Cerca

Fornet – il borgo fantasma della Valgrisenche 1.788 m. – (Italia – Alta Valgrisenche)
il campanile, i muri di qualche casa, una chiesetta irriconoscibile, qualche grata sulle finestre spoglie, non resta molto altro
di questo paese di alta montagna, abitato per secoli e poi abbandonato per “lasciare spazio al progresso”.

La vita e la storia di secoli, completamente cancellati in qualche anno…

Fornet - Valgrisenche


Località di partenza:
Usellieres 1.788 m (Valgrisenche)

Punto di arrivo: Fornet 1.788 m. (Valgrisenche)
Quota di partenza: 1.788 m.
Dislivello: circa 0 m.
Posizione: il punto di partenza è il piccolo parcheggio che si trova alla fine della SR25, nei pressi dell’ultimo paese
della vallata: Usellieres

Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: circa 15 minuti
Periodo: da giugno a metà ottobre, previa verifica delle eventuali condizioni di innevamento
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: ==
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

La Valgrisenche è una vallata incantevole, lunga, stretta, selvaggia, con ancora una natura incontaminata e abitata
prevalentemente da marmotte, volpi, camosci e stambecchi.

Si trova a poca distanza dalla Valle di Rhémes.
E’ una vallata meno frequentata rispetto ad altre della regione, un pò meno turistica: chi viene da queste parti,
è l’amante del trekking, del silenzio, dei posti isolati.

La SR25 è l’unica strada di accesso della Valgrinsenche, e attraversandola per quasi tutta la sua lunghezza,
parte da Arvier, e conduce fino all’ultimo paese della vallata Usellieres.

Accessibile solo per pochi mesi all’anno, la SR25 nel periodo invernale e parte di quello primaverile,
viene chiusa a Bonne per ragioni di sicurezza, in quanto a rischio di slavine e valanghe.

Accanto alla SR25, scorre la Dora di Vagrisenche che anch’essa attraversa e divide in due l’intera vallata.
Oggi, vi racconto la storia del piccolo borgo abbandonato di Fornet, ubicato sulle rive della Dora di Valgrisenche.
Fornet, (risalente probabilmente all’epoca del Medioevo), si trova a poca distanza da Usellieres, ed è stata per molti anni
la frazione più abitata dell’intera vallata e contava all’incirca una quarantina di abitanti.

Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche

Il paese non ha mai avuto e conosciuto il privilegio di poter contare sull’elettricità, che qui non è mai arrivata,
ma gli abitanti sono sempre stati autonomi.

Gli alpeggi, il mulino, la scuola, la chiesa, il lavoro impegnativo e duro della pastorizia, ha permesso per decenni,
alla popolazione locale di potersi gestire autonomamente.

Nei primi anni del 1950, si decise di costruire una diga, andando così a sfruttare le impetuose acque
della Dora di Valgrisenche.

Nei pressi di Bonne, venne creata la Diga di Beauregard, impiegando 430.000 m. cubi di calcestruzzo,
andando a sbarrare il corso naturale della Dora e creando il Lago (artificiale) di Beauregard.

L’invaso a progetto avrebbe dovuto contenere 70.000.000 di metri cubi d’acqua.
La formazione di questo immenso lago artificiale, ha sacrificato ben sette villaggi dalla storia millenaria,
di cui 5 di essi vennero completamente sommersi dall’acqua, tra cui Beauregard (dal quale prende il nome il lago)
e Fornet.

Le proteste degli abitanti locali, non servirono a fermare la costruzione di questa opera e famiglie e comunità,
dopo secoli, sono state espropriate dalla loro terra e dalle loro tradizioni e furono costretti ad abbandonare le loro case.

L’invaso, riempito completamente solo dal 1960 al 1963, andò così a sommergere tutto, creando un lago tra i più estesi
della Valle d’Aosta.

Ricoperti dall’acqua, sono scomparsi anche i paesi di Sevey, Beauregard, Suplun, Chappuis, Surier e Uselliéres.
Tuttavia, per ragioni di sicurezza e problemi di stabilità del terreno, in particolare della sponda sinistra orografica del bacino,
la capacità complessiva dell’invaso, venne limitata a poco più di 2.000.000 di metri cubi (una bella differenza
rispetto ai 70.000.000 previsti).

Questa netta riduzione della portata del bacino, riportò alla luce Fornet, ma era oramai troppo tardi e il paese
non venne mai più abitato.

Oggi Fornet pur essendo restato sott’acqua per un periodo limitato, si presenta ai nostri occhi con dei ruderi.
Il passare del tempo, delle stagioni, dell’abbandono, delle intemperie, stanno poco per volta cancellando quello che resta.
La storia esatta e lo stile di vita di questo borgo fantasma, non si conosce e resterà per sempre un mistero.
Non è semplice incontrare persone che hanno vissuto qui, abitando queste case e, di conseguenza, resta complicato
trovare e ascoltare le preziose testimonianze.

La data di costruzione del paese è un enigma.
A Fornet abitavano una decina di famiglie e quello che rimane delle case, rievoca un passato oramai lontano.
Mi sono portato in prossimità delle abitazioni, oramai ridotte a ruderi, per documentare e raccontare la mia esperienza.

Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche

Quello che è certo, è la qualità costruttiva con la quale un tempo le antiche case in pietra venivano realizzate.
Dopo oltre 70 anni di incuria totale, (e circa 3 anni trascorsi nell’acqua), le mura perimetrali dell’antica chiesa,
sono ancora in piedi, così come il campanile.

I tetti di tutte le abitazioni, sono purtroppo crollati, e resta solo qualche trave in legno a sfidare il tempo che passa.
Il decadimento dei vari tetti, ha portato anche al crollo delle solette e dei pavimenti che dividevano tra loro i piani.
Le finestre, oramai spoglie di qualsiasi infisso, sono lì, aperte come varchi giorno e notte.
Resta ancora qualche timida grata arrugginita a tentare di proteggere il nulla.

Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche

Dei balconi restano solo le traversine che sorreggevano le pavimentazioni in legno, oggi scomparse.
Le campane non esistono più e quello che si respira passando da una casa all’altra, è una sensazione spettrale.
Il passare del tempo, le stagioni, la neve invernale, il vento, le intemperie, stanno poco per volta, mese dopo mese,
anno dopo anno, cancellando questa preziosa testimonianza.

Spiace constatare che a livello regionale, nessuno sembra interessato a preservare anche solo in parte
quello che resta di questo vecchio paese e delle sue case in pietra che rievocano avvenimenti antichi.

Questo angolo di storia, e questo angolo di borgo perduto, a mio modesto parere andrebbe preservato.
Almeno i ruderi, dovrebbero essere messi in sicurezza, le mura conservate, così come anche il campanile.
Quello che rimane di Fornet, andrebbe illuminato, perchè fa parte di un tessuto sociale che oggi non esiste
praticamente più, e i ruderi mantengono comunque un legame storico con il passato di un ambiente montano
fatto di sacrifici e vita dura.

Sarebbe veramente un peccato perdere tutto.

Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche

La vita quassù è sicuramente complessa, in particolare nella stagione invernale, quando per molti mesi all’anno
si resta totalmente isolati.

Tanti anni fa, erano i lunghi mesi e le ore di luce e di buio, a scandire e organizzare la vita della popolazione locale.
A Fornet non arrivano strade, si accede solo tramite sentiero, che si disperde tra i prati, oggi adibiti a pascolo.
La popolazione della Valgrisenche, profondamente segnata dalla costruzione della diga e dalla perdita dei 7 villaggi,
come “Festa del Ricordo”, ogni anno celebra nella Cappella di Châtelet (ubicata su quella che doveva essere la sponda
a monte dell’invaso), una funzione religiosa.

La chiesetta è stata dotata delle campane e degli arredi provenienti da ognuna delle quattro chiesette sommerse….

Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Elfrida Martinat

Cappella Chatelet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche


Note:
è sconsigliato l’avvicinamento ai ruderi di Fornet, in quanto la zona è pericolante e senza alcun tipo di protezione.

Fermandosi a guardare quello che resta dell’abitato di questo piccolo borgo, si fatica a immaginare e confrontare
lo stile di vita di oggi, con quello di molti anni fa.

Nel lontano passato, l’essenziale era la normalità e il superfluo non esisteva.
Oggi è l’esatto contrario.
Alla domanda che mi sono posto: se si viveva meglio un tempo con scarse risorse, oppure oggi, con “possibilità”
decisamente più ampie, non ho saputo dare risposta.

Certamente la società dello scorso secolo, (anche se più “semplice”), era migliore, onesta, e più umana,
rispetto a quella attuale.

Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche
Fornet - Valgrisenche