Cerca

“I Sentieri del Barolo”:
Monforte d’Alba – Serralunga d’Alba – Monforte d’Alba
(Italia – Monforte d’Alba)
percorso di trekking piacevole e rilassante che collega due prestigiosi borghi medioevali.

Vista incantevole sulle colline con passaggi tra i vigneti e al vostro fianco avrete l’intera catena delle Alpi con il Monviso

sentiero monforte d'alba - serralunga d'alba - monforte d'alba


Località di partenza:
 Monforte d’Alba 480 m. (CN)
Località intermedia: Serralunga d’Alba 414 m. (CN)
Località di arrivo: Monforte d’Alba 480 m. (CN)
Tempo richiesto: 1h 45’ percorso di andata e 1h 45’ percorso di ritorno
tempistica che non tiene conto della visita e del tour nella splendida cittadina di Serralunga d’Alba
Dislivello: 107 m.
Segnavia: n° 303 – 308 – 304
Livello di difficoltà: E [scala dei livelli]
Periodo: tutto l’anno
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

Le Langhe con le colline e la fitta rete di itinerari, ci hanno da sempre portato a scoprire oltre a paesi di grande prestigio,
anche centri minori, angoli d’arte, borghi incantevoli, spesso formati da poche case, punti panoramici incredibili e
straordinari, uniti a solitarie cappelle vecchie di secoli.

Siamo ritornati in uno dei posti che amiamo per esplorare e gustare un nuovo percorso di trekking.
Gli ingredienti della giornata di oggi:
– 2 borghi medioevali di rara bellezza
– una strada poderale asfaltata
– una strada poderale sterrata
– un bosco
– l’attraversamento di prestigiosi vigneti
– qualche “ciabot”
– un sentiero che corre lungo i filari “pettinati” e curati delle vigne
– una sosta relax su una terrazza panoramica con temperatura perfetta e sole caldo
– colori da favola attorno a noi
Abbiamo tutto per cominciare a raccontarvi questa escursione di trekking, affrontata in una calda (troppo calda),
giornata di fine novembre, lungo uno dei “Sentieri del Barolo”, che ci ha regalato dei momenti veramente piacevoli in
un ambiente straordinario, come le Langhe ci hanno abituato da sempre.

Benvenuti o bentornati sulle pagine del nostro sito.

Il punto di partenza dell’escursione di oggi è il borgo di Monforte d’Alba, che fa parte dei “borghi più belli d’Italia” e
dell’Unione degli 11 Comuni delle Langhe e del Barolo.

Monforte d’Alba che abbiamo visitato e descritto all’interno del nostro sito, è una cittadina romantica, piacevole,
in gran parte arroccata su una collina e circondata dalle colline.

Un borgo medioevale che merita di essere visitato e apprezzato.
Raggiungiamo Piazza Umberto I dove troviamo l’indicazione del Sentiero n° 303 che porta verso Serralunga d’Alba la
nostra destinazione finale che dista da qui circa 1h 45 minuti.

Ci addentriamo nel borgo andando a risalire prima via Vittorio Emanuele II, poi via Circonvallazione e successivamente
via Generale Beccaris, dove troviamo una delle due “panchine giganti” del paese, dalla quale è possibile ammirare una
vista molto aperta sul borgo e su tutta la catena delle Alpi, oggi ben visibili all’orizzonte insieme alla Valle Tanaro.

Proseguiamo seguendo la strada asfaltata che man mano che avanziamo si trasforma in stradina, andando a
lambire i primi vigneti e passando accanto a grandi cespugli di bacche rosse con le foglie gialle dell’autunno dai
colori meravigliosi.

Successivamente questa stradina dopo aver superato la zona del cimitero del paese e dopo aver oltrepassato e tralasciato
il bivio per il sentiero che porta verso Castiglione Falletto, ci aprirà la visuale sui campi coltivati e su un’infinità di colline
che si disperdono all’orizzonte dove ci fermiamo ad ammirare questa bellezza.

Oggi la giornata è particolarmente tersa, priva di foschia.
Restiamo letteralmente rapiti da queste colline che dolcemente salgono e scendono accavallandosi tra loro, tra vigneti e
sentieri che si ingarbugliano e dove il “perdersi” e il “vagabondare” ci permetterebbe di assaporare il vero tesoro di
queste terre.

Il profilo dei monti all’orizzonte, e le varie poderali che attraversano le Langhe senza confini e senza linee di
demarcazione, ci convincono sempre di più del valore di questi luoghi fantastici in ogni stagione dell’anno.

Paesaggi sfuggenti capaci di meravigliare con percorsi tortuosi che seguono il sinuoso e irregolare andamento
delle colline.

Se non avessi l’ambizione e la voglia di proseguire nel trekking di oggi per raggiungere il borgo di Serralunga d’Alba,
prenderei una sedia per trascorrere qui, su questo campo diverse ore della giornata, restando semplicemente a
guardare l’orizzonte.

Un orizzonte formato da borghi e castelli, dove la viticoltura domina letteralmente il paesaggio e ancora oggi ne
costituisce il patrimonio più importante, riconosciuto nel 2014 dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità,
anche per il legame tra uomo e ambiente.

colline delle langhe viste da Monforte d'Alba
colline delle langhe viste da Monforte d'Alba
colline delle langhe viste da Monforte d'Alba

Dopo una sosta davanti a tanto spettacolo, ripartiamo seguendo fedelmente la stradina asfaltata, che nel frattempo
si è trasformata nel sentiero n° 308 contrassegnata dai classici segni rossi e bianchi che abitualmente troviamo lungo i
sentieri a conferma della correttezza del percorso.

La stradina scende dolcemente con qualche curva e si addentra all’interno di un bosco dalle mille foglie colorate
dall’autunno inoltrato.

Il sole filtra tra i rami formando un gioco di luci e ombre e quando gli alberi si diradano, si apre una “finestra” meravigliosa
su altri vigneti, quasi pettinati e allineati uno accanto all’altro con un ordine maniacale.

Il sole autunnale con le ombre ancora lunghe, gli alberi colorati dal rosso al giallo, dal verde all’arancione, rendono questo
angolo che stiamo percorrendo un quadretto simile alla tela di un pittore.

Uscendo dal bosco, mentre camminiamo accanto a dei filari con le foglie oramai ingiallite, intravvediamo all’orizzonte
su una collinetta Serralunga d’Alba con il suo maestoso castello.

La stradina asfaltata finisce qui e si trasforma in una poderale sterrata con il numero del sentiero che varia ancora una
volta e diventa il 304.

Le indicazioni sono sempre presenti lungo tutta la tratta e permettono di orientarsi con disinvoltura.
Il numero del sentiero varia dal 303 nella parte iniziale, per poi trasformarsi nel 308 nella parte intermedia e
successivamente nel 304 nell’ultimo tratto.

Risaliamo una ripida collinetta che si addentra tra le vigne portandoci nei pressi di un “ciabot” che abbiamo apprezzato
in diverse altre escursioni avvenute in queste zone.

Con il termine piemontese “ciabot”, si identificano vecchie casette che troviamo tra i campi e che spuntano
improvvisamente tra i filari.

Si tratta di piccole e caratteristiche costruzioni piuttosto antiche, oggi adibite a ricovero per gli attrezzi usati
nell’agricoltura e “sparpagliate” un pò ovunque in questi territori.

Ma negli anni passati, il “ciabot” aveva una funzione ben diversa.
I contadini che lavoravano i campi, abitando lontano e non potendo far ritorno a casa la sera, usavano queste piccole
costruzioni come rifugio e come luogo di ristoro dopo la giornata.

La camminata che stiamo facendo tra i filari del sentiero numero 304 accanto ai pali in legno che sostengono le viti,
su un terreno misto tra terra e prato, è particolarmente piacevole.

Ovunque guardiamo, ci troviamo letteralmente circondati dalle colline, dove qua e là spuntano paesini arroccati,
vecchie chiesette isolate nel nulla, decine e decine di stradine in terra battuta dal colore marrone chiaro, che salgono e
curvano verso mille direzioni.

Impossibile anche solo pensare di percorrerle tutte, pur sapendo che ognuna di esse porta con se un tragitto altrettanto
affascinante, panoramico, con altre visuali e ricco di storia.

Lungo il percorso troviamo il Peirass (grande pietra) che è un masso preistorico.
Se a prima vista (ammettiamo la nostra ignoranza in merito), ci è sembrato un sasso come tanti altri, in realtà
non è così.

I fori tondi presenti dentro questa pietra, sono stati scavati dall’uomo con degli scalpelli rudimentali e la loro funzione è
avvolta dal mistero.

Si sostiene che fossero utilizzati per fondere i metalli, oppure per tenere lontani i fulmini o per raccogliere l’acqua
energizzata dalla pietra.

Gli antenati della borgata Collaretto tramandano la leggenda che su questa pietra dopo la mezzanotte appariva una
strega intenta a filare la lana a lume di candela.

Lasciamo il sentiero per passare su una strada in cemento che percorriamo per una decina di minuti, per poi risalire
e andare a prendere un breve tratto della Strada Provinciale SP125 che in pochi minuti ci porta in via XX Settembre
a Serralunga d’Alba.

Prima di addentrarci all’interno del borgo, ci siamo fermati in Piazzetta Belvedere dove già il nome descrive quello
che ci aspetta.

Anche qui panorama mozzafiato non solo sulle colline, e sul vicino borgo di Castiglione Falletto, ma anche su tutta la
catena delle Alpi dalla quale svetta il Monviso, oggi ben visibile.

Un mix tra campagna e montagna, tra agricoltura e borghi.
In Piazzetta Belvedere, trovate delle comode panchine in legno con poggia piedi, dov’è possibile rilassarsi
ammirando il panorama.

Nel nostro caso, pur essendo in una giornata di fine novembre, complice una temperatura molto elevata rispetto al
periodo, abbiamo approfittato per una sosta al sole, quasi in maniche corte (!!!), rilassandoci per un momento in questo
angolo di paradiso.

Serralunga d’Alba è un piccolo borgo medioevale di circa 600 abitanti, arroccato su una collinetta dalla quale svetta il
suo imponente castello.

Parliamo di una struttura slanciata e maestosa, costruita nell’anno 1300 e che domina l’intero borgo.
A differenza di altri castelli, quello di Serralunga d’Alba, non hai mai avuto un grande ruolo militare, e la sua funzione nei
secoli è stata più che altro di controllo delle varie attività produttive.

Le stradine di Serralunga d’Alba sono quasi tutte in acciottolato, disposte a raggiera, strette tra le case e portano verso
il centro del paese rappresentato da questa imponente struttura.

Questo è un luogo molto antico con quasi mille anni di vita e di storia.
La sua chiesa, il campanile, i muretti in pietra, le stradine, gli edifici, le scale, creano un’atmosfera particolare a questo
borgo, un’altra perla delle Langhe che merita essere inserita tra le cose da vedere.

Dopo una visita al borgo e una nuova sosta nella Piazzetta Belvedere per ammirare il panorama, riprendiamo il
percorso di rientro che è il medesimo fatto in andata.

Le giornate più corte in questo periodo dell’anno e il sole che tende a calare rapidamente, hanno cambiato rispetto alla
mattina i colori del percorso di rientro, rendendoli ancora più accesi, con le ombre allungate.

Anche questo percorso fa parte dei “Sentieri del Barolo”.
E’ difficile se non impossibile consigliare un itinerario rispetto ad un altro.
Sono tutti diversi, tutti particolarmente belli, e uniscono i vari borghi disseminati in questo paradiso.
Come ben sapete se frequentate il nostro sito, amiamo particolarmente il trekking e l’andare a scoprire nuovi tracciati.
Seguiamo sempre i sentieri affidandoci agli ometti, alle indicazioni, ai vari segnavia, senza mai perdere la traccia indicata,
che soprattutto in montagna rappresenta un’indispensabile sicurezza.

Lo stesso “stile” lo usiamo anche qui nelle Langhe per potervi raccontare, descrivere e illustrare nel modo più preciso
possibile le varie escursioni.

Ma in uno dei prossimi trekking, in via del tutto esclusiva, cammineremo senza una meta precisa, partendo da un borgo
per poi perderci tra le colline, tra le mulattiere, tra noccioleti e vigneti di questa terra meravigliosa e affascinante.

Per una volta ci lasceremo guidare dall’istinto e dal paesaggio, andando a scoprire angoli e minuscoli paesini a noi
oggi ignoti per riempirsi ancora una volta gli occhi e il cuore.

Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano e Andreina Baj


Note:
percorso di trekking piacevole, e rilassante che collega due borghi medioevali prestigiosi e con molta
storia alle spalle da raccontare.

Il 50% del tragitto avviene su strada asfaltata, ma si tratta di stradine secondarie, quasi prive di traffico e con
panorami da favola sulla Langa.
Il restante 50% avviene su poderale, passando attraverso i vigneti, risalendo le colline, lambendo i filari, dove lo
sguardo viene ampiamente appagato tra borghi disseminati un pò ovunque, coltivazioni, colline che si disperdono
all’orizzonte e tutta la catena delle Alpi con il Monviso che “controlla” l’insieme di questi panorami da incanto.