Nusfjord – Lago Nervatnet – Lago Mellomvatnet – Lago Øvrevatnet
(Norvegia – Lofoten – Flakstadøya)
Nusfjord, questo piccolo paese di pescatori, è ubicato alla fine di una valle isolata che confina con l’Oceano ed ha tante storie
di vita da raccontare. Ci sono tre laghi da esplorare: i primi due facilmente raggiungibili, il terzo più isolato e più selvaggio,
prevede un percorso non così immediato da individuare

Località di partenza: il piccolo paese di pescatori di Nusfjord 10 m.
1° Punto intermedio: il Lago Nervatnet
2° Punto intermedio: il Lago Mellomvatnet
Punto di arrivo: il Lago Øvrevatnet 102 m.
Quota di arrivo: 102 m.
Dislivello: 92 m.
Posizione: Nusfjord si trova a sud dell’isola di Flakstadøya, nel fiordo di Bottelvika
Difficoltà: E – ma la tratta che dal Lago Mellomvatnet conduce al Lago Øvrevatnet è semi nascosta dalla vegetazione,
non sempre così immediata da individuare, e in caso di pioggia, può risultare scivolosa [scala delle difficoltà]
Ore: 1h per raggiungere il Lago Øvrevatnet e stessa tempistica per il rientro
Periodo: da maggio a inizio ottobre
Attrezzatura richiesta: classica da trekking
Segnavia: ==
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
Un antico borgo di pescatori ubicato in una zona piuttosto remota: questo piccolo paesino è tra quelli meglio mantenuti
e più autentici di tutta la Norvegia.
3 laghi.
Un’isola: Brattholmen.
Un strada: la Nusfjordveien che devia dalla E10 (l’unica grande via di comunicazione delle Lofoten), e si inoltra in una
immensa zona pochissimo abitata.
Accanto a voi, vegetazione, laghi e montagne.
Si costeggia il grande Lago di Storvatnet, più un’altra serie di laghetti semi nascosti e, dopo un tortuoso e stretto percorso
in auto, lungo circa 6 km, si arriva al capolinea, ossia a Nusfjord, dove ha inizio questa nuova storia.
Benvenuti.
In una giornata nuvolosa con pioggia che si è alternata a qualche timida (e rara) schiarita, raggiungiamo Nusfjord,
uno dei più antichi, autentici e meglio conservati paesi di pescatori della Norvegia, risalente a metà dell’800.
Ci troviamo a sud dell’isola di Flakstadøya, alla fine di una valle isolata che confina con il mare, contornati da un
paesaggio selvaggio.
Siamo nel fiordo di Bottelvika, il più piccolo della Norvegia, dove sull’ansa destra, sorge il villaggio, che è l’ultimo paese
di questa zona, dopo c’è solo l’oceano.
Qui tutto è delimitato da montagne a forma di “V”, con pareti ripide e imponenti che sovrastano e proteggono Nusfjord.
In questa zona, nel tempo, si è sviluppata a livello industriale la lavorazione del merluzzo.
Casette rosse e gialle costruite sul vecchio molo commerciale, gabbiani perennemente in volo e una grande isola,
compongono quest’area all’interno della quale è stato ricreato un museo all’aperto che riproduce esattamente come
si svolgeva la vita molti anni fa.
Qui ancora oggi, tutto è rimasto come un tempo.
Quelle che molti anni fa erano le antiche case di legno, alloggio dei pescatori che migravano da queste parti nella stagione
del merluzzo, oggi pur mantenendo il loro fascino, si sono trasformate in confortevoli case per i turisti, dove la storia
incontra il comfort.
I pescatori dell’epoca uscivano in mare con barche a remi e pescavano a lenza.
Al loro ritorno dalle gelide notti artiche, andavano a riposare nei rorbuer (le tipiche casette in legno), che arrivavano a ospitare
anche 15 – 20 persone.
Qui spesso i marinai hanno cercato riparo dalle tempeste.
Col passare del tempo, le barche a remi sono state sostituite dai moderni pescherecci.
I merluzzi si catturano con le reti, per poi essere allineati con ordine dentro delle casse e, i preziosi fegati, destinati
alle raffinerie, dove vengono bolliti per estrarre l’olio, prodotto molto richiesto dalle industrie farmaceutiche di tutto il mondo.
Oggi Nusfjord è un “paese museo”, protetto dal mondo esterno, e dov’è possibile soggiornare nelle stesse capanne
dove un tempo vivevano i pescatori.
Tre ristoranti / bar, permettono di gustare i piatti a base di pesce, tipici del luogo.
E’ un posto amato dai fotografi che sono alla ricerca dello “scatto perfetto nella natura”, ma anche dell’architettura locale.
Sono molti i turisti che vengono qui interessati a farsi un’idea di come si viveva alle Lofoten molti anni fa, in questo luogo remoto,
ubicato alla fine di una strada, peraltro costruita solo nel 1960, (fortunatamente) lontana dal traffico e dai trasporti pesanti.
Non sono stati costruiti nuovi edifici perché giustamente si è voluta mantenere l’autenticità di “com’era una volta”.





Da Nusfjord, parte un bel percorso di trekking che permette la visita di tre laghi e precisamente il Lago di Nervatnet,
il Lago Mellomvatnet e il Lago Øvrevatnet.
I primi due facilmente raggiungibili, per il terzo invece l’avvicinamento è più complesso.
Il nostro consiglio è quello di arrivare a Nusfjord la mattina sul presto, o la sera sul tardi (se beneficiate del sole di mezzanotte
e quindi c’è sempre luce anche quando in realtà dovrebbe essere notte), perché il parcheggio è piccolino e limitato
a pochi posti auto.
Dal parcheggio, lungo la strada principale, troverete un piccolo e timido cartello in legno, che indica la direzione da seguire
per il Lago Mellomvatnet.
Ci si incammina per un breve tratto su una strada asfaltata che passa tra alcune case, ma che ben presto si trasforma
in una poderale in mezzo al bosco.
In pochi minuti si raggiunge il Lago di Nervatnet che troviamo alla nostra sinistra.
Un piccolo specchio d’acqua, circondato da pini e da erba verdissima, con accanto una casetta rossa, in classico
stile norvegese: una cartolina.
Si prosegue sulla poderale all’interno del bosco, su un sentiero ben battuto e con poca pendenza, dove per un piccolo
tratto troviamo dei segnavia a forma di “occhietti”.
Qui in Norvegia, lungo i tracciati di trekking, raramente si trovano indicazioni, numeri di sentieri e segnavia.
E’ tutto lasciato allo “stato naturale”, dove ci si orienta guardando le mappe, o osservando le zone.
Un mondo e un modo un pò diverso da quello al quale siamo abituati in Italia, che nei primi giorni ci ha un pò disorientato,
ma al quale ben presto ci siamo abituati e c’è piaciuto parecchio.
In circa 20 minuti di cammino all’interno di un fitto bosco di pini si arriva al secondo lago, il Mellomvatnet, decisamente
più grande rispetto al primo.
Un specchio d’acqua in parte circondato dalla pineta e in parte da una zona rocciosa.
Alcune panche posate attorno a un barbecue, permettono a chi fosse interessato, di rilassarsi e cucinare qualcosa di buono,
magari acquistato alla boutique del pesce di Nusfjord.
Oggi la giornata è un pò uggiosa, con momenti di pioggia che si sono spesso alternati a nuvole basse e cielo cupo.
Dopo aver scattato alcune foto, abbiamo proseguito il nostro trekking.









Per raggiungere il terzo lago…. non ci sono indicazioni e la traccia da seguire è appena accennata, per poi scomparire
quasi completamente.
Guardando la montagna, quindi con le spalle rivolte al mare e al paese, bisogna superare sulla sinistra un ponticello di legno
e tenere sempre il lato sinistro del Lago Mellomvatnet.
Ci si addentra in fitto bosco dove da un lato troviamo diverse tipologie di funghi e dall’altro intravvediamo il Lago Mellomvatnet
con il suo colore grigio scuro e da un’angolazione differente rispetto a prima.
Superato il bosco, abbiamo incontrato una rigogliosa e abbondante vegetazione che al nostro passaggio aveva completamente
ricoperto il sentiero, rendendolo invisibile.
Inoltre alcuni tratti di risalita, possono risultare scivolosi con il terreno bagnato e reso fangoso dalla pioggia.
In certi punti abbiamo dovuto abbassarci per superare le piante, scavalcare tronchi d’albero precedentemente caduti
e aiutarci nella progressione, cercando di intuire i vari passaggi.
In questo contesto, dopo aver oltrepassato una breve zona rocciosa, in circa 30 minuti dal Lago Mellomvatnet è comparso
davanti a noi il Lago Øvrevatnet.
Qui la zona è più selvaggia rispetto a prima e guardando verso l’orizzonte, tra le grandi montagne e le ripidi pareti,
intravvediamo delle ampie conche formate da pietre di grosse dimensioni e circondate da arbusti, che si inoltrano
per chissà quali remoti luoghi sperduti.
Il Lago Øvrevatnet ha una dimensione quasi tripla rispetto al Mellomvatnet e non è possibile fare il giro lungo
la sua circonferenza, perché alcuni tratti non sono percorribili.
Il colore della sua acqua particolarmente scura, lo rende un pò inquietante, così come le nuvole basse che avvolgono
le creste e i ripidi pendii.
Questa è una zona un pò sperduta, più defilata rispetto ad altre e di conseguenza poco frequentata, anche per il suo percorso
di accesso, non segnalato e semi nascosto dalla vegetazione.
Fermarsi qui, sedersi e guardare queste vette e questi canaloni che si inoltrano verso l’infinito, con ancora qualche chiazza
di neve residua del precedente inverno, ci ha intrigato parecchio.
Il poter andare a scoprire, percorrere, fotografare e documentare luoghi “dimenticati”, che spesso accompagnano
verso panorami straordinari e inaspettati, è una delle passioni che abbiamo.
Oggi, complice la pioggia e un meteo birichino, non siamo riusciti ad andare oltre il Lago Øvrevatnet.











Il percorso di rientro verso l’antico paese di pescatori di Nusfjord avviene sulla stessa traccia percorsa all’andata.
Bisogna solo prestare attenzione lungo il sentiero che dal Lago Øvrevatnet riporta al Lago Mellomvatnet in quanto scivoloso
sopratutto come nel nostro caso, con la presenza di pioggia e fango.
Un’escursione piacevole, che ancora una volta ci ha confermato come le Lofoten “nascondono” dei luoghi particolari
e caratteristici, dei quali vale veramente la pena andarli a raggiungere per apprezzare una natura straordinaria.




Mentre con la macchina eravamo sulla strada di rientro che da Nusfjord ci riportava verso la E10, ci siamo fermati
per guardarci attorno.
Quella zona, che per molti rappresenta solo una via di passaggio che conduce al paese di pescatori, in realtà è un’area
molto vasta che oltre a lambire il grande Lago di Storvatnet, passa accanto ad altri laghetti con boschi e pinete che arrivano
fino sulle loro sponde.
Questi luoghi vanno scoperti, esplorati e percorsi a piedi, consultando prima una mappa, per cercare di perdere il meno
possibile di una zona che offre veramente tanto, come ambiente, come natura, con le varie sfumature di colori e in generale
a livello paesaggistico. Difficilmente resterete delusi.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano, Gaia Giordano e Andreina Baj




Note: il piccolo paese di pescatori di Nusfjord, ubicato alla fine di una valle isolata che confina con l’Oceano,
ha tante storie di vita da raccontare.
Una vita dura, dove la pesca del merluzzo era l’unica risorsa e avveniva in condizioni climatiche quasi estreme,
in mezzo al mare e nel buio delle gelide notti artiche.
Vale la pena entrare nel piccolo museo ricavato all’interno di una delle casette, guardare i quadri appesi e gli oggetti
che sono serviti per portare avanti un mestiere tutt’altro che facile.
Il percorso di trekking che conduce prima al Lago di Nervatnet e successivamente al Lago Mellomvatnet è semplice
e piacevole.
Raggiungere invece il terzo lago, quello di Øvrevatnet, è un pò più complesso perché la traccia (al nostro passaggio)
era in diversi punti quasi del tutto assente e ricoperta dalla vegetazione.
Luogo isolato e appagante con un panorama che si estende verso delle vallate remote e scarsamente (o forse nulla)
frequentate.
