifugio Benevolo, riprendo la discesa verso Thumel che avviene sul medesimo percorso di salita
affrontato in mattinata.

Mi fermo nei pressi di alcune vecchie malghe per fare ancora qualche scatto.
Si conclude così una giornata meravigliosa, in un ambiente grandioso, all’interno del Parco Nazionale del
Gran Paradiso.

Una salita affrontata in solitaria, con destinazione verso un lago poco frequentato e immerso nel silenzio “a tu per tu”
con le montagne che amo.

Posti unici, nell’Alta Valle di Rhemes, dove regna la natura, l’ambiente curato e quasi incontaminato, formato da
una grande varietà di scenari che passano dai pascoli, ai sentieri, dalle pietraie alle morene, dai laghi ai ghiacciai,
alle cascate, ai torrenti….

Resta tuttavia doverosa una riflessione sul nostro stile di vita, troppo incentrato al consumo assurdo di risorse,
spesso legato a inseguire bisogni che non abbiamo e che non esistono.

Un passo indietro sarebbe opportuno, anche solo per rispetto di luoghi come questo, che sono sempre lì, pronti ad
accoglierci in tutta la loro meraviglia e con tutta la loro magia e che vanno assolutamente preservati.

Qui c’è la vera ricchezza.
Tutto il resto è banale.

Relazione e fotografie di: Michele Giordano

malghe rifugio benevolo


Note:
meravigliosa escursione di trekking all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso nell’Alta Valle di Rhemes.

Salita in un ambiente naturale con terreno che varia dal sentiero in mezzo ai prati, alla pietraia su morena.
Un percorso di circa 3 ore che vi porterà a scoprire un lago a forma di cuore e dal colore unico, quasi da catalogo.
Meno frequentato rispetto ad altri laghi, con sentiero classificato come EE, ma che non presenta particolari difficoltà
tecniche.

Segnavia, bollini, indicazioni e “ometti” permettono di muoversi con sicurezza e disinvoltura.
Panorami da favola, silenzio e pace.