Langhe in e-bike – 2° giorno
Verduno – La Morra – Castiglione Falletto – Serralunga d’Alba –
Monforte d’Alba – Novello
dietro ogni curva, un nuovo scenario, un nuovo capitolo, una nuova storia da raccontare: 6 borghi, 2 panchine dei giganti,
paesaggi fiabeschi; preparatevi a un giro da favola, questa volta in e-bike
Percorrere a piedi i tanti sentieri delle Langhe che collegano i vari paesi, a noi è sempre piaciuto.
Abbiamo apprezzato fin da subito l’ambiente di campagna curato nei dettagli, le strade poderali e i tracciati
che uniscono tra loro borghi millenari, anch’essi in ordine, accoglienti e gradevoli.
Il silenzio, la pace, il panorama, la grandiosità di queste zone, non solo vi permetterà di rigenerarvi,
ma vi regalerà delle emozioni paesaggistiche da favola.
Questi sono alcuni dei motivi per i quali veniamo spesso in zona a scoprire nuovi percorsi, per poi documentarli
all’interno del nostro sito, cercando di descriverli al meglio.
Ma l’esperienza di spostarsi rapidamente con la e-bike lungo i tanti sentieri, andando a risalire e ridiscendere
le colline, per raggiungere le varie frazioni, è stata molto positiva.
Il giro che vi illustro oggi, ci ha portato a visitare 6 borghi, 2 panchine dei giganti, ed è stato possibile incominciarlo
e concluderlo in giornata, solo grazie alla bicicletta.
Certamente è fattibile percorrerlo anche a piedi, con stupendi percorsi di trekking, peraltro ottimamente segnalati,
ma bisogna mettere in conto almeno due giornate piene.
Oggi partiremo da Verduno per arrivare a Novello, e andando in ordine passeremo e visiteremo La Morra,
Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba e Monforte d’Alba
Località di partenza: Verduno 381 m. (CN – Langhe)
Punti intermedi: La Morra 513 m. – Castiglione Falletto 350 m. – Serralunga d’Alba 414 m. – Monforte d’Alba 480 m.
Punto di arrivo: – Novello 471 m.
Quota di partenza: 381 m.
Quota di arrivo: 471 m.
Dislivello: circa 210 m.
Posizione: partenza dal borgo di Verduno
Difficoltà: E [scala delle difficoltà]
Ore: 4h in andata; tempistica che non considera la visita nei vari borghi
Periodo: tutto l’anno
Attrezzatura richiesta: casco, guanti e protezioni per le ginocchia
Segnavia: 301 – 303 – 308 – 304 – 307 – 305 – 310
Rifiuti: ecco cosa bisogna sapere prima di abbandonarli
2° GIORNO
Il punto di partenza del giro di oggi, è l’incantevole Borgo di Verduno, (che a me è piaciuto particolarmente per
la sua tranquillità).
Se vi trovate in zona, vi consiglio di entrare nel Parco Belvedere, che oltre ad essere molto curato, dalla sua terrazza
è possibile ammirare lo spettacolo sugli infiniti vigneti che si disperdono a vista d’occhio e dai quali si intravvedono
i vari paesi.
Con le e-bike, attraversando le semi deserte vie in acciottolato, siamo usciti da Verduno, andando in direzione di La Morra.
Abbiamo percorso per un centinaio di metri via Carlo Alberto, per poi svoltare a sinistra e prendere via Madonnina.
Ben presto, la strada asfaltata si trasforma in una poderale che percorriamo attraversando un viale alberato,
lasciando alle nostre spalle Verduno.
Ci dirigiamo verso la chiesetta Madonna di Loreto che troviamo alla nostra sinistra e che sbuca quasi per incanto
tra i filari delle vigne e campi.
La vista sulle colline in direzione di Castiglione Falletto e di molti altri borghi che si individuano all’orizzonte è bellissima.
E’ guardando questi spazi sconfinati, che ci si rende conto dell’immensità di questa zona, tutta interamente coltivata.
Noi proseguiamo dritti verso La Morra, seguendo le indicazioni.
Alla fine della poderale, dopo aver superato la chiesetta Madonna di Loreto, andremo a percorrere un breve tratto
della strada provinciale SP58 che in pochi minuti ci porta in via Vittorio Emanuele a La Morra.
Oggi non entreremo nel borgo che abbiamo visitato nella giornata di ieri e, arrivati al fondo di via Vittorio Emanuele,
bisogna girare a destra sulla SP58 e scendere il tratto asfaltato che seguiremo per circa 5 minuti, per poi spostarsi
sulla sinistra prendendo Strada Fontanazza.
La Morra
Strada Fontanazza in discesa, in parte asfaltata e in parte sterrata, è piacevolissima da percorrere sia a piedi
che in bicicletta.
Oltre a transitare tra i vigneti, da qui il panorama è strepitoso e, scendendo, ammirerete alla vostra sinistra
l’andamento sinuoso delle colline, alle volte avvolto da una leggera nebbiolina mattutina: uno spettacolo.
Alcune panche in cemento, permettono di sedersi e rilassarsi in un posto veramente unico e romantico.
Davanti a noi, molto più in basso, individuiamo il borgo di Barolo, che oggi andremo solo in parte a lambire.
Arrivati al fondo di Strada Fontanazza, il tracciato prosegue sull’erba, tra i filari, per poi ritornare sterrata
e successivamente per un breve tratto asfaltata.
Dopo una serie di curve, e qualche rettilineo, ci ritroviamo sul sentiero n° 303 che arriva da Barolo e ci accompagnerà
in direzione di Castiglione Falletto.
Si risalgono delle colline, si attraversano piantagioni di noccioleti e si oltrepassano immense distese di vigneti.
Alle nostre spalle Barolo, alla nostra sinistra La Morra, entrambi oramai in lontananza.
Ci fermiamo ad osservare i grappoli ancora acerbi dell’uva che si sta formando.
Ogni singolo grappolo, racconta il miracolo delle stagioni, del sole, della pioggia, del vento, e di un intenso lavoro
di preparazione e crescita, che porta con sé mille sfumature.
Attorno a noi, la pace e il silenzio, alle volte interrotto solo dal rumore in lontananza di qualche trattore che sta operando
su questi prestigiosi, quanto impegnativi terreni.
Mentre percorrevamo alcune stradine, siamo passati accanto a delle ville con piscina che ospitano i turisti.
Le Langhe offrono molteplici possibilità di svago e di relax.
C’è chi come noi, ama sudare, girare, scoprire, fotografare e conquistare nuovi tracciati, e chi semplicemente
ama rilassarsi in tutta tranquillità.
Arriviamo così a Castiglione Falletto, questo paese di circa 600 abitanti, dominato dal suo castello medioevale e dalla
sua torre a forma cilindrica, ben visibile anche dai comuni limitrofi.
Le piccole vie del centro storico si disperdono tra le antiche case, dove troviamo la chiesa di S. Lorenzo,
la Cappella di S. Anna, e nella zona del municipio, Piazza Belvedere, con una terrazza dalla quale si può ammirare
una visuale aperta su un panorama già conosciuto, ma qui immortalato da un altro punto di vista.
Noi a Castiglione Falletto, abbiamo preso via Vittorio Emanuele, inizialmente asfaltata in leggera pendenza e che
ci ha portato porta nei pressi di una terrazza dove troviamo la scultura “Il Mandorlo”.
Quella che a prima vista sembra un grande pennacchio che si alza verso il cielo, rappresenta una pianta centenaria
che sorgeva nello stesso punto.
Il Mandorlo si trova ai piedi del castello di Castiglione Falletto ed è rivestito dello stesso legno della pianta centenaria.
Questa scultura vuole ricordare la presenza dell’albero che ha dato origine al nome del vigneto e del relativo
vino “Barolo Vigna Mandorlo”, ed è posizionata su una piccola terrazza che si affaccia sulle meravigliose colline del Barolo.
Da questo punto abbiamo una visuale molto panoramica e individuiamo all’orizzonte la prossima destinazione di oggi:
il borgo di Serralunga d’Alba ben visibile anche grazie al suo imponente castello.
Questi sono posti straordinari.
Poco dopo aver superato “Il Mandorlo”, scendiamo tra i vigneti, ma subito alla nostra sinistra troviamo la 1° panchina
dei giganti di oggi, quella di Castiglione Falletto.
Una panca dal colore rosso vivo, posata qui il 7 settembre del 2022 e voluta sia dall’azienda agricola Vietti che
dall’amministrazione comunale.
Come prevede la regola e la missione del progetto delle panchine dei giganti Big Bench, queste devono essere
posizionate in luoghi suggestivi, panoramici e facilmente accessibili.
La panchina dei giganti di Castiglione Falletto è stata posata in un posto che io non definirei “solo panoramico”,
ma semplicemente straordinario con una visuale a dir poco incantevole.
Basta sedersi e osservare.
Davanti ai nostri occhi con un andamento dolce e sinuoso, decine di colline si accavallano una dopo l’altra
con i vari appezzamenti di terreno, tutti suddivisi da mulattiere e ordinati in modo impeccabile.
Tra queste colline spuntano i paesi di Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Montelupo Albese, Serralunga d’Alba
e Bossolasco.
Cascine, minuscoli paesini, campanili di piccole chiesette e infiniti filari di viti, rendono questo posto romantico
e particolarmente piacevole.
La sosta nella zona della panchina dei giganti di Castiglione Falletto è unica in tutto.
Castiglione Falletto
Dalla panchina dei giganti, prendiamo una ripida discesa che dopo una decina di minuti, ci porterà su una
strada asfaltata secondaria.
Da qui si procede in direzione di Serralunga d’Alba, seguendo il sentiero n° 308, che ben presto ci conduce
nel pieno dei vigneti.
Inizia adesso una mulattiera quasi tutta in salita, che si inerpica in modo deciso.
Ben presto vedremo alle nostre spalle Castiglione Falletto e, davanti ai nostri occhi, l’imponente castello
di Serralunga d’Alba, che abbiamo raggiunto dopo una faticosa salita, sfruttando a pieno l’assistenza alla pedalata
fornita dal potente motore elettrico della nostra e-bike.
Serralunga d’Alba, è un piccolo borgo medioevale di circa 600 abitanti arroccato su una collinetta sospesa
tra nord e sud.
Ci siamo così trovati a camminare tra le sue strette vie.
Ma prima di addentrarci nel paese, vi consigliamo di fermarvi in Piazzetta Belvedere, dove comode panchine
con poggiapiedi, vi permetteranno di rilassarvi e vivere la spettacolare vista che si materializza davanti
al vostro sguardo.
All’orizzonte l’intera catena delle Alpi con il Monviso, “poco prima” la Valle Tanaro, e in prossimità della vostra posizione,
infinite coltivazioni dei prestigiosi vigneti.
Qui ovunque si guarda si resta incantati e d’altronde ci troviamo nel bel mezzo di uno tra i paesaggi più belli
delle Langhe, dove ogni angolo di strada e ogni sentiero, offre scorci sempre diversi.
Serralunga d’Alba
Da Serralunga d’Alba, abbiamo percorso per un breve tratto la SP125, prima di deviare a destra,
seguendo le indicazioni del percorso di trekking che da qui conduce a Monforte d’Alba, la nostra prossima destinazione.
Il tracciato si snoda in vari ambienti, alternando lunghi passaggi tra gli immancabili vigneti, a zone boschive,
lambendo antiche case di corte, alcune perfettamente ed elegantemente ristrutturate, mentre altre
abbandonate da anni.
Il terreno è in gran parte sterrato, mentre l’ultimo tratto che conduce nei pressi di Monforte è asfaltato, ma si transita
quasi sempre su stradine con scarso traffico veicolare.
Tra vigne, alberi da frutta, coltivazioni di noccioleti, e panorami sempre di prim’ordine, dopo circa 40 minuti,
arriviamo nei pressi della seconda panchina dei giganti che si affaccia direttamente sul borgo di Monforte d’Alba.
Ci siamo seduti e rilassati ammirando e guardando le antiche case, che come in un presepe, le une addossate alle altre,
formano il paese.
Monforte dal mese di luglio 2018 è entrato a far parte dei borghi più belli d’Italia e qui troverete un connubio tra natura,
paesaggi unici, storia, ottima gastronomia e prodotti di eccellenza.
Posto e adagiato su una collina, circondato e “assediato” dai vigneti che producono il Barolo e da infinite colline
che si disperdono nell’orizzonte, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, questo borgo è bellissimo,
con un fascino molto particolare, ed ha saputo mantenere il suo stile medioevale.
In questa cittadina, pulita, piacevole, romantica, è impossibile non rimanere incantati.
Abbiamo lentamente risalito le varie stradine in acciottolato fino in Piazza Antica Chiesa, dove si trovano la maggior
parte degli antichi edifici che la caratterizzano.
La Torre Campanaria, risalente al 1200, è ubicata nei pressi dell’Auditorium Miecio Horszowski, un’anfiteatro naturale,
formato da gradoni in pietra ricoperti e rivestiti di erba, inaugurato nel 1986 che ha reso Monforte d’Alba unica al mondo.
L’auditorium è ospitato in una conca, ed ha un’acustica così perfetta che si è prestato per la proiezione di diversi film,
rappresentazioni teatrali e prestigiosi concerti tenuti da musicisti e cantanti illustri.
Nell’auditorium Miecio Horszowski, da anni si organizza la rassegna Jazz internazionale, molto apprezzata nel mondo.
L’acustica, proprio per la particolare conformazione della piazza, è ottima, così come la visibilità da ogni punto
degli 800 posti a sedere, che in uno spazio così raccolto, rende i concerti un’esperienza unica, intima
e difficilmente “riproducibili altrove.
Monforte d’Alba
Da Monforte d’Alba, siamo scesi attraverso i vicoli, arrivando in Piazza Umberto I.
Abbiamo percorso circa 700 m. lungo la strada la strada provinciale SP57 denominata via Monchiero, fino a raggiungere
la piccola Cappella della Natività di Maria Vergine.
Tenendo la Cappella alla nostra sinistra, abbiamo preso una strada asfaltata secondaria in lieve salita, che,
percorsa per una decina di minuti, ci ha portato in Località Bussia San Pietro.
Da qui, passando e percorrendo romantiche e straordinarie stradine di campagna, transitando accanto ad alcuni
“ciabot”, aggirando antichi ciliegi, siamo arrivati dopo circa 40 minuti al Borgo di Novello, andando così a chiudere
il lungo giro di oggi.
L’itinerario che vi ho descritto, “l’ho costruito” seguendo i tracciati di trekking da me precedentemente percorsi
nelle varie stagioni dell’anno e che uniscono tra loro i vari borghi.
Ho seguito le indicazioni che si trovano lungo i sentieri e le poderali, con qualche deviazione “fai da te”.
La e-bike ci ha permesso di muoverci con disinvoltura, regalandoci fin da subito un’impagabile senso di libertà,
facendoci raggiungere 6 borghi uno più bello dell’altro.
Restiamo sempre innamorati del trekking, ma la bicicletta è una valida alternativa, soprattutto in posti come questi,
dove si arriva ovunque pedalando, e dove non ci si stanca mai di scoprire cosa c’è dopo.
Anzi, al contrario, più si va avanti e più si ha voglia di proseguire.
Non ci accontentiamo mai, e mai ci accontenteremo di conoscere, scoprire e curiosare.
Relazione e fotografie di: Michele Giordano e Gaia Giordano
Note: straordinario percorso in e-bike che ci ha appagato dall’inizio alla fine, con paesaggi fiabeschi,
borghi unici al mondo, due panchine dei giganti, tantissima campagna, infinite coltivazioni di vigneti.
Indescrivibile la sensazione di libertà provata, nel muoversi rapidamente e con disinvoltura, andando dove si vuole.
Ancora una volta, la Langa ha confermato di essere un posto magico in qualsiasi stagione dell’anno.
Dietro ogni curva, un nuovo scenario, un nuovo capitolo, una nuova storia da raccontare.