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Passo di Boccareccio / Ritterpass 2.764 m. (Italia – Alpe Veglia)
da lassù ammirerete una confusione e un ingarbugliamento MERAVIGLIOSO e unico di montagne,
vette, passi, ghiacciai, laghi, pianori, sentieri, percorsi…… Che posto ! Che giro ! 

passo di boccareccio ritterpass alpe veglia


Località di partenza:
Ponte Campo 1.319 m.

Quota di partenza: 1.319 m.
Quota di arrivo: 2.764 m.
Dislivello: 1.445 m.
Posizione: Alta Val Cairasca – Alpe Veglia, sul confine di Stato con la Svizzera
Difficoltà: E da Ponte Campo al Pian d’Erbioi / EE dal Pian d’Erbioi al Passo di Boccareccio [scala livelli difficoltà]
Ore: 4h 50 minuti (percorso di salita) – 4h (percorso di discesa)
Periodo: da inizio del mese di luglio a fine settembre (previa verifica delle condizioni di innevamento) e
inaccessibile per molti mesi dell’anno

Assolutamente da evitare in caso di neve o ghiaccio, sconsigliato in caso di pioggia
Attrezzatura richiesta: classica da trekking 
Discesa: per il percorso di salita

Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli

la salita dal Pian d’Erbioi al primo colletto:
parecchio ripida, tempo di percorrenza circa 50 minuti e
sentiero ben tracciato

il secondo tratto che porta dal colletto fino al Passo di Boccareccio: circa 40 minuti con tratti attrezzati con
cavo in acciaio, ben segnalato da bollini e “ometti”

Mettetevi comodi, leggete con calma, gustatevi il video, perché faremo un giro niente male, che ci regalerà
un mondo di emozioni.
Siamo nei primi giorni del mese di agosto, e la meta di oggi è il Passo di Boccareccio o Ritterpass 2.764 m. in un
ambiente severo di alta montagna con una vista indescrivibile.
Da lassù, ovunque guardi, ovunque cadrà lo sguardo, si potrà solo restare a bocca aperta e ammirare.
La giornata si presenta con tempo variabile, ma le previsioni annunciano il bel tempo!!
Il percorso di avvicinamento in auto all’Alpe Veglia, prevede di prendere l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce e
andare in direzione del paese di Varzo, per poi salire lungo la strada stretta e tortuosa fino a San Domenico
e successivamente proseguire sempre in macchina ancora per qualche minuto, fino a Ponte Campo dove la strada termina.
A Ponte Campo si può parcheggiare in un ampio prato con una modesta cifra per l’intera giornata.
Inizia da qui, appena attraversato il ponte, il percorso di salita per l’Alpe Veglia.
La strada (superato il ponte), è un’ampia poderale che si addentra subito in un fitto bosco di larici che nel periodo
primaverile ed estivo si presenta verdissimo e con il classico profumo della resina dei pini.
Questa poderale denominata “strada per il Veglia”, è l’unica via di accesso all’Alpe Veglia partendo da Ponte Campo,
è una sorta di “traverso” lungo tutta la linea di una montagna molto ripida che termina nel torrente Cairasca.
Dalla poderale, se guardiamo verso il basso dove scorre il torrente Cairasca, restiamo impressionati dal salto nel vuoto di
decine e decine di metri.
Questo è il motivo per il quale dal mese di novembre, fino al mese di maggio, non è possibile salire in alcun modo
al Veglia, in quanto i ripidi pendii favoriscono la formazione di ampie e frequenti slavine lungo tutto il percorso.
La salita è continua fino alla Cappella del Groppallo 1.723 m. un piccolo edificio religioso, tuttavia da qui in poi la
pendenza per raggiungere la Piana del Veglia è terminata, avremo percorso 400 metri di dislivello, e la strada prosegue su
un falso piano ancora per una quindicina di minuti, prima di arrivare all’ingresso della Piana.
Ingresso contrassegnato da una croce e da una staccionata in legno che funge da cancello sempre aperto, quasi un
accesso in paradiso, perché davanti ai nostri occhi si apre un immenso pianoro percorribile a piedi su mulattiera, formando
un grande anello.
Tutto attorno le imponenti cime delle Alpi, il Monte Leone, le pinete, i prati, i corsi d’acqua, i pascoli, diverse panchine,
e alcuni minuscoli borghi.
Un’oasi di pace raggiungibile solo a piedi, preservato dal caos e dall’affollamento: un grande valore aggiunto.

Dalla Piana del Veglia bisogna tenersi sulla parte destra, andando verso l’albergo Lepontino, dove troviamo le
indicazioni per il Lago del Bianco.

Il cartello indica un percorso di salita di 1h 30 minuti per raggiungere il lago, partendo dalla Piana.
La prima parte del percorso che conduce al Lago Bianco attraversa un fitto bosco di larici illuminato e riscaldato dai raggi
del sole e dove le mucche, per nulla intimorite dal nostro passaggio, restano di traverso sul sentiero e non si muovono
neppure di un centimetro.

Il manto erboso è arricchito dai rododendri e dai tanti fiori colorati, che apprezziamo e fotografiamo.
Si risale e man mano che prendiamo quota, usciamo dalla pineta, gli alberi si fanno sempre più radi, fino a lasciare il
posto solo ai prati e al solco ben marcato del sentiero.

Come potete vedere dalle fotografie il sereno e il sole ci accompagnano, ma nuvole grigie e minacciose sono in
arrivo dalla Bocchetta D’Aurona e nel giro di 10 minuti il cielo diventa completamente coperto.

Facciamo finta di niente e proseguiamo, ma dopo pochi minuti, siamo costretti a fermarci, indossare le giacche a vento e
usare le coperture anti pioggia degli zaini, perché piove con la stessa intensità di quando fate la doccia nel bagno di casa,
con abbondanti rivoli d’acqua che scendono dal cappuccio.

Ma il meteo annunciava il bello… e nessuno di noi ha intenzione di rinunciare all’escursione.
Continuiamo la salita verso il Lago Bianco, si prende quota rapidamente e voltandosi, notiamo la Piana del Veglia diventare sempre più piccola, con le minuscole casette in pietra e la sua strada poderale che permette di percorrerla ad anello.
La salita dalla Piana del Veglia al Lago Bianco non prevede alcuna difficoltà, ma sale costantemente e ci porterà ad
attraversare semplici pietraie.

Il tragitto è sempre marcato dagli “ometti” e dai bollini e resta evidente anche per chi non conosce il luogo.
Mi volto indietro e dalla Bocchetta D’Aurona, dove prima era tutto cupo e grigio, intravvedo sprazzi di sereno.
Come un bambino davanti al cioccolato, sorrido, perché sono certo che a breve ritornerà il sole.
Infatti in breve tempo saremo premiati, le nuvole si sono praticamente volatilizzate e il sole ha ripreso a splendere
nel cielo sereno.

Lungo la salita, troveremo il bivio (segnato in vernice rossa su una roccia), per la Conca di Mottiscia; ovviamente non
prenderemo per questa direzione, continuando il nostro sentiero verso il lago.

E’ mattina presto, fin qui non abbiamo incontrato nessuno: che meraviglia, che pace.
Il Lago Bianco compare (inizialmente piccolino), dopo aver superato una collinetta erbosa e si trova in una conca.
Man mano che ci avviciniamo, il lago diventa sempre più visibile e si presenta con acqua dal colore verde smeraldo nella
quale si rispecchiano il Monte Leone, il Terrarossa e le vette che accerchiano questo gioiello della natura.

Il Lago Bianco si trova ai piedi della bastionata di Boccareccio, è circondato da un ampio prato, verdissimo e rigoglioso,
e complice anche la pioggia appena caduta, i fili d’erba sono dritti uno accanto all’altro, quasi pettinati magistralmente.

Ci fermiamo per una breve sosta, giusto il tempo di ritirare le giacche a vento, bere un sorso d’acqua e ammirare il
Monte Leone che si specchia nelle acque limpidissime del lago.

Le rocce che sbucano dall’erba rigogliosa, sono illuminate dai raggi del sole che formano un gioco di luci, ombre e colori,
che solo la natura è in grado di regalarci.

L’ambiente, dominato da pareti verticali, ricorda un angolo delle Dolomiti.

Guardando in direzione della bastionata di Boccareccio, lasciamo alle nostre spalle il lago e ci incamminiamo seguendo
il sentiero che ci farà attraversare una pietraia, prima di portarci su un pianoro erboso: il Pian d’Erbioi che raggiungiamo
in circa 15 minuti dopo aver lasciato il Lago Bianco.

Inizia qui dal Pian d’Erbioi il primo tratto di salita che ci porterà verso il Passo di Boccareccio (percorso indicato in
rosso sulla mappa).

A oggi (agosto 2021), i cartelli o pannelli informativi in zona sono pochissimi, un vero peccato per un posto che offre
tante possibili escursioni, rare volte segnalate.

Al contrario è sempre molto ben indicato il percorso con i tanti bollini “rossi e bianchi” e i classici “ometti di pietra” che per
tutto il tragitto che a breve andremo a descrivere, hanno assicurato una impeccabile traccia da seguire con attenzione.
Tuttavia la mappa nelle nostre mani, ci conferma che quello davanti a noi è il giusto punto di partenza.

Superiamo una seconda pietraia, e inizia qui una salita senza sosta, con un notevole dislivello che ci vedrà impegnati
per almeno 50 minuti.

Il sentiero si inerpica con continui zig-zag lungo un manto erboso che non cessa mai di aumentare la sua pendenza.
Guardando indietro lungo questa faticosa salita, vediamo che il Lago Bianco è oramai diventato piccolo come una
pozzanghera e lo spettacolo delle montagne circostanti, incomincia a diventare da cartolina.

Bisogna salire e salire e salire ancora, fino a raggiungere un “colletto” che a prima vista sembra confinare con il cielo azzurro.
C’è una leggera esposizione, lungo il sentiero dovuta alla pendenza, ma nulla di difficoltoso.
Il “colletto” che raggiungiamo (dove termina il manto erboso), non è assolutamente il punto di arrivo, ma bensì
il punto di partenza per affrontare il tratto più impegnativo che ci porterà fino al Passo di Boccareccio.

Facciamo una breve sosta per prendere fiato, guardando l’imponente parte rocciosa che ci attende e iniziamo
a incamminarci.
I bolli “bianchi e rossi” indicano in modo chiaro la traccia da seguire fedelmente, senza mai abbandonarla, per evitare
inutili e pericolose deviazioni.

Il sentiero in breve tempo ci porta a ridosso della parete rocciosa che teniamo alla nostra destra, mentre alla nostra
sinistra intravvediamo una notevole pendenza.

Nulla di particolarmente complicato, tuttavia in molti punti di questo primo tratto, un cavo fisso in acciaio ci permette di
avere una maggiore sicurezza nella salita.

Il sentiero lascerà a breve spazio alle rocce (grossi massi), che dovremo risalire e superare, aiutandoci nella
progressione anche con le mani.

Il cavo in metallo è quasi sempre presente fornendo una valido e sicuro aiuto.
Le rocce si presentano stabili e garantiscono sempre una buona tenuta con lo scarpone.
Con uno sguardo all’indietro, mi rendo conto del dislivello percorso, perché il Lago D’Avino 2.246 m. (sul versante
opposto oltre la Piana del Veglia), è ben visibile, così come le sue acque blu scure.

Che bellezza !!
Risaliamo per circa 40 minuti fin quando un “ometto” un pò più grande e robusto degli altri, ci fa intuire che siamo quasi
giunti alla meta finale che in pochi minuti si presenta davanti a noi.

Eccoci arrivati al Passo di Boccareccio o Ritterpass 2.764 m.
Siamo sul confine di Stato tra Italia e Svizzera, così come ci ricorda una grossa pietra sulla quale da una parte troviamo
l’incisione “I” di Italia e dalla parte opposta l’incisione “S” di Svizzera.
Davanti ai nostri occhi uno spettacolo senza fine su tutte le Alpi Svizzere con vette, ghiacciai e le cime importanti
dell’Oberland, la cuspide del Finsteraarhorn, l’Aletschorn, il Bietschorn, il bacino artificiale del Chummewasser, nella valle
di Chummibort e una miriade di altre vallate.
Restiamo paralizzati da un panorama indescrivibile per tanta bellezza.
Ai nostri piedi il Passo di Boccareccio si presenta come un grande falso piano roccioso, facilmente percorribile e in alcuni
punti parzialmente innevato dai residui delle precipitazioni invernali.
Il sole ben alto nel cielo ci riscalda, ma dopo esserci cambiati, indossiamo il pile per ripararci da un’aria frizzante che ci
ricorda che siamo in alta montagna e dove è necessario avere l’equipaggiamento adeguato.
Abbraccio il “grande ometto” in pietra che ci aspetta tutto l’anno e che ritrovo con emozione.
Il Passo di Boccareccio è un altro di quei posti dai quali non vorresti mai andare via, lo si può tranquillamente immaginare
come un’immensa terrazza rocciosa e complice l’altitudine, il panorama a 360° da qui è qualcosa di indescrivibile.
Facciamo qualche passo e ci portiamo verso il versante italiano che anche in questo caso regala una bellezza da
restare senza fiato.

Davanti a noi, all’orizzonte, ben visibile tutta la Piana D’Avino e il Lago D’Avino, il Monte Leone con il suo ghiacciaio,
la Becca d’Aurona, dietro ad esse altri Alpi Svizzere, “appena sotto” la Piana del Veglia, il Lago Bianco e poi tutta la
catena montuosa che scende verso Varzo, il Passo di Valtendra che porta verso l’Alpe Devero, ma dietro ancora montagne
e punte che solo con una mappa si possono tentare di riconoscere una per una.

Da qui le vette che vediamo all’orizzonte, si accavallano una dietro l’altra così come le onde del mare.
Questa descrizione sembra essere confusionaria, ma è quello che i nostri occhi vedono, una confusione e un
ingarbugliamento MERAVIGLIOSO e unico di montagne.

Ci sediamo in silenzio ad ammirare per decine di minuti, con lo sguardo perso nel vuoto.
Cosa darei per poter abitare quassù… lontano dal “mondo comune” del quale condivido ben poco.
Guardandomi attorno, mi rendo conto ancora una volta del valore della natura e di quanto sia stato tutto “costruito” alla
perfezione e di quanto sia importante e soprattutto vitale, preservare un patrimonio immenso.

E’ troppo bello.
Resto seduto su una pietra a contemplare l’infinito per un’ora 1/2, ma trascorrerei qui mesi e mesi con l’ambizione di
poter vedere il cambio delle stagioni.

Nelle orecchie soffia il vento, ma il sole mi riscalda.

Il Passo di Boccareccio permette di scendere in Svizzera e raggiungere Chummibord, Heiligkreuz Lengtal, e infine
il paese di Binn in circa 3h 30 minuti.

Bisogna considerare che non c’è alcun punto di ristoro, ed è quindi necessario portare con se acqua e cibo.
In quota troviamo poche persone, non più di una ventina, peraltro “disperse” su un pianoro molto vasto.
Alcune scendono in Svizzera, altre rientrano in Italia.
Il punto di appoggio più vicino sul versante italiano è il Bivacco delle Guide Beniamino Farello che si trova a circa
2h 1/2 da qui scendendo fino al Pian d’Erbioi, per poi risalire in località Le Caldaie.

Dopo una lunga e piacevole sosta, a malincuore dobbiamo iniziare il percorso di discesa che affrontiamo con attenzione
anche perché siamo restati da soli: gli ultimi della giornata.

Concentrati dove posare i piedi e dove aggrapparci con le mani, ripercorriamo lo stesso itinerario che abbiamo
fatto in salita.

La pendenza è notevole, ma scendiamo in sicurezza, fermandoci ogni tanto ad osservare il lungo percorso fatto
qualche ora prima.

In circa 1h e 30 minuti arriviamo al Pian d’Erbioi e, successivamente prendiamo il sentiero che ci porta al Lago Bianco che
ci appare con i colori incantati del tardo pomeriggio e delle ombre che inevitabilmente incominciano ad allungarsi.

Il colore dell’acqua, come potete vedere dalla foto è cristallino.
Lentamente prendiamo il sentiero di discesa che ci conduce all’Alpe Veglia, dove ci fermiamo ancora qualche giorno per
affrontare altre splendide escursioni in queste zone che hanno un tocco di magia unico in tutto.

Relazione, fotografie e riprese video di: Michele Giordano e Daniele Repossi


Note:
il percorso di salita al Passo di Boccareccio Ritterpass è meraviglioso dall’inizio (Ponte Campo), alla fine, e il
passaggio per il Lago Bianco è bellissimo.

Parliamo di un’escursione che regala panorami straordinari.
Una volta arrivati a destinazione, si resta letteralmente senza parole e senza sapere dove guardare, perché sarete
circondati sui 360° da vette sia lato Svizzera che lato Italia a dir poco stupende.
Bisogna mettere in conto un dislivello di quasi 1.500 m. e abbondantemente oltre 4 ore di cammino, ma ne vale veramente
la pena e la fatica sarà ampiamente ripagata.

Traccia del sentiero ottimamente segnalata dai frequenti bolli “bianchi e rossi” e dai tanti “ometti”.
Pannelli informativi quasi inesistenti: questo è l’unico aspetto da migliorare.

 

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